Mario Bodei è bresciano di Desenzano del Garda, ma abita a Milano, zona Bicocca, Cesare Bosetti è di Gorla Minore, ma abita a Rescaldina, sei-sette chilometri da Gorla Minore e una trentina da Milano. Mario Bodei ha 64 anni, Cesare Bosetti 67, ma si tratta solo di statistiche anagrafiche, gonfiate o esagerate o falsificate dalla vita in entrambi i casi.
Mario Bodei ha un’allegra crapa pelata, e in questo Cesare Bosetti lo eguaglia, tant’è che così a occhio potrebbero essere cugini o fratelli, se non addirittura separati alla nascita. Sui rispettivi profili Facebook, Mario Bodei si è fatto immortalare con Francesco Moser, invece Cesare Bosetti con Felice Gimondi.
Mario Bodei ha aggiunto il ritaglio di una pagina di giornale in cui c’è proprio lui mentre pedala nel rinato Vigorelli, invece Cesare Bosetti si propone in versione eroica, bicicletta rossa (ma era azzurra) preparata da Felice Branca, antico meccanico della Filotex ai tempi di Franco Bitossi e Italo Zilioli, e maglia bianca e azzurra della Società ciclistica Rescaldinese. Quella è la prima bici da corsa di Bosetti, invece quella di Bodei era una Colnago giallo ocra, costata 50 mila lire in cinque rate da 10 mila, ma Bodei non giurerebbe di averle pagate tutte e cinque al buon Ernesto.
Mario Bodei ha corso: pista più che strada, prima da dilettante, poi dopo uno stop, anche da professionista, velocità, un terzo posto ai campionati italiani sia da dilettante sia da professionista. Anche Cesare Bosetti ha corso: allievo, poi dilettante di terza e di seconda, vittorie zero, ma passione a cento, se non a mille, ditemi voi che cosa conta di più nella vita.
Mario Bodei ha fatto la terza media, finita, poi ha lavorato, un po’ di tutto, fabbro, idraulico, prestinaio, infine macellaio, cinquant’anni di cui quarantatré in proprio, e da un po’ è in pensione, anche se si dà sempre un gran da fare. Anche Cesare Bosetti si è diplomato, perito plastico, nel senso delle materie plastiche, non della chirurgia plastica, poi ha girato il mondo come export e product manager, e da un po’ è in pensione, anche se si dà sempre un gran da fare. E non solo in bici: su Facebook ci sono le sue scorribande con - tanto per essere chiari – mappa, chilometraggio, tempo, velocità media e perfino chilocalorie.
Mario Bodei è il presidente dell’Associazione Dateci pista, Cesare Bosetti il vicepresidente esecutivo della Ju Green di Gorla Minore. La pista di cui si occupa Bodei è quella del Parco Nord di Milano, un anello di 500 metri (che con una variante arriva a 600 metri), attivo dal 2012, riasfaltato nel 2015 grazie anche all’opera di Nicola Miceli (Milano Asfalti), al contributo di Ernesto Colnago, all’amichevole partecipazione di Francesco Moser, alla collaborazione di una quarantina di volontari che tutti i giorni, dalle 8 e mezzo di mattina alle 8 di sera (ma anche di più), tengono aperta la pista e accolgono bambini e veterani, uomini e donne, squadre e scolaresche, alla onestissima quota di un euro a ingresso a durata illimitata.
La squadra in cui si prodiga Bosetti conta su 41 corridori fra esordienti e allieve femmine, giovanissimi mountain bike e strada maschi, e quattro allievi mountain bike, e questo significa una seconda famiglia, allargatissima, tanto affettuosa quanto impegnativa, e come se gli impegni non bastassero, Bosetti e i suoi ci aggiungono – per esempio – l’organizzazione del recentissimo campionato provinciale e regionale femminile per allieve ed esordienti.
Il bello è che Mario Bodei sogna di moltiplicare queste piste (e ne ha individuata una da pattinaggio da dedicare al ciclismo), e il bello è che Cesare Bosetti sta perfezionando un bike park per la scuola di ciclismo e mountain bike, tutti e due per garantire quella sicurezza richiesta dalle famiglie e che la strada non offre più.
Mario Bodei trova comunque il tempo per dedicarsi alla bici: 15 mila chilometri l’anno. Cesare Bosetti un po’ meno tempo e un po’ meno chilometri: comunque siamo sugli otto-diecimila. Perché per Bodei la bici è medicina, terapia, passione, per Bosetti è sfogo, libertà, sempre passione. E riassumere in vita non è sbagliato.
Ecco: il ciclismo italiano sarà anche Nibali e Aru, Viviani e Ulissi, Longo Borghini e Cecchini, ma è tutti questi Bodei e Bosetti di cui non si sa nulla o mai abbastanza.
Marco Pastonesi