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LE STORIE DEL FIGIO. ANTONIO MOLTENI, UNA VITA A DUE RUOTE E UN MUSEO CHE E' RAGIONE DI VITA
di Giuseppe Figini | 29/11/2022 | 08:08

Antonio Mario Molteni è nato a Eupilio il 28 giugno 1944, e tuttora residente nel medesimo comune nella zona di Erba, in provincia di Como, piacevole località alle pendici del monte Cornizzolo, altitudine m. 1241, luogo frequentatissimo dagli amanti del parapendio e delle pedalate in salita, che offre un vastissimo e bellissimo panorama, a largo raggio, sui monti circostanti e la sottostante pianura. Eupilio, con belle costruzioni molte delle quali risalgono al 1800, comprende nel suo ambito anche parte dei laghi prealpini del Segrino e di Pusiano. E’ nella fascia collinare della Brianza che fruisce di un clima assai favorevole e che ha incentivato, nel tempo, lo sviluppo di una florida attività florovivaistica. E Antonio Molteni, quale attività professionale, è stato un imprenditore in tale settore ma non solo. Già da qualche tempo potrebbe permettersi una distesa, tranquilla e serena pensione con la famiglia, ma così non è. E vediamo il perché.

Eupilio è passaggio praticamente obbligato per chi, dalla pianura lombarda, sale verso il Passo Ghisallo. Geograficamente è il valico stradale che collega la pianura brianzola, tramite la Valassina, con la parte alta del Triangolo Lariano, ossia il territorio compreso tra i due rami del Lario, quello di Como e quello di Lecco. Ciclisticamente il Ghisallo, quale salita, è comunemente inteso il versante da Bellagio, una delle “perle” del lago di Como, all’altezza dell’antico lavatoio in pietra fino alla cima, quello con le pendenze più sensibili. Per contro, salendo dalla Valassina, l’ascesa è definita nel gergo ciclistico, “il Magreglio”, ossia il nome del comune dove, a pochissimi metri dal valico, sorgono, fra splendidi panorami, l’antica chiesetta Santuario e, a fianco, la moderna e spaziosa struttura del Museo del Ciclismo, entrambi accomunati dalla dicitura “Madonna del Ghisallo”.

Il nome Ghisallo pare derivare da quello di un nobile medievale della zona che, assalito da briganti, fece il voto di erigere una chiesetta alla Madonna qualora gli fosse stata salvata la vita. E il Ghisallo, nelle sue varie declinazioni, è sempre stato ed è, particolarmente negli ultimi anni, presenza e preoccupazione vissuta con serietà, impegno e partecipazione, nel suo ruolo di presidente del Museo del Ciclismo quale successore del grande Fiorenzo Magni, di Antonio Molteni.

La declinazione e l’inclinazione ciclistica di Antonio Molteni risalgono al 1960 quando inizia a gareggiare in bicicletta quale “esordiente” nella società più vicina a casa, la Ciclistica Erbese, esperienza continuata anche nella categoria maggiore degli ”allievi”, ancora nell’Erbese, dove si fa le ossa, come si dice. Raggiunta la categoria “dilettanti” si trasferisce al blasonato Club Ciclistico Canturino 1902, anno della sua fondazione, realtà di primo riferimento nel settore che quest’anno ha festeggiato i 120 anni di vita ininterrotta, per passare quindi al Velo Club Melzo dove ha conquistato tre vittorie, e poi al Velo Club Como, squadre di buon livello. Con un sorriso un po’ ironico e un po’ amaro Antonio Molteni parla del suo personale palmarès che, definisce “piuttosto scarno e magro”. Sorride nel puntualizzare, ovviamente velocemente, un po’ glissando su questo non secondario risvolto della sua carriera giovanile in sella alla bici, che a determinarlo a smettere fu un’operazione d’appendicite e il crescente impegno richiesto dal suo lavoro personale. E’ pur vero che anche durante il suo periodo agonistico, lavorava già, e alacremente, nell’azienda di famiglia.

C’è poi il periodo, dal 1978, quando eletto sindaco di Eupilio, quasi un sindaco a vita poiché ha mantenuto la carica per 25 anni, tangibile testimonianza della stima dei suoi amministrati, quasi un record, forse per compensare, il suo “piuttosto scarno” curriculum di pedalatore. E’ stato pure assessore nella Comunità Montana del Triangolo Lariano dal 1974 al 1991, altro incarico di lunga durata, dove ha approfondito conoscenze di uomini e valori del suo territorio.

Il suo impegno civile è sempre stato improntato al puro spirito di servizio in favore delle comunità territoriali e che, visto la durata dei mandati, sono stati evidentemente riconosciuti e apprezzati dagli amministrati.

Pure in questi ruoli Antonio Molteni non ha mai dimenticato il ciclismo, anzi! Nel 1987 è il fondatore del Velo Club Eupilio, società attiva fino al 2019, nella categoria “juniores”, dove hanno gareggiato, fra molti altri, nomi di rilievi giunti alla ribalta del professionismo quali Luca Paolini, Paolo Longo Borghini, Gian Paolo Cheula e Danilo Napolitano.

Quale consigliere della Banca di Credito Cooperativo di Alzate Brianza, una diffusa rete bancaria nazionale che è stata presieduta da un grande appassionato quale Vittorio Ghezzi, patron delle forti formazioni ciclistiche Itla e Iclas e dell’organizzazione del Giro della Brianza, ha promosso pure il finanziamento del Giro della Provincia di Como, importante corsa a livello nazionale della categoria “allievi” per una decina d’anni.

Poi, con vari amici, ha contribuito a costituire la società Lario Organizzazioni che ha realizzato per molti anni il prestigioso Piccolo Giro di Lombardia, classica internazionale del calendario “dilettanti”, rilevandolo dalla gloriosa Bruzzanese Brill, società con i colori giallo neri di un quartiere nord milanese, Bruzzano, nei pressi di Affori.

 

All’inizio degli anni ’90, con un gruppo di amici appassionati di ciclismo, si attiva per la costruzione di un museo del ciclismo per ospitare i cimeli che gli appassionati donavano e che, per ragioni fisiche di spazio, non potevano più essere ospitati nella chiesetta-santuario della Madonna del Ghisallo. Un’iniziativa, quasi un sogno, che con l’entrata in scena del grande Fiorenzo Magni e della sua fortissima e volitiva personalità di vero “Leone delle Fiandre”, poi supportata dalla generosità degli eredi della famiglia anche dopo la scomparsa dieci anni fa di Fiorenzo, concreta in tempi assai rapidi con la realizzazione di una moderna e pregevole struttura museale. Sorge subito a fianco della chiesetta-santuario della Madonna protettrice dei ciclisti la moderna costruzione del Museo del Ciclismo, inaugurato ufficialmente nell’ottobre del 2006 con il passaggio del Giro di Lombardia. E le campane del santuario squillano sempre gioiosamente al passaggio delle corse di varie categorie. Il Museo presenta quasi mille metri di superficie espositiva su vari livelli, biblioteca, locali d’accoglienza, in meravigliosa e spettacolare ambientazione fra i monti, il lago di Como in un’atmosfera permeata da sentimenti e tangibili, storici, ricordi ciclistici di varie epoche.

Nel 2014 Antonio Molteni rileva la carica di Presidente della Fondazione del Museo del Ciclismo, un’avventura che lo coinvolge praticamente a tempo pieno, con l’aiuto che definisce “indispensabile e vitale” per il Museo di un affiatato ed efficiente gruppo di volontari, volontari veri, che lo sostengono, dietro le quinte negli eventi che si susseguono e pure nell’impegnativa quotidianità, ma sempre in primissima fila quando c’è da rimboccarsi le maniche e lavorare, per la gestione della struttura e del prezioso contenuto che per molti, in Italia e all’estero, così come è per lui, è prima di tutto un sentimento e una vera passione di vita.

 

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