Già il fatto di chiamarsi Fermo per uno che ama tanto pedalare in bicicletta è una limitazione, e non da poco…
Fermo Rigamonti però non si è mai fatto condizionare dal nome che lo vorrebbe circoscrivere nella sua grande passione, la bicicletta.
Infatti, questo elegante e misurato signore di settantatré anni, di Nerviano, grosso centro del milanese, vicino a Rho, ha avuto - e continua a mantenere - un rapporto diretto e praticato con la bicicletta che si è espresso nel tempo attraverso varie fasi. La prima è quale buon agonista nelle categorie giovanili, sulla scia anche e nel ricordo di Ambrogio Morelli, gloria ciclistica di Nerviano (1905-2000), corridore di valore con una brillante carriera fra i professionisti, vincitore di tappe nei grandi giri e di classiche, secondo nella classifica generale finale del Tour de France 1935, alle spalle del belga Sylvère Maes, maglia gialla dall’inizio alla fine. A proposito del longevo Ambrogio Morelli, sempre in bicicletta anche in età avanzatissima, sono da ricordare il figlio Remo, calciatore in serie A e poi apprezzato medico specialista in ostetricia e, quindi, il nipote Stefano Ambrogio, velista di primissimo rilievo e anche assiduo cicloturista.
Torniamo però a Fermo Rigamonti che pedala fino ai dilettanti, con buoni risultati, ma vedendo - praticamente sempre, ammette - la schiena di tali Gianni Motta e Felice Gimondi (quando andava bene). Comprende e decide, dopo un rapido esame di coscienza, che il suo futuro in bicicletta deve avere una svolta radicale. E si dedica al cicloturismo con rinnovata e sempre intensa, motivata, passione che condivide con molti amici. E’ un tipo di cicloturismo quello che Fermo Rigamonti pratica con vari amici e appassionati indirizzato verso valori d’intonazione storica e culturale, alla francese, tipici delle “randonnées”. Il “papà” di questa interpretazione della pratica della bicicletta, dove è bandito l’assillo del cronometro ma sono privilegiate le motivazioni legate alle distanze percorse e l’aspetto di conoscenza e apprezzamento dei valori dì ogni tipo proposti dal territorio percorso in sella, è stato Henry Desgranges, sì proprio il fondatore del Tour de France. Valori che sono rappresentati e compendiati nell’A.R.I. (Audax Randonnée Italia - www.audaxitalia.it) che disciplina questa versione della passione per la bicicletta.
Fermo Rigamonti, nel recente passato, è stato per otto anni presidente dell’A.R.I. –. Ora ha passato la mano per la presidenza ma è sempre parte integrante e fattiva dell’Associazione che raccoglie la lunga storia - anche se un po’ misconosciut- della specialità diffusa anche in Italia fino dai primissimi anni del 1900 e che ha avuto fra i più vivi focolai di passione la terra di Romagna. Attualmente sono ottantasette le società sportive aderenti all’A.R.I. che in Italia operano nel settore.
Lo slogan dell’A.R.I. è “Spirito Randagio – Né forte, né piano, ma sempre lontano”.
E’ con questo spirito che Fermo Rigamonti, con i suoi amici e collaboratori della 1001 MIGLIA Italia (www.1001migliaitalia.it), giunta alla 4^ edizione, in programma dal 16 al 22 agosto 2016, definita come la più lunga ed estrema randonnée d’Europa, mette in scena, con base a Nerviano, la manifestazione. Sono appunto 1001 miglia che vanno alla scoperta dei paesaggi, dei profumi e dei sapori nel paese più bello del mondo, come recita la definizione abbinata alla 1001 Miglia.
I numeri che, a oggi, distinguono la manifestazione, riferiscono di 500 iscritti provenienti da 35 nazioni. Per la precisione sono 310 gli stranieri che giungono, fra l’altro, da Australia, Cina, Canada, Colombia, Cile, Brasile, tanto per citare alcune nazioni extra-Europa. E sono numeri destinati a crescere notevolmente.
Un impegno organizzativo rilevante, per i molteplici aspetti che interessano vari settori connessi a questa complessa manifestazione, che impegna Fermo Rigamonti e i suoi amici che, comunque, si ricavano sempre il tempo e la possibilità di andare in bicicletta. E senza l’incubo d’avere sempre davanti Gimondi e/o Motta per Fermo che, al contrario del nome, non è mai fermo e pedala sempre, con inesauribile passione.
Giuseppe Figini