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RIDE BIKE RICCIONE, CINQUE GIORNI A TUTTA BICI
dalla Redazione | 14/03/2021 | 07:45

Cinque giorni di sport, turismo, passione, cucina e tanto altro. Cinque giorni dedicati alla bici: tutto questo e molto altro è Ride Riccione Week che dal 2 al 6 giugno accoglierà gli appassionati per un fiume di iniziative. Una manifestazione che segna un cambio di passo, un modo completamente nuovo d’intendere il ciclismo amatoriale: se il suo epicentro è la Granfondo, intorno ad essa è stato costruito un autentico festival delle due ruote con iniziative in grado di accogliere ed interessare dal ciclista più specializzato al semplice pedalatore fino a chi magari coltiva altre passioni. Un evento per tutta la famiglia, che nei suoi propositi primari vuole far conoscere Riccione, ma è giusto dire tutta la Romagna, in maniera diversa rispetto ai soliti stereotipi perché è in grado di dare tanto altro, di farsi conoscere per le sue bellezze architettoniche, i suoi borghi, le località costiere come quelle dell’entroterra, i suoi colori, profumi, sapori. L’appuntamento è dal 2 al 6 giugno, periodo nel quale Riccione sarà una città completamente “a due ruote”.

IL SINDACO TOSI: “RIDE RICCIONE COME SEGNO DI SPERANZA”

Trovare un’amministrazione comunale che s’impegna in prima persona nell’allestimento di un grande evento sportivo di massa, nell’era della pandemia, è un caso più unico che raro. Tantissime sono le manifestazioni che, da quel maledetto febbraio 2019, hanno dovuto alzare bandiera bianca e a un anno di distanza l’emergenza è ancora lontana dall’essere scomparsa, ma molto è stato fatto e si può fare e la Ride Riccione Week può anche essere un segno di ripartenza, di speranza. Renata Tosi, eletta a capo dell’amministrazione comunale nel giugno 2017, sa di essere vista come una rarità, ma è pienamente convinta della sua scelta.

Come amministrazione comunale avete chiesto particolari garanzie in tema di sicurezza sanitaria?

Non potrebbe essere altrimenti: il sindaco è la massima autorità sanitaria della città e quindi tutto deve passare innanzitutto al vaglio della sicurezza. I controlli saranno rigidi per garantire a tutti il massimo della tutela da ogni punto di vista. Riccione ha una lunga tradizione ciclistica, quanto peso ha avuto la bici nell’evoluzione turistica della città, soprattutto in paragone alla sua fama balneare e di richiamo giovanile?
Negli ultimi anni abbiamo promosso molte competizioni sportive, culminate con la cronometro del Giro d’Italia del 2019 che ha dato una forte impronta ciclistica alla città. Ormai il turismo su due ruote supera il 40% del fatturato complessivo, la maggior parte del quale è composto da stranieri che scelgono la nostra città non pensando solo alle sue spiagge, ma anche a tutto ciò che il territorio può offrire, quella Romagna dell’entroterra ai più sconosciuta ma estremamente affascinante. Viviamo un periodo che richiede scelte importanti, un modo per reagire a una sfida che tutti dobbiamo affrontare e il momento richiede di non abbandonare le iniziative, ma anzi supportarle, incoraggiarle sapendo che il momento richiede di farlo in maniera differente da quella a cui eravamo abituati.



La Granfondo di Riccione ha una storia lunga oltre vent’anni, ma intorno ad essa è stato costruito un autentico festival delle due ruote, per cinque giorni pieni di eventi. La città ha tutto per ospitare un simile happening?

Riccione è sempre stata una città molto ospitale, incline a iniziative importanti e anche prolungate nel tempo, adeguandosi ad esse, garantendo motivi di richiamo per gli sportivi più competitivi come anche per le famiglie, i bambini, insomma tutto quel target turistico al quale abbiamo sempre guardato. La Granfondo, nel quadro della Ride Riccione Week, sarà certamente il fulcro, ma intorno ad esso tutta la città si muoverà per attirare interesse.

Che cosa si attende dall’evento?

Entusiasmo, colore, vivacità e allegria, che sono quei valori che la bici da sempre ha fatto suoi. Riccione si sta preparando, anche in questo periodo così difficile, per aprirsi degnamente a coloro che arriveranno e farsi trovare pronta ad accogliere tutti i turisti e magari anche a sorprenderli…

PASQUINI: “AL TURISTA VA GARANTITA UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE”

Il Belvedere Hotel non è una struttura logistica qualsiasi: TripAdvisor, una delle più grandi piattaforme di viaggi al mondo, nella sua consueta classifica internazionale la ha premiato con un clamoroso secondo posto, il che la dice lunga sul valore e la gamma di servizi che la struttura a 4 stelle di Viale Gramsci a Riccione può garantire. D’altronde basta parlare con la sua titolare Marina Pasquini – rappresentate del mitico consorzio dei Riccione Bike Hotel - per capire come il suo entusiasmo non potesse che tradursi in un simile risultato e la bici non è per nulla avulsa da questa positiva evoluzione.

Negli ultimi vent’anni, con l’affermazione del movimento granfondistico sono tante le manifestazioni e tante le città che hanno investito sull’abbinamento sport-turismo in bici. Riccione che cosa può dare di più e questo come influisce sull’aspetto economico, ossia che prezzi si possono proporre al pubblico per invogliarlo a scegliere Riccione?

Noi abbiamo iniziato a investire sul turismo ciclistico nel 2001, seguendo quel trend che era partito dal lago di Garda e che pian piano si stava propagando per tutta Italia. Sapevamo che ci sarebbe voluto tempo per avere risultati, ci eravamo posti come termine di giudizio 5 anni per iniziare ad avere un ritorno economico, ma c’è voluto più tempo. Un periodo nel quale abbiamo investito tanto, abbiamo frequentato le maggiori fiere del settore a iniziare da quella di Friedrichshafen e col tempo ci siamo fatti una nostra idea, iniziando a lavorare senza supporto di agenzie, semplicemente col passaparola e soprattutto grazie ai social. Abbiamo deciso di investire soprattutto sul turismo da oltreoceano, trovando un grande mercato in Canada e Usa, dove chi viene non ha la bici con sé. Quindi abbiamo preso accordi con la De Rosa, abbiamo ora un parco di almeno 90 bici, abbiamo prodotto una nostra linea di abbigliamento, abbiamo allargato le nostre proposte, costruito un centro benessere, aggiunto delle suite. I risultati ci hanno premiato, soprattutto con un target che va dai 45 ai 70 anni, gente che ha tempo e soldi da spendere. Non abbiamo mai guardato ai prezzi, ma al prodotto. Dobbiamo pensare a quel che la gente vuole, che cosa chiede, come possiamo accompagnarla nel loro soggiorno. Ride Riccione può e deve diventare un complesso funzionale proprio per tutto quel “di più” che sarà in grado di dare. Non guardiamo all’immediato, a questa edizione che giocoforza subirà le contingenze ma a quello che sarà dopo. Mi spiego meglio: la differenza tra il turismo balneare e quello ciclistico, economicamente parlando, è identificabile in un 30% di maggiori entrate, perché chi viene per pedalare vuole il pacchetto completo, una serie di servizi accessori e su quelli bisogna spingere, dando un’assistenza completa. La Granfondo è sì l’epicentro, ma chi viene a Riccione poi magari resta anche per 10 giorni ed esce dall’hotel solo per le escursioni in bici, ma vuole tanto altro e noi dobbiamo garantirglielo.

Qual è la situazione logistica di Riccione dopo un anno di Covid?

Noi abbiamo perso un 70% di fatturato, ma teniamo duro e per questo abbiamo scelto di non snaturarci, non reinventarci. Ci sono segnali positivi per autunno, stanno arrivando prenotazioni e questo ci dà forza per resistere: il Ride Riccione sarà intanto un bell’antipasto di quanto potrà essere la stagione estiva, ma è chiaro che già da ora dobbiamo lavorare duro per essere pronti.

Come vive l’avvicinarsi di giugno considerando la situazione sanitaria nella regione, è ottimista?

Io sono ottimista per natura, sono soprattutto convinta che non dobbiamo assolutamente vivere nell’incertezza se l’evento ci sarà o meno. Lavoriamo, sapendo che in qualsiasi modo quest’esperienza servirà anche se fosse impossibile allestire l’evento quest’anno. Non è temerarietà, è concretezza: Riccione è un posto sicuro, accogliente, dove c’è spazio per il ciclista e per la sua famiglia per chi va in bici e non.

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