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TERAPIA MICROCIRCOLATORIA DEL DOLORE. L’ANIDRIDE CARBONICA PER COMBATTERE LE INFIAMMAZIONI
di Giulia De Maio | 10/12/2019 | 09:00

 

Nei giorni scorsi abbiamo letto delle sedute di “dry needling” a cui Vincenzo Nibali si sottopone per alleviare i dolori che prova alla schiena dopo la caduta al Tour 2018. Oggi con Domenico Mercurio, medico chirurgo specialista in angiologia, scopriamo un’altra tecnica che può risultate molto utile per gli sportivi che devono recuperare da un infortunio e tornare il prima possibile in sella.

Partiamo dalle presentazioni. 

«Sono un Medico Chirurgo, laureato presso l’Università di Padova nel 1994 e specializzato in Angiologia nel 1999, ho frequentato per anni la Clinica di Chirurgia Vascolare dell’Università di Padova e mi sono sempre occupato di patologia e diagnostica vascolare. Da ormai 6 anni, mi occupo di terapia microcircolatoria del dolore, presso vari ambulatori siti a Padova, Mestre (presso il Policlinico San Marco), Belluno, Cortina e Roma. Da circa 3 anni, collaboro con due professori delle università di Stanford e Santa Cruz in California, per un progetto di ricerca riguardante l’utilizzo della terapia microcircolatoria del dolore nel trattamento del dolore muscolo-scheletrico acuto e cronico nei vari distretti del corpo».  

In che cosa consiste?

«Si tratta di un nuovo approccio terapeutico, non chirurgico, applicabile ad ogni patologia infiammatoria muscolo scheletrica anche di origine traumatica, pensata per lo sportivo, ma valida per tutti coloro che subiscono un trauma o che soffrono di dolori muscolo-scheletrici acuti o cronici di varia natura. Permette una rapida risoluzione dello stato infiammatorio e quindi dei segni e sintomi più importanti ad esso associati come il dolore, il gonfiore e la riduzione della funzionalità articolare, che condizionano in maniera significativa la qualità di vita dell’atleta professionista e non».

Come viene eseguita?

«L’anidride carbonica (gas naturale ed innocuo) si somministra in quantità stabilite per via sottocutanea e in punti ben determinati, in base ad un mappaggio linfatico distrettuale, nella zona da trattare, per circa 5-10 minuti. Dopo la terapia l'atleta può eseguire in tranquillità la sua attività fisica programmata».

Come agisce la C02?

«L’anidride carbonica svolge azioni direttamente sul sistema vascolare microcircolatorio (sede da cui origina il processo infiammatorio): determina un aumento del flusso ematico nel microcircolo e stimola inoltre l’attività dei fibroblasti, responsabili della produzione di elastina, collagene ed acido ialuronico. Effetti questi finalizzati ad ottenere un maggior apporto di nutrienti da un lato e dall’altro a stimolare la produzione di sostanze indispensabili per la guarigione del tessuto infiammato ed eventualmente danneggiato».

Ci spieghi meglio.

«La Co2 iniettata a livello sottocutaneo, con opportuni criteri di pressioni e scelta delle sedi da inoculare in base ad un accurato mappaggio linfatico distrettuale, crea sia un potenziamento dell’attività sia una direzionalità del flusso linfatico mediante un gradiente di pressione, determinando così un efficace aumento del flusso nei vasi linfatici, determinando così una rapida e massiva eliminazione delle sostanze infiammatorie che, ristagnando altrimenti nel tessuto, ne avrebbero causato dolore e riduzione della performance atletica. Tale effetto drenante della Co2 sui vasi linfatici, unitamente a quelli precedentemente descritti, portano ad una rapida risoluzione del processo infiammatorio dei tessuti e quindi alla guarigione. Risolvendo le infiammazioni acute sul nascere, si riduce anche la trasformazione in infiammazione cronica, con esiti in fibrosi, con conseguente riduzione dei movimenti delle articolazioni; si garantisce così una migliore performance dell’atleta, anche a medio e lungo termine. Con la somministrazione sottocutanea dell’anidride carbonica abbiamo anche un altro effetto positivo sull’apparato muscolo-scheletrico: infatti il gas stesso, interponendosi tra le fasce, svolge un’immediata azione decontratturante muscolo-fasciale».

Può essere utile per un ciclista? 

«Sì, certo! La pratico molto su ciclisti di vario livello. Ho curato e curo calciatori, sciatori, velisti, rugbisti (tra cui i campioni d’Italia 2018 del Rugby Petrarca), giocatori di hockey (compreso il team hockey Cortina), tennisti e ho anche avuto il piacere di curare l’otto volte campione del mondo di danza su pattini a rotelle».

Questo procedimento ha effetti collaterali?

«No. L’anidride carbonica è già presente nel nostro organismo (la eliminiamo con l’espirazione) e viene inoculata senza l’aggiunta di farmaci. Non interagisce con terapie eventualmente già in atto o con eventuali malattie concomitanti del paziente; non si utilizza in caso di ferite infette o in gravidanza; non dà allergie. Si può eseguire sui giovani atleti cosi come sui pazienti anziani. Inoltre, non ha effetto dopante. Con la semplice inoculazione di Co2 si potenzia la funzionalità del sistema vascolare arteriolare e di drenaggio linfatico. È consigliabile per chi soffre di lombosciatalgia, sciatalgia, tendiniti, pubalgie, cervicali, dolori alle spalle e alle caviglie o altri vari dolori da trauma. Inoltre, favorendo il processo di guarigione dei traumi e agevolando il riassorbimento dell’edema, rende prima possibile fruibili al meglio le importanti cure fisioterapiche riabilitative. Per esempio, un corridore caduto può accelerare in tal modo la fase riabilitativa. L’anidride carbonica così opportunamente usata può comportarsi come un antinfiammatorio ed antiedemigeno naturale».

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