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SUPER OP cambia l'allenamento
dalla Redazione | 15/09/2016 | 08:40

Venerdì si aprono i cancelli di CosmoBike, la fiera italiana dedicata al mondo della bicicletta in tutte le sue forme, che vedrà a Verona dal 16 al 19 settembre, il meglio del movimento ciclistico nazionale. Una momento espositivo a capo di un movimento che cresce sempre più e che vede sempre più persone allenarsi con costanza e metodo, in vista di competizioni agonistiche o anche per semplice beneficio fisico.
Nel ciclismo, come nella mountain bike, la programmazione degli allenamenti quotidiani è decisiva ai fini del miglior risultato possibile, e oggi i ciclisti possono avvalersi di un nuovo alleato: SuperOp Supercompensation Optimizer, la soluzione italiana che aiuta atleti e allenatori nelle scelte dei carichi di lavoro quotidiani in bici e non solo. Frutto di vent’anni di ricerca medico scientifica, SuperOp consente di conoscere le condizioni fisiche del soggetto attraverso tre parametri che vengono misurati al mattino (pressione minima e massima e battito cardiaco), e successivamente - attraverso un sofisticato algoritmo – proporre il carico allenante della giornata.
Nonostante sia presente sul mercato solo da inizio anno, SuperOp ha già numerose testimonianze di utilizzo in svariate discipline sportive (dall’atletica al nuoto passando per il triathlon), e nel mondo delle due ruote è interessante l’esperienza di due allenatori di mountain bike: Jarno Calcagni, preparatore tra gli altri di Luca Codoni (vincitore dell’Inferno Bike di Recanati), e Matteo Baldissarri, coach di Maria Cristina Nisi, terza classificata alla HERO dello scorso giugno, e del team Bike garage Revolution.

UN “AIUTO COACH” AL POLSO
SuperOp è una soluzione composta da una app su smartphone in abbinamento ad un semplice sfigmomanometro che, grazie ad un complesso algoritmo, valuta alcuni parametri legati allo stress organico-metabolico dell’organismo, causato prevalentemente - ma non solo - dagli allenamenti. Con una sola misura al mattino di pressione sanguigna e battito cardiaco, SuperOp è così in grado di determinare la condizione quotidiana dell’organismo e di conseguenza di suggerire il carico più appropriato per l’allenamento della giornata, cioè il volume di lavoro che ottimizza il processo di supercompensazione che sta alla base del miglioramento della performance. SuperOp è di assoluta facile lettura: il responso mattutino è basato su un colore (verde, giallo, arancione e rosso) che determina il carico allenante suggerito all’atleta.
 
I PUNTI DI FORZA DI SUPEROP NELLA MTB SECONDO DUE PREPARATORI
La mountain bike è una disciplina indubbiamente impegnativa che richiede resistenza fisica e mentale, equilibrio, capacità di guida e autosufficienza, lo sanno bene i due allenatori Matteo Baldissarri e Jarno Calcagni, che hanno di conseguenza colto il valore aggiunto di SuperOp nella programmazione degli allenamenti. «Da preparatore apprezzo SuperOp soprattutto perché mi consente di monitorare gli atleti giorno per giorno - ci spiega Baldissarri, coach di Maria Cristina Nisi - e grazie alle informazioni che posso leggere anche a distanza, sono in grado di pianificare un allenamento mirato ed efficace di giorno in giorno». Affermazione ancor più di valore soprattutto se si parla di programmazione degli allenamenti per coloro che si dividono tra un lavoro e l’allenamento: «Gli atleti professionisti sono abituati a tenere la loro condizione monitorata, ma è soprattutto agli amatori che SuperOp può dare un grande contributo alla preparazione perché accelera i tempi di comunicazione e lo scambio di informazioni tra me e loro, riducendo i vincoli».

Poiché la mountain bike è una disciplina estremamente impegnativa, dove gli infortuni sono un rischio concreto, la ripresa degli allenamenti è un aspetto estremamente delicato nella carriera di uno sportivo.
«Recentemente Luca è rientrato in gara da un incidente e il rischio nel quale potevamo incorrere era che l’atleta tendesse a concentrare il programma di un mese e mezzo in tre settimane per l’ansia di dover recuperare il tempo perduto - commenta Jarno Calcagni a proposito dello stop forzato del proprio atleta Luca Codoni - ma aumentare eccessivamente i carichi alla ripresa non avrebbe fatto bene al fisico e al suo stato di forma, in questo caso SuperOp ci ha aiutato a modulare e caricare in modo graduale,
addolcendo così anche i sensi di colpa di Luca quando appariva il colore arancione o rosso (equivalenti a carico leggero o riposo totale, ndr) perché come sappiamo il recupero è una parte basilare dell’allenamento ».
COME I BIKERS REAGISCONO A SUPEROP
Il monitoraggio dei dati fisici nel ciclismo non è una novità: dall’introduzione del controllo del battito cardiaco negli anni 80 alla più recente analisi della potenza e dei watt prodotti in bicicletta, i ciclisti sono soliti “armeggiare” con cifre di varia natura.
«Sono stato un utilizzatore della metodologia HRV (Heart Rate Variability) ma ora utilizzo SuperOp perché mi offre un quadro più completo e più vicino alla condizione fisica dell’atleta – commenta Calcagni, spingendosi fino a una affermazione netta – e credo che per un appassionato di questa disciplina una soluzione come quella proposta da  

SuperOp porti più benefici rispetto ad altri elementi tecnici della bicicletta sicuramente più effimeri ma meno efficaci».
Condivide l’approccio tecnologico anche Baldissarri che aggiunge: «Io sono per un ciclismo 2.0 e sono a favore della applicazione della scienza nello sport, ma non dobbiamo scordarci il trascorso storico della bicicletta: uno sport fatto di duro e impegnativo lavoro povero, basato su valori importanti».
 
DALLA PARTE DEI BIKER
Ma cosa pensano gli atleti di questo strumento? «Lo hanno accolto con entusiasmo, reagiscono bene - spiega Baldissarri, che ha portato Maria Cristina Nisi a salire sul podio della massacrante HERO Südtirol Dolomites, definita la più dura gara di mountain bike al mondo - hanno solo il timore di vedere il responso di SuperOp la mattina della gara perché naturalmente questo influirebbe sulla loro condizione psicologica, ma una giusta interpretazione aumenta le percentuali di successo».
Il problema Jarno Calcagni lo ha risolto in modo pragmatico: «Gli atleti si misurano con SuperOp al mattino, ma inseriscono i dati nella app solo dopo la gara, ottenendo così un riscontro sulle sensazioni durante la competizione – ricordando quanto il coinvolgimento dell’atleta sia basilare - una volta spiegato agli atleti come utilizzarlo e leggerne i risultati, è facile capirne le grandi potenzialità!».

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