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DOSSIER NEOPROF. TUTTI IN SCIA AD UNA UNA STELLA IRIDATA
di Paolo Broggi e Danilo Viganò | 25/01/2022 | 08:10

Sono diciotto o forse diciassette, ma magari solo quindici. Mai come quest’anno è difficile racchiudere in una categoria precisa i neoprofessionisti italiani, ra­gazzi pronti a coronare il loro sogno di bambini compiendo un passo importante nella loro carriera.

Ma andiamo con ordine nella no­stra presentazione che viene aperta, noblesse oblige, dal campione del mondo Filippo Baroncini che, dopo aver indossato per poche corse - vincendone una - la maglia iridata nel finale di stagione, fa il grande passo con la Trek Segafredo.

È lui la stella di questa pattuglia, non solo per il titolo iridato ma per la qualità di vittorie e la continuità di rendimento che hanno caratterizzato la sua stagione con la maglia della Colpack Ballan.

Passano in diciotto, dicevamo, ma uno... ripassa. È Andrea Piccolo che un anno fa si preparava all’esordio con la maglia della Astana ma che di fatto tra i professionisti non ha mai corso. Fer­mato prima da guai fisici e poi dai problemi emersi in seno al team ka­zako, con il cambio di guida tecnica ed il susseguente passaggio di proprietà, Pic­colo è tornato a correre solo ad agosto tra i dilettanti con la Viris Vige­va­no. All’esordio ha subito firmato il secondo posto a Capodarco e in due me­si ha vinto tre gare importanti come il Giro del Valdarno, la nazionale di Col­lec­chio e la Ruota d’Oro. Poi ha chiuso la stagione con la maglia della nazionale piazzandosi tra l’altro nono nella Ve­neto Classic.
Piccolo, talento indiscusso, riparte dal­la Gazprom Rusvelo: nel ProTeam guidato da Renat Khamidulin, il corridore magentino troverà l’ambiente giusto e lo spazio per emergere.

WorldTour forza tre. Detto di Fi­lippo Baroncini, due soli altri corridori approdano nella massima divisione del ciclismo. Si tratta del bresciano Michele Gazzoli e del trentino Edoardo Zam­banini: il primo passa alla Astana Qa­zaqstan dopo una stagione convincente nella Colpack Ballan, che lo ha visto fra l’altro vincere il Li­be­razione e arrivare quarto al mondiale, mentre Zambanini è un corridore completo che ama la salita, arriva dalla Zalf con cui ha ottenuto una vittoria a Loro Ciuffenna e su di lui scommette la Bahrain Victorious.
Con un piede nel WorldTour c’è anche lo scalatore lucano Alessandro Verre che passa alla Arkea Samsic, corazzata francese che ha acquisito il diritto di es­sere invitata a tutte le gare di WorldTour e che punta dichiaratamente alla promozione nella massima serie. Verre ci arriva dopo aver vinto in ma­glia Colpack Ballan la prima tappa del Valle d’Aosta, poi a Mel­dola e Corsanico, dopo aver concluso al sesto posto assoluto il Giro d’Italia Under 23 e aver difeso la maglia azzurra al Tour de l’Avenir.

La polemica. Dicevamo in apertura che i prof sono 18 o forse 17 o magari solo 15. Esaminato il caso di Piccolo, veniamo alla polemica riguardante i più giovani della truppa, vale a dire Ales­sandro Pinarello e Giulio Pellizzari. Co­me avete potuto leggere nell’editoriale del nostro direttore, i due ragazzi che provengono dalla categoria juniores sono al centro di un caso: per il regolamento italiano non hanno i requisiti necessari per passare professionisti, visto che sono richiesti come minimo due anni tra gli Under 23. A chiamarli nella massima categoria è la Bardiani CSF Faizané che li ha inseriti nel suo nuovo progetto, quello di una “formazione” di Under 23 dove disputeranno le gare più importanti della categoria dilettantistica, cresceranno seguiti dal diesse Mirko Rossato e si prepareranno senza pressione ad affrontare i professionisti.

Il progetto è interessante, si tratta di un vero e proprio vivaio all’interno della squadra, ma per la Federazione i due non possono essere tesserati. La Bardiani della famiglia Reverberi ha deciso di investire su di loro perché sono ragazzi di talento: Pinarello con la Borgo Molino Rinascita Ormelle ha vinto otto gare tra cui il Trofeo Buf­foni, il Giro del Friuli Venezia Giulia a tap­pe e la Sandrigo-Monte Corno oltre a piazzarsi terzo al Giro della Lu­ni­giana e conquistare il titolo italiano della cronosquadre.

Pellizzari arriva dall’Uc Foligno, ha vinto a San Giovanni in Marignano, a Mocaiana e Castel Fiorentino, è stato quarto al Friuli e all’italiano in in linea, quinto al Buffoni, decimo e migliore degli azzurri alla Corsa della Pace. Potranno lavorare con calma, fra l’altro saranno alle prese con la maturità, perché mai dovrebbero tesserarsi all’estero se non vogliono perdere questa oc­casione?

Il più vittorioso. Con i sette successi all’attivo Filippo Baroncini è stato il corridore che lo scorso anno ha alzato più volte le braccia al cielo ed è curioso notare come non ci sia nemmeno un ve­locista puro tra i ragazzi che passano: un probabile segno dei tempi in un ciclismo che è alla ricerca di corridori sempre più completi. Di contro, ben quattro i neoprof che non hanno colto nemmeno una vittoria nella stagione 2021: si tratta di Omar El Gouzi (4° al Valle d’Aosta e 9° al Giro Under 23), Alessio Martinelli (3° a Collecchio e 4° nel Giro del Friuli a tappe), Alessio Nie­ri (secondo al Valdarno) e Federico Ri­dolfo cresciuto nel vivaio della Novo Nordisk.

Stelle. Siamo costretti a ripeterci: su tutti brilla la stella di Filippo Baroncini. Oltre al Mondiale, il romagnolo ha vinto la tappa a cronometro al Giro Under 23, il Gp Del Rosso, la Pessano-Roncola, una tappa dell’Etoile d’Or con la nazionale, è arrivato secondo all’Europeo su strada e 7° nella crono aggiungendo anche il nono posto nella crono mondiale. .

Il più giovane. I classe 2001 sono Alessio Martinelli, il toscano Alessio Nieri (che come Martin Marcellusi arriva dalla Mastromarco Nibali), Filippo Ri­dolfo, Alessandro Verre ed infine Edoardo Zambanini.

Il più vecchio. C’è un solo ragazzo che dalla categoria Élite approda al professionismo: è il faentino Manuele Tarozzi, classe 1998, che dalla #Inemi­lia­roma­gna resta... in regione e si accasa alla Bardiani CSF Faizané dove punta a far valere le sue doti di scalatore. Dopo il quarto anno tra gli Under approdano alla massima categoria il lecchese Luca Colnaghi (tre vittorie, 7° al mondiale, 2° Trofeo Piva e 4° all’italiano in linea), Omar El Gouzi, Michele Gazzoli, Luca Rastelli (scalatore puro che nel 2021 ha vinto la Bassano-Mon­tegrappa e la Zané-Monte Cen­gio) e Alessandro Santaromita, figlio dell’ex professionista Mauro Antonio, cresciuto nel Vc Mendrisio e vincitore lo scorso anno della Chur-Arosa con arrivo in salita.

Le squadre di partenza. Cinque i corridori che passano al professionismo dalla Colpack Ballan (Baroncini, Gazzoli, Martinelli, Rastelli e Verre) mentre tre fanno il salto dalla Zalf Eu­romobil Desirée Fior: oltre a Zambanini, ci sono Alex Tolio, che passa alla Bar­diani, e il campione d’Ita­lia Under 23 Gabriele Benedetti chiamato da Gianni Savio alla Drone Hopper Androni Giocattoli.

Le squadre di arrivo. Qui non c’è match: lanciando il suo progetto giovani, la Bar­diani Csf Faizané ha chiamato a raccolta ben 11 atleti, otto dei quali destinati a far parte della formazione Under 23. Un corridore a testa hanno tesserato invece Arkea Samsic, Astana Qazaqstan, Bah­rain Victorious, Drone Hopper An­droni, Gazprom Rusvelo, Novo Nordisk e Trek Segafredo. Ha deciso di non puntare su neoprof italiani, invece, la Eolo Kometa che ha promosso due ragazzi spagnoli dal proprio vivaio e punta a far crescere i tanti giovani che compongono già il suo organico, con particolare attenzione su Alessandro Fancellu.

da tuttoBICI di gennaio

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