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CICLI LAZZARETTI. 100 anni da celebrare con una grande festa
dalla Redazione | 22/04/2016 | 07:03

Cento anni di un’impresa commerciale sono un traguardo prestigioso. Nel caso di Cicli Lazzaretti al prestigio si associa la gloria di un marchio storico che a Roma è sinonimo di qualità, competenza e passione. La passione nasce da due fratelli, Romolo e Remo, che all’inizio del secolo scorso fecero innamorare folle di giovani e meno giovani che applaudivano i due corridori romani alle prese con i ciclisti più forti al mondo, da Costante Girardengo ad Alfredo Binda e Ottavio Bottecchia. La competenza costituisce il fiore all’occhiello dell’attività di via Bergamo a Roma. Chiunque chieda spiegazioni e consigli a Mario e Simone Carbutti sa che la risposta non è mai improvvisata ed è sempre figlia di una lunga esperienza ed un continuo aggiornamento professionale. Infine la qualità, garantita dai marchi d’assoluta eccellenza dei prodotti disponibili, dall’assistenza del post vendita ma soprattutto dai servizi esclusivi che Cicli Lazzaretti assicura ai clienti per ogni tipo di bicicletta.  
I cento anni d’attività sono festeggiati attraverso tre eventi di spicco del calendario. S’inizia domenica 24 aprile a Roma con il CAMPIONATO ITALIANO STRADA AMATORI. Le gare che assegneranno i titoli di campione italiano si svolgeranno sullo stesso circuito che il giorno dopo, lunedì 25 aprile, ospiterà il GRAN PREMIO DELLA LIBERAZIONE PINK (internazionale donne elite) e il GRAN PREMIO DELLA LIBERAZIONE U23, cioè il Campionato del Mondo di Primavera per corridori under 23.
Saranno centinaia i partecipanti al campionato italiano amatori, fa uomini e donne, che si contenderanno le maglie tricolori. Una contesa che si svolgerà in uno scenario di grande fascino, non solo sportivo, visto che si gareggerà su un percorso che ha regalato la gloria a tanti campioni del passato, da Gianni Bugno a Dimitri Konychev, Alessandro Bertolini, Sacha Modolo, Matteo Trentin, solo per citare alcuni corridori fra i più amati dal grande pubblico di appassionati.
Il 25 aprile si svolgerà il Gran Premio della Liberazione Pink per donne elite. Tutte le migliori atlete italiane e straniere sono attese al via per una sfida, tutta al femminile, che affascina ed intriga così come l’ambiente di Roma Antica che circonda il circuito di gara.
Infine domenica 26 giugno a Villetta Barrea, in provincia di L’Aquila, è in programma la Granfondo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta di una novità assoluta del calendario nazionale delle granfondo che richiamerà in Abruzzo migliaia di appassionati ma soprattutto centinaia di corridori, numerosi con le famiglie al seguito, per gustare una nuova avventura a pedali in un contesto di straordinaria bellezza naturale.
 
Lazzaretti a Roma; una storia di cento anni
Romolo Lazzaretti, toscano ma romano d'adozione fu tra i migliori esponenti del ciclismo centro-meridionale degli anni '20. Buon passista veloce, ottenne un'esaltante vittoria nella "XX Settembre" del '24 quando, sulle sue strade, sorprese tutti i favoriti (compreso Girardengo, attardato comunque da una foratura) con una bella fuga nel finale. Lo stesso anno entrò nella storia del ciclismo epico vincendo la decima tappa del Giro d’Italia, da Bologna a Fiume di 415 chilometri  con il tempo di 17 ore, 28 minuti e 12 secondi.
Conclusa la carriera agonistica si dedicò con fortuna alla fabbricazione di biciclette e nei suoi locali romani non si sentiva parlare che di corse e di corridori.
Anche il fratello Remo, come lui toscano ma romano d’adozione, intraprese la carriera di corridore ma senza grandi risultati. Remo aveva indole commerciale. Nel 1916 aprì, infatti, l’attività di via Bergamo, a Roma. Attività che compie quest’anno 100 anni! Punto di ritrovo classico per ciclisti di ieri e oggi, nell’attività di Cicli Lazzaretti si incontrano spesso personaggi del mondo della politica, dello sport, dello spettacolo e dell’arte.
 
Il palmares di Romolo Lazzaretti
1921; nessun piazzamento
1922; 4° Corsa del XX Settembre, 9° nella classifica finale del Giro d’Italia, 15° al Campionato Italiano, 21° al Giro di Lombardia
1923; 5° al Giro dell’Umbria, 9° Corsa del XX Settembre, 30° al Campionato Italiano, 32° nella classifica finale del Giro d’Italia
1924; vittoria alla tappa del Giro d’Italia: Bologna-Fiume, di 415 chilometri  con il tempo di 17h28'12".
Vittoria alla Corsa del XX Settembre.
7° al Campionato Italiano, 18° nella classifica finale del Giro d’Italia
1925; 8° alla Corsa del XX Settembre, 17° alla Milano-Sanremo, 19° al Giro dell’Emilia, 26°  al campionato Italiano, ritirato alla XIV tappa del Tour de France)
1926; 11° nella classifica finale del Giro d’Italia
1927, nessun piazzamento
1928; nessun piazzamento
1929; ritirato nella XII tappa al Giro d’Italia
 
Il saluto del presidente FCI Renato Di Rocco
La storia ormai secolare di Cicli Lazzaretti s’intreccia con la mia storia familiare. Sono figlio anch’io di questo artigianato che mise radici quando la bicicletta entrò nella vita quotidiana degli italiani.
La spinta iniziale venne dall’enorme suggestione esercitata dal ciclismo epico sulla gente, amplificata dalla stampa e dalla radio. Nacquero allora i primi gruppi ciclosportivi e la bicicletta si diffuse rapidamente come mezzo semplice ed economico per la mobilità urbana.
La Cicli Romeo fondata dalla mia famiglia fu una delle prime botteghe aperte a Roma, giusto qualche anno dopo la Cicli Lazzaretti. Quindi ho trascorso la mia infanzia tra ruote, telai, ingranaggi, respirando quegli odori di olio, di mastice e di gomma, quando le piccole officine della bici erano già diventate un punto di ritrovo di tanti appassionati. Non passavano solo amatori o semplici utenti, sempre più numerosi. Venivano anche organizzatori geniali come Franco Mealli e campioni famosi in occasione delle corse che a Roma e nel Lazio radunavano migliaia di spettatori.
Quella fioritura fu poi soffocata dalla motorizzazione di massa e dallo stravolgimento urbanistico. Negli anni sessanta si vedevano già i segnali della crisi e la Cicli Romeo si specializzò nel supporto alle squadre azzurre e non solo, che svolgevano l’attività al nuovo velodromo olimpico, destinato purtroppo a una esistenza precaria ed a rapida estinzione dopo i fasti dei Giochi. Oltre a Mealli, che mi prese sotto la sua ala, ho beneficiato degli insegnamenti di Costa e Rimedio e tanti altri che hanno alimentato la mia passione e hanno influito sulla mia scelta di vita.
In seguito per gli artigiani della bici vennero a Roma tempi difficili. Eppure, furono ancora i porti sicuri delle società e dei ciclisti che non si arrendevano alla marea montante delle auto ed al degrado dell’ambiente. In qualche modo furono i centri della resistenza sui pedali. In particolare, la Cicli Lazzaretti, con Mario e Simone Carbutti, non fece mai mancare il sostegno a tutte le iniziative che aprivano spazi al ciclismo ed alla bicicletta, fossero raduni ciclosportivi, corse amatoriali ed agonistiche, rivendicazioni di itinerari e circuiti protetti nei parchi cittadini.
Fino all’impegno assunto con la Gran Fondo Campagnolo, che rappresenta il segnale della riscossa, una rivoluzione di tendenza clamorosa per Roma Capitale, convogliando nel centro storico e sull’itinerario dei Castelli migliaia di ciclisti, per aprire un nuovo ciclo sia con il Liberazione Under 23 che con il Liberazione Be Pink, ultima creatura.
Così i Cento anni di Cicli Lazzaretti coincidono gloriosamente con la rinascita della bicicletta alleata dello sviluppo sostenibile, dell’aggregazione sociale e dell’ambiente a misura dell’uomo.             
                                                                                                  
Renato Di Rocco   
 
 

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