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MORENO ARGENTIN E QUELL'IMPRESA TRICOLORE AL FIANDRE
di Alessandro Brambilla | 31/03/2023 | 08:17

E’ il primo aprile 1990, un corridore con maglia tricolore griffata Ariostea si aggiudica il Giro delle Fiandre. E’ Moreno Argentin, veneto di San Donà di Piave, fuoriclasse da gare in linea. Sul traguardo di Meerbeke, dopo 265 chilometri, Moreno batte allo sprint il belga Rudy Dhaenens e diventa il terzo italiano trionfatore alla Ronde Van Vlaanderen; prima di lui ci sono riusciti Fiorenzo Magni, autore del tris 1949, ’50, ’51, e il vulcanico Dino Zandegù nel 1967.

“Argentin è l’archetipo ideale da classiche in linea”, scriveva il grande Rino Negri de La Gazzetta dello Sport. Moreno l’aveva già dimostrato prima del Fiandre 1990 vincendo per 3 volte la Liegi-Bastogne-Liegi (il quarto successo nella “doyenne” lo ottenne nel ’91) e tante altre corse. Al Giro delle Fiandre 1990 parteciparono 194 corridori tra i quali Gianni Bugno con maglia da leader di Coppa del Mondo. Il monzese aveva infatti trionfato nella Milano – Sanremo, classica d’apertura della prestigiosa challenge, con Argentin al quarto posto.

Il via alla “Ronde” numero 74 della storia venne dato a Sint Niklaas. Fin dalle battute introduttive ci fu bagarre per merito del marchigiano Fabio Roscioli e altri. Dopo la boa di metà gara si creò al comando un nucleo con una ventina di corridori, praticamente tutti i migliori. I primi a rompere gli indugi nella fase nevralgica furono il danese Per Pedersen e il parigino Laurent Fignon, ma vennero ripresi. Con perfetta scelta di tempo il belga Rudy Dhaenens della Pdm e Argentin si avvantaggiarono prima dei Muri di Grammont e Bosberg.

“Siamo partiti in contropiede – racconta Moreno, nato a San Donà di Piave il 17 dicembre ’60 – anche con buona dote di coraggio poiché all’arrivo mancavano più di 50 chilometri”. Dhaenens sapeva che avrebbe avuto poche chances di vittoria arrivando a Meerbeke in volata insieme a Moreno. “Malgrado ciò – sottolinea il corridore veneto – Dhaenens fece sempre la sua parte onesta, dandomi regolarmente il cambio. Quando andava davanti “tirava” veramente senza risparmiarsi. Un atteggiamento sportivo e signorile”.

Dhaenens e Moreno affrontarono insieme al comando Grammont e Bosberg incrementando il vantaggio sui prestigiosi inseguitori: dietro c’erano Fondriest, Museeuw, Talen, Criquielion, Bugno, Ballerini, il Campione del Belgio Carlo Bomans e altri vip. Il vantaggio del tandem Argentin – Dhaenens superò abbondantemente il minuto ad una quindicina di chilometri dall’epilogo. “Poi diminuì di poco per le logiche fasi di studio pre-volata”, aggiunge Moreno. Lo sprint non ebbe storia con Argentin che scattò ai 200 metri e Rudy che solo sulla linea riuscì di poco a ridurre il gap. Gran trionfo di Argentin, con l’olandese Talen – nel 1986 vincitore del Mondiale col quartetto della 100 chilometri a squadre – terzo a 11”, Fondriest quinto a 14” e altri italiani tra i primi, compreso il leader di “Coppa” Bugno in dodicesima posizione. Argentin sul podio di Meerbeke indossò la maglia da leader di World Cup. Che bell’epoca, con la maglia da leader di Coppa che passava da un italiano all’altro ! Quell’edizione della Coppa del Mondo venne poi vinta da Bugno.

La vittoria alla Ronde Van Vlaanderen procurò a Moreno una gioia indescrivibile: “Arrivavo da 2 stagioni poco fortunate benchè in gara con la maglia tricolore conquistata 9 mesi prima a Genova proprio davanti a Bugno – dice Argentin -. Il 1990 è diventato l’anno della mia rinascita”. Nell’Ariostea il fuoriclasse veneziano era diretto da Giancarlo Ferretti, sergente di ferro romagnolo. “Ero andato bene alla Parigi-Nizza e appunto nella Sanremo dominata da Bugno – continua Moreno – e quel Fiandre lo affrontai sereno. Vincere la Liegi-Bastogne-Liegi era diventato qualcosa di normale, mentre col trionfo al Fiandre sorpresi mè stesso”.

L’ Ariostea che affrontò quel Fiandre era molto attrezzata: “Ringrazio Piva, Cenghialta, Baffi, Lietti e gli altri compagni di squadra che mi aiutarono a vincere la classica più sentita in Belgio, nel lembo di terra in cui il ciclismo è religione. Trionfare a Liegi nella “decana” delle classiche è bellissimo. Il Fiandre dà una gioia diversa, quando ci si avvicina alla partenza s’intuisce che attorno la passione è stratosferica”. E’ anche qualcosa di più esclusivo: “Tanti grandi campioni da classiche in linea – incalza Argentin – il Fiandre non l’hanno mai vinto: tra questi Saronni, Fondriest, Fondriest, Bettini, Gimondi, Hinault, Moser (ndr; quest’ultimo secondo nell’edizione 1980 e sfortunato per caduta nel ’79) e io invece ci sono riuscito. Il Fiandre è un sorta di laurea o premio alla carriera”.

Belgio, dolce Belgio per Moreno: “E’ la nazione in cui ho ottenuto un successo al Fiandre, 3 alla Freccia Vallone, 4 alla Liegi – Bastogne – Liegi. Senza dimenticare il Mondiale in Colorado, Giro di Lombardia e tutte le altre mie vittorie, il Belgio è la nazione in cui sono diventato un corridore importante”. Merita risalto anche il suo successo alla Freccia Vallona 1990, 10 giorni dopo il trionfo di Meerbeke. “Noi italiani quando corriamo in Belgio abbiamo grandi responsabilità. E’ il Paese in cui abbiamo tanti connazionali che lavorano in miniere e fabbriche siderurgiche. Dopo la seconda guerra mondiale il Belgio si è riempito di italiani, in particolare la Vallonia. Tanti lavoratori italiani su quelle strade idealmente pedalano con noi, i nostri successi li rendono orgogliosi, espongono bandiere tricolori, ci vengono a trovare commossi negli hotel prima e dopo le gare. Grazie alle mie vittorie e a quelle di altri campioni tanti italiani sono andati a testa alta nelle fabbriche e nei locali pubblici. Orgogliosi di noi corridori. E noi della loro gioia”.

ORDINE D’ARRIVO – 1. Moreno Argentin (Ariostea) km 265 in 6 h 47’ 25” media 39, 026 orari; 2. Rudy Dhaenens (Bel); 3. John Talen (Ned) a 11”; 4. Carlo Bomans (Bel ) ; 5. Maurizio Fondriest a 14”; 6. Jan Schur (Ger) a 23”: 7. Niki Rutimann (Svi); 8. Claude Criquielion (Bel) a 37”; 9. Jean Claude Colotti (Fra); 10. Franco Ballerini; 12. Gianni Bugno.

foto tratta da Youtube

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