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QUEI RAGAZZI DELLA PASSERINI CHE SI SONO RITROVATI DOPO 40 ANNI GALLERY
di Guido La Marca | 14/11/2021 | 11:06

È una squadra mito, che ha fatto storia. Chi non si ricorda della Passerini Gomme di patron Carlo Passerini, vulcanico presidente di un ciclismo che oggi appare ai nostri occhi distante anni luce. Erano gli anni di sfide memorabili con la Isal Tessari, la Lema, la Mecair, le formazioni di Mario Cioli (Novartiplast, Brescialat, Besciaplast, poi Remac e Verynet). Per la prima volta dopo quarant’anni si sono dati appuntamento per una “punzonatura” tutta particolare, molto gradita ai più. All’agriturismo Val del Tasso a Sega di Cavaion (Verona). Tutti ex Passerini, degli Anni Ottanta. Da Piergiorgio Angeli (con maglia giallo-blu dal ’79 all’82) a Pieremilio Bergonzi (81-84) che vinse anche un Piccolo Lombardia e un’altra quindicina di vittorie, ma non se la sentì di andare avanti con il ciclismo e oggi è affermato dirigente dell’Enel. Pier Bergonzi è un nome noto del ciclismo: giornalista, vice-direttore della Gazzetta e direttore di Sport Week, Pier (Emilio) è il corridore, quello che andava forte in bicicletta e che ha creato per anni non poca confusione, suo malgrado.

Ma la lista è lunga, da Giuliano Biatta (1976-80) a Luigi Bino (82-83); da Guidone Bontempi (79-80) a Enrico Camanini (direttore sportivo del team dall’80 all’83, dopo Cicci Petruzzi). Da Marco Cattaneo (1978) a Flavio Chesini (81-84). Da Maurizio Conti (81-83) a Angelo Corini (1983). C’era anche Mario Faraca, fratello del compianto Pino e Livio Fiorelli (80-81), così come Patrizio Gambirasio (80-82) e Giuseppe Manenti (82-84). Con loro Ezio Moroni (82-84) e Aldo Morrone (1979). Giambattista Nicoli (1981) e Camillo Passera (1984-85). Benedetto Patellaro (79-80) e Salvatore (1980). Domenico Perani (79 e 80) e Eros Poli (83-85). A chiudere il gruppo Silvio Rivieri (80-81), Marico Ronchiato (82-84) e Domenico Turrini (1981-82).

Il fattore campo era sicuramente a favore del passista Eros Poli e Flavio Chesini, passista veloce, entrambi veronesi. In maglia gialloblu Chesini vinse diverse classiche, tra le quali un Trofeo Taschini a Bergamo. Poli nei parametri del dilettantismo è stato uno dei migliori italiani in assoluto. Nel palmares della “locomotiva di Zevio” spicca soprattutto l’oro olimpico nella cento chilometri a squadre dell’Olimpiade di Los Angeles 1984. Ma Eros è anche l’uomo che trionfò nel Mondiale di Villach 1987, sempre col quartetto dell’affascinante specialità. Poli, esponente dell’ottima leva 1963 da professionista in maglia Mercatone Uno vinse una tappa del Tour de France che comprendeva altresì lo scollinamento al mitico Mont Ventoux.

Il bresciano Beppe Manenti, altro ragazzo del “63” , che di Poli, Giovannetti, Bartalini e Vandelli (uomini d’oro a Los Angeles) era una riserva validissima. Oltre a vincere gare in linea e a cronometro, compreso un Gran Premio d’Europa, Manenti ha corso tra i prof nella Gis e attualmente è organizzatore delle gare gran fondo (strada e mountain bike) intitolate a Felice Gimondi. A tenere allegro il gruppo dei “Passerini” ci ha pensato soprattutto il velocista bergamasco Patrizio Gambirasio, classe ’61. I successi nelle classiche consentirono a Gambirasio di conquistare la maglia azzurra al Mondiale dilettanti di Goodwood 1982. L’anno dopo lasciò la Passerini per affiancare Francesco Moser alla Gis. Il momento più alto della sua carriera nella tappa di Borgo Valsugana del Giro d’Italia 1988. 

E poi il pezzo più pregiato, Guidone Bontempi, leva 1960, che non ha certo bisogno di presentazioni: è uno dei migliori passisti veloci della storia del ciclismo italiano. È stato un alfiere Passerini nel 1979 e ’80, guadagnando numerose  convocazioni in azzurro. In merito alle bellissime vittorie ottenute da pupillo di Carletto Passerini, Bontempi s’impose nel Giro delle Tre Province a Limito (la corsa organizzata dal Gs Darimec della famiglia Dagnoni, ndr)  nel 1980 e nell’occasione stabilì la media record. Vinse in volata una gara condotta a quasi 48 di media malgrado la presenza nel percorso delle salite di Galbiate e Bevera.

È un “made in Gussago” anche Angelo Corini, passista veloce del ’64, altro corridore che nella Passerini si è preso belle soddisfazioni senza raggiungere per prestigio e numero i risultati di Guido Bontempi. Invece Giuliano Biatta, nato nel ’56, è di Cavenago d’Adda (Lodi).

C’era anche Marco Cattaneo (1957), comasco di Rovellasca. Nel ’77 correndo per il commendator Passerini l’elegante e acuto Cattaneo si laureò Campione d’Italia dell’inseguimento individuale e a squadre. Marco aveva fisico da passista scalatore e malgrado ciò sapeva trionfare anche in volate affollate. Cattaneo da professionista è stato compagno di squadra di Francesco Moser alla Famcucine. Da neoprofessionista, al Giro delle Fiandre, transitò primo sul Muro di Grammont. La sua carriera da prof è stata però breve e dopo le apparizioni con la maglia del Club Amici della Pista, Cattaneo decise di dedicarsi all’azienda di famiglia leader nelle porte blindate (Fiam). Oggi è uno dei dirigenti più quotati della prestigiosa Iseo Serrature.

Il siciliano Benedetto Patellaro (’60) è stato tra i più applauditi alla festa veronese; gareggiò alla Passerini nel ’79 e ’80, come Bontempi. Patellaro passa alla storia per la vittoria nella Mantova – Borno del Giro d’Italia 1981 con i colori della Hoonved-Bottecchia. Nel medesimo Giro vinse col team diretto da Dino Zandegù anche la cronosquadre di Bibione. Benedetto Patellaro, accompagnato alla festa dal fratello Salvatore (anch’egli portacolori della Passerini in un breve scampolo di carriera ) adesso vive a Porlezza, nella parte italiana del Lago di Lugano, ed è un vigile urbano.

Il gruppo gialloblu ha tributato calorose ovazioni anche al varesino Camillo Passera, che dopo l’apprendistato da “prima serie” alla Passerini e qualche presenza in Nazionale alla Settimana Bergamasca e altre corse è diventato coequipier di Bugno e Rominger alla Chateau d’Ax. È varesino anche Ezio Moroni (1961) che fasciato coi colori Passerini vinse una tappa a Boario della Settimana Bergamasca. Per alcuni anni è stato un bravo professionista nelle squadre Atala e Ariostea. Col diesse Enrico Camanini alla festa c’erano altri entusiasti corridori di Passerini come Gianbattista Nicolini, Silvio Rivieri, Domenico Turrini, Aldo Morrone, Livio Fiorelli.

Per partecipare alla cena degli ex Passerini il brianzolo Maurizio Conti, classe 1962, ha trascurato per qualche ora la sua attività da produttore di telai per importanti costruttori di bici. Conti nel 1979 e ’80 gareggiò da junior nell’Unione Ciclistica Comense, esattamente come Emilio Ravasio. Entrambi nel gennaio 1981 approdarono alla corte di Carlo Passerini. Tra i dilettanti di prima e seconda serie Ravasio si dimostrò più bravo di Maurizio. Infatti Emilio diventò professionista all’Atala di Cribiori. Purtroppo “Millo” Ravasio al Giro d’Italia 1986, in Sicilia, cadde battendo la testa. Riuscì a sopravvivere in stato di coma per due settimane, poi ci lasciò per sempre. Emilio è lassù da 25 anni. Da un pò in sua compagnia ci sono anche Giuseppe Faraca, calabrese classe 1959, altro corridore valorizzato da Passerini, e il diesse Attilio Petruzzi noto col soprannome “Cicci”. Il corridore – pittore “Pino”Faraca (pure lui in seguito alla Hoonved di Zandegù) alla festa si è fatto rappresentare dal fratello Mario. Nella realtà Ravasio, Pino Faraca e lo storico direttore Petruzzi, così come il patron Carlo Passerini erano ben presenti alla festa, nei cuori di tutti. Tutti con la stessa maglia, quella gialloblu.

 

 

 

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