Dopo due anni di squalifica per uso involontario di metabolita di letrozolo, Toon Aerts a ottobre è tornato sulla sua bici da ciclocross: con un po’ di amarezza, il belga ha spiegato come il ciclocross sia cambiato in questi ultimi due anni e di come per lui adesso, sia difficile tornare ai primi posti della classifica. «Fino a due anni fa, se sbagliavi in gara, un corridore riusciva a superarti. Adesso se commetti un errore perdi subito cinque o sei posizioni».
Il belga è un corridore d’esperienza, ma tornare ai livelli di Van Aert, Van der Poel e Pidcock è veramente difficile. «So quali risultati e quanto valore ho raggiunto negli ultimi dieci anni. Al momento non sono al massimo, ma sono perfettamente dove devo essere. Riesco a correre come due anni fa, tuttavia il vertice è diventato molto più ampio rispetto a due anni fa. Nessuno, tranne forse Eli Iserbyt e Niels Vandeputte, può attualmente dire di essere costantemente tra i primi cinque. Thibau Nys vince, ma poi salta anche qualche corsa a la stessa cosa vale per Laurens Sweeck».
Per Aerts non ha inciso solo la mancanza di gare per due anni, ma si è dovuto scontrare con il problema dei punti UCI e questo lo ha costretto a partire da dietro, ovvero nelle ultime file. «Nella maggior parte delle gare in cui ho partecipato in questa stagione, era impossibile arrivare tra i primi cinque al primo giro e la battaglia nelle retrovie è stata sempre molto aggressiva. Sei costretto a mettere gomiti e spalle».
Domenica scorsa nella prova di Coppa del Mondo di Anversa Aerts è arrivato ottavo e questo gli consentirà di partire davanti nella prossima gara. Scattare in testa al gruppo sarà sicuramente importante e sarà un’occasione preziosa per cercare di vincere la gara, ma questo non vuol dire che tutto è tornato come prima, ovvero prima della sospensione per doping. C’è anche il problema della squadra: fino al 2022 correva con la Baloise Trek Lions, che ha una buona disponibilità economica, mentre adesso corre con la piccola Deschacht-Hens-FSP e questo significa che tante cose saranno a sue spese. Ad esempio questo fine settimana si è dovuto pagare la trasferta da Maiorca a Dublino. Aerts non fa troppe storie per questo, per lui è arrivato il momento di voltare pagina e pagare i viaggi non lo considera un problema. «Sono molto contento della squadra. A volte mi chiedono cosa devono fare per arrivare al livello di Baloise Trek, ma per me non è così diverso. Dal punto di vista tattico ho già imparato più dal mio attuale caposquadra Bart Verschueren che da Sven Nys nella Baloise Trek Lions. Bart è semplicemente molto forte tatticamente. In passato ero più lasciato a me stesso dal punto di vista tattico e questo accadeva soprattutto al bordo strada».
Quando sei un corridore forte non è facile smettere all’improvviso e durante la sospensione Aerts ha lavorato come insegnante di educazione fisica presso il VTI Spijker. «A Oostmalle è passato un gruppo di ex studenti. E dopo la gara di Coppa del Mondo di Anversa ho regalato la mia maglia a un ragazzo che frequentava la nostra scuola e mi aspettava ogni giorno per fare lezione con me. Quelli sono bellissimi ricordi, ma ho sempre saputo che volevo tornare ad essere un corridore».
La sospensione di due anni, anche se causata da uso inconsapevole di sostanza proibita, è costata molto ad Aerts e dell’amaro in bocca è rimasto, soprattutto dopo i casi positivi nel tennis, sport nel quale i casi di contaminazione involontaria non sono state trattate duramente come nel ciclismo.
«La sospensione mi è costata un sacco di soldi, più di quanto potessi guadagnare come insegnante di educazione fisica. Ho perso molti soldi, ma sono felice di poter praticare di nuovo il mio sport. Per molte persone questa vita è un sogno e non voglio perdere quello che ho conquistato nuovamente».
Aerts è rimasto molto segnato dalla vicenda del doping ed è convinto che una vittoria importante in ogni caso non potrà cambiare quanto successo negli ultimi due anni.
«Vincere a Dublino non cancellerà quello che ho vissuto, ci penso ancora ogni giorno. A volte anche qualcosa di piccolo me lo ricorda e ogni tanto cerco anche il Letrozolo su Google, nella speranza di trovare quel pezzo di puzzle che manca. Anche se adesso so perfettamente di essere ripartito veramente e voglio guardare avanti».