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TODS UEI. Le Mistral e Les Inventeurs de la Gnoque - 4
dalla Redazione | 01/04/2015 | 07:06

Mulini al vento di Mistral, ne parlava un maestro in una sua bella canzone (non è Colui che cito compulsivamente, indovina indovinello), e non so che fine farebbero i presunti nemici del mitico Quixote cervantesco se avessero a che fare che quel che la mia vecchia fedele amica (un piccolo guasto al portapacchi e punto in quasi 2mila km), il vecchio rassicurante Tod e il sottoscritto, abbiam trovato nel Sud della Francia.

Hai voglia di avere vento entrante a ore 4, 5, 6, 7, 8, cioè sostanzialmente a rinfrescarti le chiappe, se le raffiche variano dai 60 ai 90 kmh - sì proprio così, l'anemometro di Meteo France conferma - e la cosa si mantiene praticamente costante per quasi tutta la Camargue e soprattutto la Provence. E allora stramaledici anche il vento a favore perché con le borse laterali che ti fan da vela, ogni chilometro diventa una lotta per la sopravvivenza, tra salti di vento continui, vortici d'aria, e "bombe" che ti sparano dal davanti certi Tir che inevitabilmente, qua e là, ti trovi a incrociare. Viene il momento che pensi a casina, alla ragazzina che hai visto crescere, alla supermamma che l'ha sfornata, e ti dici, anzi te lo dice il vecchio Tod, che quel giorno maledetto il vento lo sentiva fischiare tra i raggi, che no, non è il caso, la strada è lunga e la vita può, deve esserlo anche lei, gli eroismi van bene ma a piccole dosi, e quanno ce vo', ce vo': a Salòn en Provence, ben prima di Aix, tappa forzatamente interrotta dopo 45 km e, viste le previsioni (3 gg. di fila con Eolo scatenato e punte da 110 all'ora), non rimaneva che far ciò che il Quixote non avrebbe fatto mai. O fermarsi 3 gg. in qualche B&B (ma a meno di 40 euro è dura, e le nostre finanze son quelle che sono) o cambiare rotta e ridiscendere sulla costa. Detto fatto, treno fino a Toulon, e via subito verso la Costa Azzurra, col tiepido Mare Nostrum alla destra e un'aria dolce, profumata e assai più amica. E i chilometri fatti, alla fin fine, son forse anche di più. Giustificàti? Ustedes diràn, pero sepan que la historia nos absolverà (Fidel Casto dixit).

Sorpresa sorpresona (pour moi, perlomeno), chilometri e chilometri di piste ciclabili, belle filanti e poco popolate da non-ciclisti (tipo cani con guinzagli telescopico-avvolgenti, per dire) e perfino pulite, che da noi è quasi utopia, certe volte le differenze tra una ciclabile e un deposito di ghiaia sono impercettibili. Passo indietro e avviso ai naviganti: Una volta traversati gli affascinanti paesi Càtari (italianizzo e non entro nella questione del perché li han sterminati, non ne uscirei più), dalla città multietnica e sgarruppata di Béziers fino alla storica città murata di Aigues Mortes (altra storiona che merita ben altro narratore), si faran sì e no 7-8 km forzatamento fuori-ciclabile, e a prescindere dalle idee di ciascuno sulla questione (personalmente, da routier assatanato sono per la guerra in strada), va riconosciuto che in chiave turistica la cosa va applaudita, perché così si avvicina alla bici "in sicurezza" molta gente che in sicurezza starebbe solo nel salotto di casa, e anche lì è da vedere...

Gente che pedala, almeno nei week-end e con l'aiuto dei primi soli veri, se ne vede già tanta. Anche un velocipede d'antàn (ruotone-ruotino e abbigliamento primo 900 incluso) che incrociamo dalle parti di Agde, e il cui conduttore è uno dei pochi che salutano per primi, perché diciamolo, tutto il mondo è paese e "hay gente para todo", come disse un torero rispondendo a un filosofo che lo criticava, però è vero che i francesi in generale se la tiracchiano un bel po', manco fossero Les Inventeurs de la Gnoque, e la specie-ciclisti non fa eccezione, come se non avessero preso stangate memorabili, storicamente, da belgi, olandesi, 'mericani e italianuzzi, 'sti francesi che s'incazzano tra i giornali che svolazzano...

A proposito di Gnoque, queste 10-tappe-10 (incluse 3 semi-tappe) della sezione francese della Tods Uei, ci hanno portato in due luoghi storici della trasgressione in fatto di approccio al sesso in tutte le sue salse e sfaccetature antropologiche varie. Prima Cap d'Agde, posto invero brutto assai, solo sabbia e cemento stile piccola Dubai (a parer mio, chiaro) e poi Saint Tropez, mecca del topless dal '68 in poi, e tuttora località un po' strafighina senza poi che se ne capisca il perché (ma ce ne son di posti strafighini a ragion veduta, diciamo così? Boh).

Personalmente sono, da sempre, per il sesso libero con chi si vuole, dove si vuole, quando si vuole e - soprattutto - "se" si vuole, cioè tutto vale se si è in pieno accordo ed è assente qualsivoglia forma di coercizione. E riguardo il naturismo, sogno una società nella quale se a uno gli gira possa girare come l'ha fatto mamma anche in Corso Buenos Aires, o a Buenos Aires durante la dittatura di Videla, o in San Pietro quando pontifica il pontifex maximus (ma de ché, poi?) perché sotto sotto così siam fatti, piaccia o no, e nessuno ci obbliga a guardare nessuno, se qualcosa ci dà fastidio.
Detto ciò, resto dell'idea che oggi, a.d. 2015 d.c., in questa società qui, la vera trasgressione è andare in bici.

E senza vanto alcuno, chiudo lo sproloquio. Tenendomi in canna un'ultima tappa francese, con finale a luci accese per entrare trionfalmente a XXmiglia, della quale non racconterò i dettagli, perché non mi credereste, e ci son cose (tante) che è bellissimo tenere per sé. Anche per evitare, l'ennesimo, classico commento "machéccefrega, macchéccemporta".

(continua - coraggio, che il supplizio va scemando)

Sergio Ghisleni

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1 - TODS UEI o l'anticammino di Santiago
2 - TODS UEI. Vento, ETA e il coseno di Aldrich
3 - TODS UEI. Monsieur Vallonne? Oui. Il resto è pioggia e Francia

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