I PIU' LETTI
NIGGLI (WADA). «IL DOPING NON E' PIU' UN PASSO AVANTI, MA ORA DOBBIAMO EDUCARE»
di tuttobiciweb | 07/10/2021 | 07:51

Il direttore generale Wada (Agenzia mondiale antidoping) Olivier Niggli ha cncesso una lunga intervista a Sky Sport, toccando diversi temi di stretta attualità. Ecco le sue parole.

Si è sempre detto che l’antidoping è un passo indietro al doping: è ancora così?
«C’è un aspetto chiave per avere un effetto a lungo termine: educare, in ogni parte del mondo, i ragazzi, i giovani atleti affinché possano fare le scelte giuste. Prima ancora di parlare di positività, di test, di punire chi fa uso di doping dobbiamo lavorare per dare agli atleti che iniziano un percorso sportivo i giusti strumenti perché possano prendere da soli decisioni che riguardano questo argomento. Il mio sogno è quello di organizzare un programma educativo che abbia basi solide e farlo in particolare in quei paesi in cui ci è più difficile avere acceso a queste informazioni».

Qual è il suo progetto nel concreto?
«Per noi è una priorità aiutare quei Paesi meno sviluppati per fare in modo che elevino i loro standard così gli altri atleti che provengono da zone in cui ci sono maggiori possibilità come l’Europa, l’Italia ad esempio, siano certi di poter avere accanto a loro, quando inizia una gara, un avversario che ha subito gli stessi controlli. Al momento non tutti i paesi sono ancora allineati nella lotta al doping. Non dobbiamo dimenticare che lo sport non è vincere a tutti i costi, lo sport è costruire relazioni, è amicizia… già attorno agli 8 anni si possono trovare le parole giuste per spiegare i valori e lo spirito di praticare un’attività sportiva. E poi si deve proseguire sulla strada dell’educazione diventando più tecnici, entrando nel dettaglio degli effetti che il doping ha per la salute di una persona».

Informazione quindi alla base di tutto.
«Conoscere i rischi che corri in prima persona, sulla tua pelle, ti porta a non credere alle persone che ti suggeriscono di prendere la pillola rossa o la pillola blu perché capisci che non solo è scorretto ma è pericoloso. Per noi è fondamentale sapere che nel caso in cui un atleta si trovi davanti a una scelta difficile, perché sappiamo che accade anche se vorremmo che non fosse così, abbia la consapevolezza per potere dire NO, non prenderò quella sostanza».

Qual è il vostro bilancio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020?
«Il numero di test che sono stati fatti nei mesi precedenti all’Olimpiade di Tokyo è stato il più alto rispetto a qualsiasi altra edizione olimpica del passato. E questo ci rassicura. Però non ho la sfera di cristallo, il futuro ci dirà le risposte su questi Giochi perché le provette degli atleti testati vengono conservate per un periodo lungo (10 anni) e questo è molto importante, è un deterrente».

Sempre in chiave olimpica, a distanza di tempo alcune medaglie di Londra 2012 sono state revocate.
«Chi imbroglia deve sapere che se adesso non è stato trovato positivo non è detto che questo non accadrà in futuro. Credo che questo sia un messaggio molto forte. Spero che questo non accadrà, ma la scienza si evolve, si trovano nuovi test, verranno fatti altri esami sulle provette dei medagliati di Tokyo e allora sapremo se sono stati davvero i giochi più puliti di sempre. Il futuro ce lo dirà».

Quale la sua posizione sul caso Schwazer?
«È importante fare una distinzione sul caso Schwazer: la giustizia italiana ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a suo carico. Il diritto penale è una cosa, possono decidere quello che vogliono e questo fa parte della giurisdizione italiana. La giustizia sportiva, che è quello che ci riguarda quando si parla di antidoping, e non di giustizia penale, ha reso nota la sua decisione tempo fa, già a Rio. Il signor Schwazer ha portato le sue istanze per contestare la decisione della giustizia sportiva in più sedi: dal Tas, il tribunale arbitrale dello sport, al tribunale federale svizzero: e la sua difesa è sempre stata respinta, è sempre stata ribadita la sua colpevolezza».

Il processo seguito dalla giustizia sportiva è stato molto più scrupoloso nel guardare alle prove.
«La giustizia ordinaria in questo caso guarda solo all’aspetto penale, analizza una parte molto ristretta delle prove: queste due strade non si sovrappongono. Noi non siamo coinvolti nella raccolta delle provette e per noi il risultato di quell’indagine è chiuso da tempo. La giustizia sportiva ha lavorato in maniera molto scrupolosa: c’è stata un’udienza, sono stati sentiti testimoni, analizzate le prove, sono stati chiamati degli esperti e tutto questo ha portato alla sua condanna. La giustizia ordinaria si occupa solo del decidere se aprire o meno un’investigazione penale e il processo è molto diverso: non sono stati sentiti testimoni, alcuni esperti sono stati richiesti ma solo su temi molto specifici e possiamo dire che per molti aspetti non può essere considerato un vero giudizio quello che ne esce, ma solo una decisione di non procedere a un’investigazione. Personalmente non ho mai parlato direttamente con il signor Schwazer e nemmeno con il suo allenatore, il signor Donati con cui c’è stato solo uno scambio di mail. Noi siamo qui per proteggere gli atleti puliti, siamo qui per assicurare che un sistema equo sia applicato in tutto il mondo. Il signor Schwazer ha usato tutte le possibilità legali in suo possesso, il sistema ha lavorato correttamente e bisogna accettare quanto è emerso. Mi dispiace per lui ma dobbiamo accettare e rispettare le regole e rispettare ed essere rigorosi quando le prove portano in una certa direzione».

Umanamente non le è mai venuto un dubbio?
«Affrontiamo centinaia di casi ogni anno e non possiamo permetterci di porci interrogativi e dubbi sulle regole e soprattutto sulle prove che emergono, prove che, come in questo caso, sono molto chiare. Non possiamo ragionare a livello umano, parlare di sentimenti, dispiacerci: dobbiamo guardare a quali sono le prove, cosa significa in termini di regolamento, qual è l’esito e in base a questo dobbiamo applicare il nostro regolamento per ogni singolo individuo, esattamente nella stessa maniera in ogni parte del mondo. Questo è fondamentale se vogliamo proteggere gli atleti puliti: con Il signor Schwazer non abbiamo fatto altro che applicare lo stesso sistema che applichiamo con qualsiasi altro atleta. Per quanto riguarda il signor Donati, con cui abbiamo lavorato in passato, ora non abbiamo più alcun tipo di rapporto. E’ sempre stato un fautore della lotta al doping, ma sfortunatamente in questa storia ha deciso che la sua visione potesse essere l’unica possibile e noi non possiamo essere d’accordo su questo. Noi pensiamo che le prove portino in un’altra direzione e sfortunatamente non è più possibile avere con lui una conversazione razionale su questo argomento».

Veniamo al caso Russia.
«Non si può parlare né di vittoria, né di sconfitta. E’ solo triste ciò che è accaduto in Russia. Ed è triste soprattutto per gli atleti russi perché molti di loro erano all’interno di un sistema in cui non avevano scelta. Quello che noi abbiamo fatto è stato applicare le regole, la giustizia ha fatto il suo corso e le conseguenze di quello che è stato scoperto hanno portato all’esclusione della Russia a Tokyo. Quello che spero per il futuro, e voglio essere ottimista, è che questa sia stata una lezione. Una lezione che hanno imparato, e che questo non accada più non solo in Russia ma in qualsiasi altra parte del mondo. Spero che non ci sarà più alcun potere che avrà la tentazione di organizzare un sistema in cui gli atleti vengono forzati a fare uso di doping. Perché le prime vittime in tutto questo sono stati gli atleti che non hanno avuto altra scelta. Adesso dobbiamo guardare al futuro: la Russia è una grande nazione, con una grande importanza a livello sportivo. Hanno un sistema antidoping che funziona e noi vigileremo per avere la certezza che questo funzioni in maniera indipendente. C’è una nuova generazione di atleti russi che non hanno assolutamente nulla a che vedere con quanto accaduto in passato e che fanno parte di un sistema pulito. L’obiettivo è che quando questi atleti partecipano ad una competizione siano rispettati dagli avversari e non vengano visti con sospetto».

Alla ribalta c'è il tema cannabis.
«L’idea che l’antidoping sia sempre un passo indietro rispetto al doping deriva dal fatto che si pensa sempre ai nuovi prodotti che escono sul mercato e che serva tempo per testarli. Ma da 10 anni a questa parte, grazie ad un accordo con le case farmaceutiche, abbiamo accesso alle nuove sostanze che vengono prodotte ancora prima che vengano immesse sul mercato. Questo ci permette di lavorare in anticipo sulle molecole che vengono scoperte. I nostri laboratori studiano e analizzano in anticipo tutte queste nuove sostanze. Adesso, quando c’è un nuovo prodotto sul mercato, e qualcuno pensa di percorrere la strada del doping ed essere in vantaggio sull’antidoping, dico che si sbaglia».

Sconfiggere il doping è un sogno, un obiettivo o una possibilità?
«Penso che si debba sognare che è possibile. Per sconfiggere il doping bisogna lavorare ogni giorno con due obiettivi: renderlo sempre più complicato a chi voglia farne uso imbrogliando e proteggere gli atleti puliti. Dobbiamo ambire a garantire che tutti gli atleti che partecipano a una competizione siano uguali alla partenza. Che tutti si ritrovino a gareggiare in qualsiasi campo avendo fatto tutti gli stessi test, con lo stesso programma di controllo e che possano essere certi di competere con le stesse possibilità. Abbiamo ricevuto richieste da parte di atleti, atleti di alto profilo, di riconsiderare la nostra posizione riguardo alla cannabis. Questo non è un tema nuovo, se n’è già discusso parecchie volte nel corso degli anni. Ci sono posizioni diverse tra un paese e all’altro su questa sostanza: in alcuni stati è considerata una sostanza illegale, in altri è stata legalizzata. Per noi come Wada non può essere bianco o nero: dovremo trovarci con più esperti per discuterne ancora. Il tema per noi è legato strettamente allo sport e allora in questo senso analizzeremo se la cannabis deve rimanere nella lista delle sostanze vietate o se ci sono ragioni per cui questa posizione debba essere rivista. Ci affideremo alla scienza, a chi lavora in questo campo e il prossimo anno ne discuteremo con il nostro comitato esecutivo e il nostro board. Per il 2022 posso dire che la cannabis rimarrà ancora tra le sostanze vietate».

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Dal 2026 non sarà più possibile confondere la divisa di campionessa nazionale mauriziana di Kim Le Court con la maglia iridata. Nei giorni scorsi AG Insurance – Soudal e Soudal...

Prima non si usavano addirittura, poi è arrivata la pelle…poi l’EPS bianco e puro ed è a questa breve storia che si ispira l’edizione speciale del casco IBEX 3 pensata...

È ancora inverno sul lago, ma i preparativi per uno degli eventi ciclistici più popolari d'Europa sono già in pieno svolgimento: il 32° Bike Festival Riva del Garda torna dall'1...

«Sportful ha fatto parte di alcuni dei momenti più significativi della mia carriera», ricorda Fabian Cancellara e sono ricordi bellissimi quelli che vengono a galla, come quelli inerenti alla stagione...

In occasione del campo di allenamento che la UAE Emirates XRG sta affrontando a Benidorm, la Colnago ha consegnato due bici gravel speciali ad altrettanti campioni speciali. ...

Mercoledì 17 dicembre a Monaco verrà svelato il percorso de La Vuelta Espana 2026. L’importante evento richiamerà nel Principato atleti, addetti ai lavori e appassionati e tra questi anche alcuni...

Nelle date del 6 e 7 giugno delle agende di molti amatori c’è un pallino rosso a indicare La Stelvio Santini che, nella edizione del 2026, avrà una novità: l’evento...

Capita di prendere freddo, inutile girarci tanto attorno. Anzi, in tutta franchezza, il freddo fa quasi parte dei giochi se prevedete di affrontare una discesa o uscite presto alla mattina....

A partire dal 2026 il Campione del Mondo IRONMAN 2026 Casper Stornes diventa un atleta partner di Q36.5, l’innovativo marchio di abbigliamento da ciclismo con sede a Bolzano. Le principali innovazioni...

Van Rysel, marchio appartenente al grande gruppo Decathlon, fornirà anche per il 2026 alla formazione Decathhlon CMA CGM divisa, caschi, occhiali e bicicletta. Restano fedeli i colori del telaio, anche...

Oggi, giovedì 11 dicembre, viene presentata in tutto il mondo la nuova Factor One, un modello che ha fatto ampiamente discutere già nel giorno del suo debutto nelle corse al...

De Rosa presenta la nuova 70 che accompagnerà il team VF Group-Bardiani CSF-Faizanè nel 2026. «La scorsa settimana mi ha chiamato un giornalista, stava facendo il giro dei brand...

Campa Bros nasce nel 2004 con un solo obiettivo, ovvero portare nel mercato italiano e nelle mani di tutti gli appassionati componenti e accessori di ottima qualità per il mondo...

Lo sappiamo bene, il freddo può diventare insopportabile ma pedalare all’aperto offre ancora troppi benefici! Se cercate qualcosa di veramente clamoroso per trovare un prezioso equilibrio termico quando le temperature...

Se le idee all’ultimo minuto vengono a mancare è decisamente meglio muoversi in anticipo per scegliere il miglior regalo di Natale! Di proposte in casa Ciclo Promo Components ne possiamo trovare molte...

È stato ufficialmente inaugurato il nuovo punto vendita Decathlon a Como che ha al proprio interno uno store Santini, alla presenza del sindaco Alessandro Rapinese, della Marketing Manager di Santini...

Spesso siamo portati a pensare che il pedale sia un oggetto definito che non può cambiare, insomma, un elemento della bici che è arrivato a tutti gli effetti al suo...

Garmin annuncia l’atteso Garmin Connect™ Data Report 2025, che evidenzia le tendenze generali di fitness e salute degli appassionati Garmin di tutto il mondo. Da metriche come lo stress...

Nel 2026, la UAE Team Emirates XRG correrà nuovamente con due modelli Colnago da strada: la V5R e la Y1R. La livrea della V5R per la stagione 2026 cambierà: si abbandonerà...

I nuovi occhiali da ciclismo Magicshine Rouler e Windbreaker, marchio distribuito in Italia da Ciclo Promo Components, sono stati progettati per offrire una visione ampia e nitida, ma anche un ottimo...

In realtà questo portaborraccia non si rivolge solo a chi fa bikepacking, ma a tutti quelli che hanno telai di piccole dimensioni come mtb “full” o e-Mtb, ma una cosa...

C’è chi per il prossimo periodo prevede estenuanti sedute di cycling indoor e chi, sicuro nel proprio equipaggiamento invernale, sfida il freddo continuando ad assaporare il ciclismo anche con le...

Ducati è orgogliosa di annunciare l’avvio di un progetto dedicato a sviluppo, produzione e distribuzione di una nuova e più ampia gamma di biciclette ad elevate prestazioni. Una scelta che...

Correte prevalentemente su fondi veloci, compatti e belli asciutti? Perfetto, quello che affrontate allora può diventare il vostro tempio della velocità in formato gravel. Per situazioni come queste uno dei...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Spesso siamo portati a pensare che il pedale sia un oggetto definito che non può cambiare, insomma, un elemento della...
di Giorgio Perugini
Umido o asciutto? Eccoli qui, i due estremi che vi fanno tremare quando pianificate la vostra uscita quotidiana e non...
di Giorgio Perugini
Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui...
di Giorgio Perugini
Vi piace sentirvi veloci? Tranquilli, non siete i soli a desiderarlo mentre pedalate. Oggi Wilier con la nuova Filante SLR...
di Giorgio Perugini
Quando le aziende collaborano con numerosi team professionistici da molte stagioni mettendo a punto prodotti di altissima qualità e altamente...
di Giorgio Perugini
In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
di Giorgio Perugini
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
di Giorgio Perugini
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy