I PIU' LETTI
SABATINI E IL MESTIERE DEL PESCE PILOTA
di Giulia De Maio | 26/01/2019 | 07:51

Gregari si nasce o si diventa? Lo abbiamo chiesto a Fabio Sabatini, riconosciuto come uno degli ultimi uo­mini migliori al mondo. L’altruismo è nel suo DNA, ma il toscano ammette di essersi “costruito” questo ruolo, da quando nel 2006 è passato professionista in maglia Milram e ha imparato il difficile mestiere del “pesce pilota” lavorando con On­garato e Velo per Alessandro Petacchi, a tutt’oggi il suo mentore. Il 33enne di Montecatini milita nella De­ceuninck Quick Step dopo aver difeso anche i colori di Liqui­gas e Can­nondale, lanciando verso tanti suc­cessi un giovane Peter Sagan, della Etixx, in cui era il penultimo uomo di Ca­vendish, e Quick Step, essendo ca­tapulta vincente prima per Kittel e ora una garanzia per Elia Viviani. Nel 2019 sarà l’ombra del campione d’Italia e con lui è pronto a fare un ul­teriore salto di qualità dopo una stagione da record.

Saba, il tuo 2019 è iniziato dall’Australia.
«Sì, disputerò lo stesso programma di Elia e siamo partiti con il piede giusto al Tour Down Under. Il 2018 è stato il massimo per la nostra squadra. Ab­biamo vinto tanto e con tanti corridori diversi. La nostra forza è che ognuno sa benissimo cosa deve fare e dà l’anima, sia che debba tirare all’inizio della corsa o centrare il risultato dopo 200 km dal via, non ci sono “furbetti” che fanno saltare i piani fatti sul bus al mattino, come accade in altre squadre. Elia ha vinto 18 corse, erano tanti anni che nessuno vinceva così tanto. Ri­pe­tersi non è mai facile, ma sono fiducioso».

Dove può arrivare Elia?
«Migliorare annate superlative è difficile, ma vedendo come ha vinto, spesso con molta facilità, sono ottimista. È cresciuto in modo evidente, è diventato più esplosivo nella volata. Alla pri­ma stagione con un treno tutto suo ha di­mostrato quanto vale, quest’anno sono certo ci divertiremo ancora mol­to. In questa squadra sta sbocciando al me­glio. Può raggiungere gli obiettivi che si è posto. Non posso dire oggi che vinceremo la Classicissima, ma da­rò il massimo per portarlo il più vicino possibile a realizzare il suo sogno: vincere la Milano-Sanremo. Intanto iniziamo a partire con il piede giusto».

Kittel ha sbagliato a non portarsi dietro degli uomini per il suo treno?
«Non lo so, ognuno fa le sue scelte. Ma­gari economicamente gli è convenuto passare alla Katusha. Io avrei potuto seguirlo, come no, ma sono molto soddisfatto di dove sono, questa squadra è la mia famiglia. Sicuramente a Marcel non ha giovato andar via, i risultati parlano chiaro. Se il suo timore era di do­ver convivere con Gaviria, ora è andato via anche Fernando... Comun­que sono convinto che quest’anno tornerà ad andare forte, non potremo sottovalutarlo».

Sei contento del ruolo che ti sei ritagliato?
«Moltissimo. Più persone mi fanno no­tare che potrei giocarmi le mie chance, ma a me non interessa vincere (ma­gari) un paio di garette l’anno. Sono più soddisfatto a lasciare il mio capitano ai 200 metri e ad alzare le braccia al cielo con lui, certamente più spesso, in corse importanti. Mi sono costruito una carriera, non è arrivata per caso e dagli inizi a oggi rifarei tutto. Secondo me si nasce gregari, non si diventa. È una questione di altruismo, non tutti ci siamo portati. Essere gregario è nel mio DNA, così co­me in quello di Elia c’è scritto che è nato per essere un campione».

Non avresti voglia di disputare una vo­lata tutta per te? Non hai mai vinto tra i professionisti...
«Io odio lo stress, non posso sentire la gara. Non lo do a vedere, ma se mi agi­to rendo meno. Il mio punto di forza è restare calmo, essendo l’ultimo uomo del treno devo mantenere la concentrazione e, se non siamo perfetti, cercare una soluzione improvvisata. Giù dalla bici sono vulcanico, ma negli ultimi chilometri di una corsa mi trasformo. Io la “sento” la volata. Ai due chilometri mi viene la pelle d’oca. Ave­re una squadra affiatata, con tecnici e compagni con cui scherzare mi aiuta a non disperdere energie inutilmente a causa dell’agitazione».

Qual è il segreto del “wolfpack” cioè della vostra squadra?
«Se siamo molto forti è perché abbiamo, oltre a ruoli ben definiti, tecnici in gamba nell’individuare i punti critici del finale di corsa. Per una volata ab­biamo persone che studiano giorni, in­dividuando i “check-point”, così che al­la riunione del mattino in pochi mi­­nuti noi veniamo a sapere ogni dettaglio dei finali che ci aspettano. Se c’è un tombino nella curva a 200 metri dall’arrivo noi lo sappiamo grazie a questo lavoro quasi maniacale che ci permette di sbagliare il meno possibile».

Quanto sono cambiate le volate da quando sei professionista?
«Quando ho iniziato, ai tempi della Fassa Bortolo e della Domina Vacanze, di treni ce ne erano molti di più... Le squadre per i Grandi Giri avevano un solo capitano. Ora i punti World Tour contano così tanto che anche un team con un velocista molto competitivo de­ve portare qualcuno per fare classifica, anche se non può ambire che alla top 15. La conseguenza è che ci sono più trenini con meno elementi e la situazione è più difficile da gestire. Una volta si partiva ai tre chilometri, ora la volata deve essere più corta. Se la corsa si de­cide su uno stradone dritto iniziamo a lanciare lo sprint ai meno due dal traguardo perché abbiamo meno uo­mini su cui contare. Unica eccezione, se ci sono tante cur­ve: prendete la seconda tappa del Giro vinta da Elia in Israele, lì abbiamo preso la testa a quattro km dalla fine».

Cosa succede dai 300 ai 150 metri?
«Un casino colossale, fa impressione la tensione e la velocità che assume il gruppo in quella fase della corsa. Bi­so­gna avere un cuore grande e nervi sal­di.  Se hai paura, fai un altro mestiere. Io mi fido molto di chi è davanti a me (ora Morkov, prima Trentin) e dà indicazioni ai due o tre corridori che lo precedono. Io mi concentro solo sul ve­locista. Con Elia all’ultimo chilometro addirittura mi tolgo la radio per sentirlo meglio. Quando urla “Saba” vuol dire che è “nella merda”, si è per­so, se invece non dice nulla vuol dire che è tutto ok».

Quando hai capito che eri portato ad es­se­re l’ultimo uomo?
«Ci ho messo poco. All’inizio avevo tut­to da imparare e con Petacchi è sta­to come andare all’università. Lavo­ran­do per lui ho messo a fuoco la capacità di tenere alta la velocità e tirare fuori dai guai il capitano. Considero Ales­sandro un fratello maggiore e un faro. Mi ha fatto crescere e tutt’oggi mi se­gue per la preparazione. Con tutti i miei capitani è stato bello lavorare, con qualcuno è stato più semplice, con altri meno, ma da tutti ho imparato qualcosa per diventare il corridore che sono oggi. Ora con Elia viene tutto naturale, anche perché arrivando dalla pista ha occhio e sa muoversi nei finali come pochi altri».

Il più difficile da lanciare?
«Marcel Kittel è potentissimo e quando ha spazio è indistruttibile, ma lo per­devo tante volte. Anche con Ca­ven­dish non è stato facile avere a che fare perché è molto legato a Renshaw. Ho grande amicizia e stima per lui, ma non siamo riusciti a integrarci al meglio con il suo gruppo. Da entrambi ho imparato qualcosa per costruire le volate an­cora meglio di quanto facessi. Sagan in­vece è un funambolo, gli piaceva essere messo nella posizione giusta, poi ci pensava lui a saltare da una parte all’altra: in volata è un anarchico».

I momenti più importanti della tua carriera?
«Ogni vittoria dei miei capitani. Da gio­vane ho raccolto qualche secondo posto in tappe del Giro e della Vuel­ta, anche questo mi ha spinto a ri­tagliarmi questo ruolo. Se arrivi secondo tante volte vuol dire che non sei nato per vin­cere. Il periodo più duro l’ho vissuto nel 2013 quando ho subìto un brutto infortunio alla schiena. Ho visto la carriera passarmi davanti agli occhi, ma grazie alla famiglia e alla mia compagna è ormai solo un ricordo. Anche i momenti no servono per crescere».

Cosa ti spinge a correre in bici?
«L’adrenalina: finché l’avverto so che riesco a dare il cento per cento. L’unico aspetto che mi pesa di questa professione è stare lontano da mio figlio Ja­copo, che ha sei anni e mezzo. Gli ho fatto provare la bicicletta perché me lo ha chiesto, andava a scuola mentre io ero al Giro e giocava con le figurine Pa­nini, ma è durato poco. Un giorno mi ha detto: “babbo fallo te, per me è troppo faticoso”».

Il ciclismo è sempre stata una passione di famiglia.
«In casa non ho mai vi­sto altro che biciclette. Papà Lo­retto è stato dilettante, ha vinto tanto. Quan­do il bab­bo mi vedeva un pallone tra i piedi me lo levava subito di mezzo. Ho iniziato a correre a sei anni, da G1. La mia prima bicicletta fu una Viner color ruggine. Ricordo che feci subito del casino con mio fratello Nico perché la sua era più bella, era giallo fluo e mi piaceva di più. Siamo molto legati, abbiamo un solo anno di differenza. Nel 2000 ebbe un grave incidente in motorino la settimana dopo che aveva vinto la Coppa d’Oro e finì in coma. Io avevo solo 16 anni, fu una botta».

“Una vittoria è anche mia. Una sconfitta di più”. Sono parole tue.
«È così. Se Elia non vince perdo anche io. O trovi quello più forte che ti batte me­ritatamente e allora alzi le mani, al­trimenti, come ci è accaduto qualche vol­ta quest’anno, quando non si riesce a vincere è perché abbiamo sbagliato qualcosa».

Cosa desideri per il tuo futuro?
«Penso di poter essere ancora competitivo per cinque anni pieni, ma ascolterò il mio fisico e valuterò le mie per­for­mance. Appenderò la bici al chiodo prima di far perdere il mio capitano. Sarebbe una sconfitta non essere più all’altezza nel mio lavoro. Chiuso con la bici mi concederò un anno sabbatico co­me fan­no in tanti. La mia compagna Se­rena ha un ristorante-pasticceria, pia­cerebbe anche a me avviare un’attività nel mondo della ristorazione. Non mi dispiacerebbe nemmeno restare nel mondo del ciclismo, anche se appena smetterò l’idea di prendere un aereo e stare lontano da mio figlio sarà l’ultimo dei miei desideri. Vedremo, per ora è ancora presto».

da tuttoBICI di gennaio

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Ieri nel tardo pomeriggio è calato il sipario su FSA Bike Festival Riva del Garda, con la quarta e ultima giornata tutta dedicata allo Scott Junior Trophy, dove i campioni...

Lo scorso fine settimana è andata in scena l'Étape Parma by Tour de France, a cui abbiamo partecipato anche noi. L’evento ufficiale del Tour de France per cicloturisti e cicloamatori...

Le bici da sogno possono diventare realtà? Sì, il sogno diventa realtà con il programma di personalizzazione Project One messo a punto da Trek. Passo dopo passo avrete modo di...

Ci stanno facendo incuriosire, ci sanno stuzzicare e ingolosire, ci fanno arrovellare nell'attesa... Quelli di casa De Rosa ci stanno letteralmente prendendo per la gola e promettono che... Nel loro...

Se da una parte è vero che il momento per le vendite di biciclette si sta rivelando più complesso del previsto, è altrettanto vero che da Bikeroom possiamo sempre aspettarci...

La nuova e-Vertic FX nasce per accompagnare i biker nelle uscite in montagna, garantendo grande maneggevolezza e puro divertimento, più a lungo. Presentata in anteprima al Bike Festival Garda Trentino (1-4 Maggio 2025) di Riva...

25 gradi, sole splendente e colline del Prosecco accoglienti come non mai. L’XC Tra Le Torri 2025 va in archivio al termine di una vera e propria giornata estiva che...

Dal 9 all’11 maggio 2025 torna Pavè - Pedalando a Venezia, il bike festival di narrazione che per il quarto anno crea uno spazio di comunità per riflettere insieme sul tempo che viviamo...

Il Maglificio Santini va a celebrare gli oltre oltre 35 anni di collaborazione con l’Union Cycliste Internationale (UCI) di cui è fornitore ufficiale, presentando la nuova collezione Santini X UCI,...

È tempo di Bike Festival Garda Trentino per Ursus. L’azienda vicentina sarà presente dal 1° al 4 maggio 2025 all’importante appuntamento dedicato all’off-road in programma a Riva del Garda. Presso...

Alé, il brand italiano leader nel settore dell’abbigliamento tecnico da ciclismo, annuncia una nuova e strategica collaborazione con GFNY, uno dei più estesi e prestigiosi circuiti internazionali di gare ciclistiche...

Forse molti di noi lo hanno accantonato troppo in fretta il caro alluminio, una lega che ci ha dato sempre tante soddisfazioni e che secondo Fulcrum merita ancora oggi tante...

C’è un’idea molto diffusa – e molto superficiale – nel mondo del ciclismo: che una bici usata in “world tour” sia il punto d’arrivo della tecnologia. Che tutto ciò che...

Specialized amplia la propria offerta per il cross-country e il down country con il lancio della nuova famiglia di ruote Roval Control SL, una gamma pensata per soddisfare le esigenze...

Non lo vedrete diverso dalla precedente versione perché l’estetica resta identica, quello che cambia nel nuovo Superpasso PRO di Vredestein resta nascosto agli occhi ma porta con sé numeri interessanti:...

Arrivano i primi trail della stagione…siete pronti? Se cercate una giacca per passare fuori le notti con la vostra gravel, avete bisogno della ASSOS x Mammut Aenergy IN Hooded Jacket....

Con la bella stagione torna la voglia di scoprirsi e di sentirsi a proprio agio con capi tecnici e performanti, motivo per cui sarete felici di poter attingere anche alla...

Quando la MTB incontra i vigneti e le Colline del Prosecco vuol dire che è tempo dell’XC Tra Le Torri. Tradizionale appuntamento nella giornata della Festa dei Lavoratori, giovedì 1°...

Il nome è quello dell’autodromo definito da tutti come “Tempio della velocità” mentre gran parte della sua velocissima natura deriva dalla sorella da altissime prestazioni Ostro Vam, modello in mano...

Dopo aver portato le bici da strada e gravel Canyon all'apice del successo agonistico, la superstar spagnola Alejandro Valverde, uno dei più grandi corridori della sua generazione, ha firmato oggi...

Il nuovo copertoncino ENERGIA EPS TLR lanciato da CST Tires guida una vera rivoluzione, infatti, come capostipite ad alte prestazioni del segmento stradale del noto marchio taiwanese, è il primo...

Selle Italia presenta la nuova "White Range", una collezione che vede protagoniste le sue selle più iconiche – Flite Boost, SLR Boost e Novus Boost Evo – ora disponibili nell'elegante...

Nel ciclismo di oggi le perfromance migliori si ottengono sempre tramite preparazione e tanto impegno ma anche affidandosi a prodotti innovativi e aerodinamici come accade per il Casco Chrono di...

Ultraleggero, efficiente e sicuro, ma anche sostenibile nella sua produzione grazie al carbonio riciclato..così si presente il nuovo Shuttle Cage Z, il nuovo portaborraccia di Topeak. Leggero e resistente Questo portaborraccia...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
di Giorgio Perugini
Oggi Castelli Cycling presenta con orgoglio la sua famiglia Gravel, professionisti e non della ghiaia con cui il marchio condivide...
di Giorgio Perugini
Chi pratica molti sport sa quanto sia utile possedere elementi in grado di coprire al meglio diverse attività sportive, un...
di Giorgio Perugini
Se non vi serve una grande impronta a terra ma vi basta un copertone veloce ed in parte poliedrico per...
di Giorgio Perugini
Il periodo dell'anno che stiamo affrontando richiede l’utilizzo di abbigliamento caldo, protettivo e dotato di ottima traspirabilità, caratteristiche che possiamo...
di Giorgio Perugini
Per quanto mi riguarda sono tra gli occhiali migliori del momento e anche quelli più sfruttati da Tadej Pogačar durante...
di Giorgio Perugini
Revolution in ordine di tempo è l’ultima novità road prodotta da Northwave e vi anticipo che si tratta di un...
di Giorgio Perugini
Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere...
di Giorgio Perugini
Potremmo spendere mille parole su Protone,   probabilmente  uno dei caschi più apprezzati di sempre, un prodotto sfruttatissimo dal team...
di Giorgio Perugini
Gravel o road? Quanti dubbi, dubbi che potete semplificare ed eliminare del tutto sfruttando una...
di Giorgio Perugini
Nelle uscite gravel ci sono molte cose che restano indelebili come i panorami, lo sterrato, i sentieri inesplorati, ma anche...
di Giorgio Perugini
I due capi che vi presento oggi sono la Equipe R Spring Fall LS Jersey S11 e l’equipe R Spring...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy