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VIAGGI. Con Furlan e Ferrigato a Tenerife - 3° giorno
dalla Redazione | 26/03/2014 | 11:00

Il terzo giorno del nostro soggiorno a Tenerife prevede lavori di progressione in salita e fartlek specifici per la gare ciclistiche di endurance.

La colonna sonora della mattina sono i passi dei turisti mattinieri che vanno a godersi la vista dell’oceano.
In due giorni, pedalando al caldo, abbiamo prodotto più endorfine di quante ne possiamo aver prodotto nel piovoso inverno Italiano. La sensazione è magica,a vevamo paura di svegliarci stanchi per le giornate di allenamento precedenti, invece ci sentiamo bene come non mai.
Ci guardiamo negli occhi e capiamo che il ciclista è così, anche nel dopo carriera ce l’ha dentro, nell’anima: non c’entrano denaro e fama, siamo ”animali da corsa”; per mantenere l’equilibrio interiore e stare bene, la medicina migliore è pedalare, col sorriso, a qualsiasi età.

Colazione abbondante ed equilibrata come i giorni precedenti, il buffet è ricco di un sacco di cose buone, alcune non proprio adatte ai ciclisti... Le bottiglie di champagne all’inizio del buffet denotano che l’albergo cura i particolari e ha un servizio di una qualità che a noi certo non dispiace. Ovviamente noi non l’abbiamo assaggiato (forse), siamo atleti.
Grintosi più che mai ci dirigiamo verso Las Galletas, nella zona ad est. Primo lavoro di giornata, 20’ di alta cadenza di pedalata in pianura a ritmo di Zona 4 (ognuno sa i propri range in watt e frequenza cardiaca dopo il 1° giorno di test). Come d’abitudine, Angelo e Andrea curano personalmente i dettagli dell’esecuzione della ripetuta, illustrando prima il corretto svolgimento e l’impugnatura del manubrio, mettendosi poi rispettivamente a capo e a protezione degli atleti diligimente disposti in fila indiana, distanziati l’uno dall’altro di circa una decina di metri.
Primo lavoro effettuato, primi sguardi soddisfatti. Ci dirigiamo verso San Isidro da dove imboccheremo la salita per Villa Flor. Nel periodo di transizione abbiamo modo di guardarci attorno e notare alcune particolarità dell’isola: il vento soffia forte dal mare, la temperatura cambia in maniera veloce da freddo a caldo e viceversa a seconda che ci siano le nuvole o meno. La vegetazione è altresì molto varia in base all’altitudine: dalle palme a livello del mare si passa ai cactus, salendo ancora appaiono le ginestre che lasciano posto a lauri ed agrifogli attorno ai 1000 metri. Sopra quest’ultima altitudine, troviamo un bosco secco di felci e lauri con pini dai 1550 in poi. Noi con la bici ci fermiamo qui. Alzando lo sguardo vediamo la chiara morfologia vulcanica caratterizzata da un clima arido nella cima molto esposta a sbalzi termici estremi. Notiamo con piacere che la flora è riuscita ad adattarsi molto bene anche a 2000 metri, con la presenza di molte specie autoctone.

Giunge il momento dell’allenamento in progressione in salita che dividiamo in 4 parti e che effettuiamo ad intensità crescente per finire con 30” al massimo.
In questo frangente cominciano a farla da padrone l’aspetto motivazionale, la capacità di resistere mentalmente, di tirare fuori il meglio dal proprio fisico.
Andrea e Angelo giocano in casa con queste sensazioni, le conoscono da quando sono piccoli, sanno bene che gli obiettivi personali si raggiungono più con la testa che con le gambe, e trasmettono la loro esperienza con tutta la loro passione ai partecipanti al training camp che, dal canto loro, rispondono mentalmente motivati come non mai.
Finito il lavoro capiamo da lunghi sbuffi alla Ivan Drago che è il momento di una pausa.
Il mercato di Granadilla offre prodotti tipici di gran qualità. Noi non ci facciamo scappare l’occasione e assaggiamo i dolci locali.
Ripristinato un livello accettabile di glicogeno nella muscolatura, siamo pronti per l’altro lavoro di giornata: il fartlek, vale a dire delle variazioni su una salita affrontata a ritmo medio alto.
Formazione d’attacco in fila indiana distanziati uno dall’altro e Angelo inizia a scandire il tempo con un linguaggio onomatopeico, mimando con la bocca il rumore delle gambe; gli atleti sembrano capire, meglio così perché l’inglese non rendeva tanto per la spiegazione.
Iniziano le prime gare tra partecipanti, la prossima volta partiremo più distanziati. Siamo già anche oggi a fine allenamento, i chilometri che abbiamo fatto non sono molti (123), su e giù dalle pendici del Teide diamo uno sguardo anche al dislivello affrontato.
Siamo a 2400 metri, i russi annuiscono e con aria soddisfatta dicono “good job guys”.
Parametri più tecnici (Training stress score e intensity factor) per valutare l’effettivo carico di lavoro effettuato verranno analizzati alla sera da Angelo al computer e discussi con gli atleti.
Domani riposo, dedicheremo la mattina al relax e il pomeriggio alla teoria mentre Andrea studierà nel dettaglio con il gps le strade più adatte per i prossimi allenamenti.

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