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GIRO U23. PRIMA IL GRAPPA, POI IL FOZA. SEGUI IL LIVE
di Giuseppe Figini | 15/06/2018 | 07:14

Nuova fuga vincente, firmata da Stephen Williams, e nuova maglia rosa, quella di Mark Donovan, dopo la settima tappa della corsa rosa: ancora due giorni di spettacolo e sfide per scoprire il nome del vincitore finale.

La penultima tappa del Giro d’Italia Under 23 “Giovani Speranze” parte dal Trentino-Alto Adige, da Levico Terme, provincia di Trento, nella piacevole e distensiva zona dei laghi trentini, per raggiungere il Veneto, Asiago per la precisione, in provincia di Vicenza.
E’ una tappa “tosta”, introdotta da una prima parte lievemente mossa poi, in quella centrale, l’ascesa assai impegnativa al Monte Grappa e, nel finale, la salita con pendenza sensibile di Foza, prima dell’arrivo ad Asiago.


Levico Terme, piacevole località turistica e termale nella suggestiva zona dei laghi, già interessata dal passaggio della corsa durante la 6a tappa, si propone con le molteplici valenze curative, note già nel 1700, delle sue acque fortemente mineralizzate di tipo arsenicale-ferruginose. Il primo stabilimento termale risale al 1860 e molti aspetti urbanistici di Levico Terme risentono di piacevoli atmosfere asburgiche proprie di quel tempo. Il lago, con verdi acque, consente la pratica di varie attività sportive così come i numerosi itinerari proposti fra i monti della Valsugana per passeggiate a piedi o in mountain bike. Così come in tutto il territorio trentino c’è un’ottima rete di piste ciclabili.

La corsa risale la Valsugana, percorsa dal Brenta, passando per Novaledo, comune con diverse testimonianze storiche, Roncegno con le sue terme e con la chiesa parrocchiale che conserva una tela del pittore veneziano del 1700 Francesco Guardi, e numerosi masi disposti nell’esteso territorio, poi Borgo Valsugana, centro di riferimento della zona della Bassa Valsugana e Tesino, fra due speroni montani con la caratteristica sagoma di Castel Telvana che si propone in alto. E’ attraversata dal Brenta che riserva piacevoli scorci paesaggistici. La chiesa parrocchiale di S. Maria e quella gotica di S. Rocco sono testimonianze notevoli. Il nome della cittadina si lega anche a quello di Alcide De Gasperi (Pieve Tesino 1881-Borgo Valsugana 1954), importantissimo uomo politico.


Il ciclismo è qui celebrato ogni anno, dal 1965, dalla Coppa d’Oro, riservata alla categoria allievi, ideata da Carlo Dalla Torre e organizzata dal Veloce Club Borgo, fiorente vivaio del ciclismo giovanile. In verità le prime quattro edizioni si svolsero in località vicine, poi però approdo definitivo a Borgo Valsugana con un albo d’oro ricco di nomi d’eccellenza. La peculiarità è che i premi riservati al direttore sportivo del vincitore che doveva accontentarsi del premio simbolico di “1 lira”. L’unico a salire sul primo gradino del podio per due edizioni è stato Diego Ulissi. Da qualche tempo la prova maschile è affiancata da una equivalente, al femminile.

Sono nativi di qui Stefano Casagranda (1973), professionista per vari anni e Matteo Trentin (1989), corridore di primo livello internazionale nel pieno della sua attività.

Il Giro d’Italia ha proposto due arrivi di tappa: nel 1974 la Iseo-Sella Valsugana, località nel comune di Borgo) con Franco Bitossi che precede Merckx in maglia rosa e Gimondi, nel 1988 sprint vincente del bergamasco Patrizio Gambirasio che brucia sulla linea Stefano Allocchio e il biondo Rolf Sorensen. All’attuale direttore di corsa del Giro brucia ancora quella ferita…


Si superano Telve, dalla particolare struttura della parte costitutiva, Scurelle, in un’ampia conca della valle, Ospedaletto, alla sinistra del Brenta e quindi Grigno, ultimo comune della Valsugana, con varie e vaste cavità naturali. Si passa in Veneto, con una breve digressione nella provincia di Vicenza, per Primolano, località del comune di Cismon del Grappa, che evoca la grave caduta di Fausto Coppi in prossimità delle Scale di Primolano durante la Vicenza-Bolzano, 9a tappa del Giro d’Italia1950, urtato inavvertitamente da Armando Peverelli dell’Atala-Pirelli. La diagnosi per il Campionissimo in maglia Bianchi riporta la triplice frattura del bacino.

Con Fastro si entra nella provincia di Belluno, passando per il capoluogo comunale di Arsiè, in una piana con il lago artificiale del Corlo, proseguire per lo svincolo di Fonzaso, località ciclisticamente nota per essere la sede della Manifattura Valcismon dei marchi d’abbigliamento Sportful e Castelli. E da qui l’altimetria muta totalmente proponendo la salita al Monte Grappa, GPM a quota m. 1620. L’ascesa parte da Caupo, frazione di Seren del Grappa, e percorre dapprima il versante bellunese per passare poi, a circa metà salita, in provincia di Vicenza. E’ una delle quattro strade che da zone diverse conducono alla vetta. Da Caupo si supera un dislivello di m. 1540 in 24 km. circa con una pendenza media attorno al 6% e la massima al 12%, con vari tratti in contropendenza che mitigano la salita. I primi km. 5 sono a mezza costa mentre il successivo segmento di circa km. 8 è il più vario con degli strappi che toccano il 12% alternati a falsipiani. C'è un tratto di discesa verso la località il Forcelletto e dopo qualche variazione altimetrica gli ultimi km. 2 piuttosto impegnativi, in un suggestivo scenario privo di vegetazione. La strada ha fondo in buone condizioni e con sede non molto ampia. Lo sguardo si allarga sulle sottostanti zone di Arsiè e Fonzaso comprendendo pure l’altopiano di Asiago. Si è nella zona del Sacrario costruito nel 1935 che raccoglie le spoglie di 22.950 caduti nelle battaglie del Monte Grappa, ultimo baluardo difensivo italiano fra il fronte e la pianura veneta, unitamente ad altri monumenti che ricordano altre fasi storiche.

La lunga e impegnativa discesa prevede il passaggio da Campo Solagna, frazione del comune di Solagna, con strada in buone condizioni comunque da affrontare con attenzione, disseminata di tornanti, che termina a Romano d’Ezzelino, popoloso comune sparso con sede comunale nella frazione di San Giacomo, con diverse ville venete. E’ lungo questo versante che si disputa la classica Bassano-Montegrappa la cui prima edizione risale al 1930 con pregevole albo d'oro. Varie volte la salita è stata percorsa dal Giro d’Italia, con diverse tappe. Il primo arrivo è stato nel 1968, in occasione del Centenario della vittoria nel primo conflitto, con la Trento-Monte Grappa e successo per distacco del parmense Emilio Casalini, con 46” su Eddy Merckx, suo capitano, un po’ catechizzato da un loro coèquipier, parmense pure lui, Vittorio Adorni, sull’opportunità di spingere a tutta per riportarsi su un compagno di squadra. Merckx abbozzò e Casalini fu subito battezzato dai giornali come “il fante del Grappa”.

Si percorre un breve tratto di pianura fra Pove del Grappa, zona di marmi e ulivi, e Valstagna, sull’argine destro del Brenta, centro noto di discesa fluviale canoa/kayak e rafting. E’ ai piedi dell’altopiano dei Sette Comuni uno speciale sentiero, noto come “Calà del Sasso” con ben 4444 gradini in pietra e da una canaletta concava per rendere possibile  la discesa dei tronchi. Fu voluta da Gian Galeazzo Visconti nel 1387 e unisce Valstagna alla località Sasso di Asiago.

E’ da Valstagna, a quota m. 151, che inizia l’ascesa verso il GPM di Foza, a quota m. 1093. Foza è una ridente località dell’Altopiano d’Asiago, compresa una volta nella storica Federazione dei Sette Comuni con istituti di governo speciali, dove si parlava la lingua cimbra. La salita, ad andamento altimetrico abbastanza regolare e continuo, con vari tornanti, misura km. 14 con pendenza media del 6,7% e punta dell’11%. Foza è collegata a Enego da un ponte con uno dei viadotti più alti d’Italia, in località Valgàdena, inaugurato nel 1990. Su strade vallonate si giunge a Gallio, località di turismo sia invernale, sia estivo con pista per down-hill. Qui è nato (1914-Padova 1992) Severino Rigoni, corridore professionista dal 1938 al 1957 particolarmente versato nella pista, vincitore di varie Sei Giorni in giro per il mondo, sovente in coppia con il milanese Nando Terruzzi e poi tecnico di valore nella gloriosa Società Ciclisti Padovani.

Nel piacevolissimo paesaggio dell’Altopiano, ricco d’attrattive anche sul piano culinario con pregiati prodotti caseari soprattutto, dopo meno di km. 5, in lieve discesa, si raggiunge il traguardo di Asiago.
E’ un centro di moderno aspetto poiché è stato ricostruito dopo la completa distruzione della prima guerra mondiale, fra colline e boschi, è luogo di villeggiatura e di sport della neve, in tutte le sue declinazioni. L’altopiano porta il suo nome ed è stato il capoluogo dei Sette Comuni, la reggenza con vari margini d’indipendenza durata fino al 1807. I comuni storici inseriti erano, oltre ad Asiago, Gallio, Roana, Foza, Enego, Lusiana e Rotzo. Non inseriti fra questi ma che sono sull’altopiano, sono Cesuna e Conco, tutti sono ora centri di villeggiatura che conservano antiche tradizioni.

I tremendi fatti bellici sono ricordati ad Asiago nel Sacrario Militare, su una collina a est dell’abitato, terminato nel 1934, che conserva le spoglie di oltre cinquantamila combattenti italiani e austriaci. Nei pressi sorgono due Osservatori astrofisici dell’università di Padova.
Mario Rigoni Stern (1921-2008), militare e scrittore, legatissimo alla sua terra, Italo Allodi (1928-Firenze 1999), noto personaggio del calcio, Guidina Dal Sasso (1958), ex-sciatrice di fondo, e mamma di Paolo e Elisa Longo Borghini, titolari di brillantissime carriere ciclistiche, sono nativi di Asiago, così come vari altri protagonisti dell’hockey, dello sci – soprattutto nordico - e del salto con gli sci.
Il Giro d’Italia ha proposto 5 arrivi di tappa con vincitori nel 1930 Antonio Pesenti, 1972 Roger De Vlaeminck, 1993 Dmitrij Konyshev, 1998 Fabiano Fontanelli e infine, nel 2017, Thibaut Pinot.

Per seguire la cronaca diretta della tappa e guardare le immagini a partire dalle 17 CLICCA QUI

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