E’, comprensibilmente, un cognome impegnativo da portare quello di Coppi.
Non si parla né del “Campionissimo” per definizione, Fausto che ha nobilitato, mitizzato e diffuso il cognome in tutto il mondo, né di suo fratello Serse, pure lui ottimo pedalatore, nato nel 1923, quattro anni dopo Fausto e scomparso in seguito ad una caduta in corsa, a Torino, nella fase finale del Giro del Piemonte del 1951.
Parliamo invece di Piero Coppi, classe 1936, cugino dei Coppi più famosi. A Castellania, provincia di Alessandria, a due passi da Tortona, sulle prime colline dell’Appennino, minuscolo centro con meno di cento abitanti, quasi la metà delle famiglie residenti, del resto, ha il cognome Coppi.
Pietro Coppi all’anagrafe, ma per tutti Piero, è il figlio di Mario Coppi ma la parentela è data dalla mamma, Faustina Coppi, sorella di Fausto, Domenico, Giuseppe e Carmelina, ossia i fratelli e le sorelle di Domenico, il papà di Fausto e Serse. I Coppi abbondano nella famiglia….
Pure Piero Coppi, in gioventù, si è cimentato con il ciclismo, nell’agonismo, ma ha ben presto compreso che non bastava il cognome per continuare a fare il corridore con un minimo di successo che soddisfacesse le fatiche e trova un impiego quale addetto ai pagamenti dei caselli dell’autostrada Milano-Serravalle. E non solo. Per una ventina d’anni, anzi per ventiquattro precisa Piero, dall’1980 al 2004, è stato anche l’apprezzato sindaco di Castellania e per altri dieci anni vice-sindaco. E, detto senza ironia, aveva proprio un rapporto personale, diretto, direttissimo, con i suoi amministrati.
E’ un appassionato di ciclismo e, senza fare pesare il suo nome, ha sempre operato in continuazione, senza proporsi alla ribalta, per tenere vivo il ricordo del mito, quasi una “fede”, per il “Campionissimo” che ogni anno, trova nella celebrazione del 2 gennaio il momento maggiormente struggente del ricordo, dell’affetto e dell’amore che è rinnovato, in continuazione, dai molti “fedeli” che salgono a Castellania da ogni parte d’Italia e non solo. Il 2 gennaio, anniversario della scomparsa di Fausto, è il punto culminante di una sorta di pellegrinaggio che, in diverse forme, con assiduità, si perpetua per tutti i giorni dell’anno con “pellegrini” che raggiungono e vivono le atmosfere di Coppi a Castellania sia in bici, sia con altri mezzi.
E’ un luogo dell’anima, anima ciclistica, che esercita sempre un grande richiamo. E Piero Coppi, negli anni, ha sempre contribuito e tuttora continua, a favorire con un lavoro, sovente nascosto, sottotraccia, a fare sì che il luogo conservi e preservi i suoi richiami.
Intrattiene rapporti d’amicizia con gruppi e appassionati d’ogni parte d’Italia, in Toscana particolarmente dove si reca sovente con base ai Violi di Cintolese di Monsummano Terme dove si ritrova con, Aldo, Teresio, i Rosellini e molti altri amici.
E’ una sorta d’anello di congiunzione e collante fra gruppi d’amici e associazioni sorti nel territorio che si richiamano al ricordo e alla valorizzazione delle figure di Fausto e Serse Coppi. Fra questi ci sono le famiglie dei figli del Campionissimo, Marina e Faustino, quella di Ettore Milano, con le “ragazze Milano”, ossia Ada, la moglie, figlia di Biagio Cavanna, le figlie Laura e Silvia, la nipote Giulia, con la moglie di Sandrino Carrea, Anna e il figlio Marco, con l’appassionato Tarcisio Persegona, Gianni Rossi di Tortona e tanti, molti, moltissimi altri.
Si lamenta per le ginocchia, talvolta un po’ scricchiolanti, ma è sempre “sul pezzo”, come si usa dire. E non trascura di seguire le corse, d’ogni genere, soprattutto nel suo territorio, nella “Terre di Coppi”. D’altronde il cognome è quello…
Giuseppe Figini