“Vuoi già partire? L’alba è ancora lontana” (“Romeo e Giulietta”)
Shakespeare a Roma. Gita. Partenza e arrivo ai Fori Imperiali. Tre o quattro tappe, in gruppo, in bicicletta. Il sole di una domenica rubata all’estate. E a un’andatura – ovviamente – turistica.
“Vorrei che attorno a me ci fossero degli uomini piuttosto grassi, e con la testa ben pettinata, e tali, insomma, che dormano la notte” (“Giulio Cesare”)
Una quarantina di uomini, anche piuttosto grassi, e di donne, e una sola bambina, ma bellissima, Viola. E una quarantina di bici, da passeggio e da spasso, da città e da montagna, da sampietrini e da supermercati. Allegre.
“I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte” (“Giuio Cesare”)
Una tappa per il Globe Theatre, a Villa Borghese. Un’altra per i giardini di Cesare, alla stazione di Trastevere. L’ultima per la statua di Cesare, ai Fori. Lungo il Tevere, tra podisti e ciclisti, tra inglesi e giapponesi, tra curiosi e studiosi.
“In me vedi il crepuscolo del giorno… In me vedi quel fuoco che sfavilla… Per meglio amare ciò che presto dovrai abbandonare” (“Sonetto 73”)
Tre ore con Bruto e Cleopatra, fra Amleto e Macbeth, a Stratford-upon-Avon, pedalando. VediRomaInBici con la Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza, con le letture di Elisabetta Pagnani, per la festa “W la bici”, grazie alle Biblioteche di Roma e alla Manifattura Valcismon, grazie soprattutto a chi ha pedalato guardando, ascoltando, sentendo.
“Ché un boccale di birra è un pasto da re” (“Il racconto d’inverno”)
Marco Pastonesi