La cronometro individuale della Vuelta di Spagna si conclusa con una straordinaria vittoria di Filippo Ganna, che ha regalato all’Italia la seconda vittoria consecutiva dopo quella di ieri firmata da Giulio Pellizzari.
Nel finale Ganna è andato una media di più di 63 km all’ora ed ha battuto Vine per meno di un secondo. «Alla partenza non ho sentito subito un buon ritmo nelle gambe, non è stato come volevo, ma alla fine ho trovato un buon passo e un buon ritmo e ho cercato di spingere meglio possibile - ha detto Ganna in conferenza stampa -. Sicuramente è stata una grande sofferenza aspettare tre ore sulla sedia del migliore, ma alla fine sono davvero felice di essere qui a festeggiare e avere questa vittoria nel palmarès».
Ganna non è un corridore da grandi giri e per uno come lui non sono molte le occasioni di vittoria alla Vuelta. Il piemontese però, è sempre riuscito a mantenere la concentrazione e oggi ha conquistato la cronometro di Valladolid.
«Penso che alla fine cerco solo di fare del mio meglio. La prima settimana abbiamo cercato di dare un grande supporto alla squadra e la seconda settimana abbiamo provato a recuperare un po’ dalla mia malattia all’inizio di questa Vuelta. In quest’ultima settimana ho iniziato a sentirmi sempre meglio e sono davvero felice di essere qui e di poter festeggiare questa vittoria».
Filippo Ganna partiva da grande favorito e quando parti con le telecamere puntate addosso non è mai facile mantenere la concentrazione.
«Posso dire che sono andato a dormire pensando a quello che avrei fatto oggi probabilmente è per questo che ho fatto un sogno strano stanotte, ma niente di troppo folle”.
Anche al ragazzo di Verbania, è stato chiesto come si fosse sentito in corsa in questi giorni alla luce dei disordini causati dai manifestanti, che hanno messo in pericolo la sicurezza della corsa.
«Accorciare il percorso per garantire la sicurezza penso che sia stata una delle migliori soluzioni. Penso che l’organizzazione abbia fatto un lavoro straordinario. C’era sempre molta polizia lungo il percorso. Credo sia stato uno dei momenti in cui ci siamo sentiti veramente al sicuro».