Il ciclismo lo appassiona fin da quando era un ragazzino e per anni è stato il suo lavoro. Ora il tempo è passato, ma il cuore di Luca Colombo batte ancora forte per la bici. «Passione, tantissima passione. È questo ciò che accomuna tutti a Fiorenzuola durante i sei giorni delle rose» ci dice il 55enne ex professionista, due volte iridato nella 100 chilometri a squadre (Stoccarda 1991 e Catania 1994) e argento olimpico a Barcellona 1992 nella stessa specialità (con Anastasia, Contri e Peron,ndr), conclusa l’ultima giornata di gare nel velodromo piacentino.
I sei giorni delle rose sono stati giorni intensi per tutti i volontari della grande macchina organizzativa guidata da Claudio Santi. Luca ha seguito tutte le prove da bordo pista, il suo compito è tenere i rapporti con i team partecipanti. «Anche noi volontari dell’organizzazione siamo una grande squadra e per me è un piacere e una grande gioia mettermi a disposizione di questo gruppo guidato da Claudio, che stimo tanto, e da un giovane competente, preparato e intraprendente come Luca Taranti. Ciò che accade nei giorni di gara – continua Colombo - lo vedono tutti ma non vanno mai dimenticati i preparativi e i lavori che precedono il grande evento e le persone che lavorano lontano dai riflettori. Non è facile gestire un evento come i sei giorni delle rose ma la passione di tutti è fondamentale per la riuscita della manifestazione. E, lo ripeto con orgoglio, sono felicissimo di far parte di questo gruppo».
Luca Colombo analizza l’evento anche sul piano tecnico: «Abbiamo assistito a gare di altissimo livello onorate da tantissimi atleti provenienti da molte nazioni differenti. Ho ancora negli occhi la Madison: semplicemente stratosferica! E delle gare femminili cosa dire? Il livello si sta alzando esponenzialmente, la qualità atletica e tecnica si sta alzando anno dopo anno»
Analisi tecniche ma, ancora una volta, tanto cuore. «Uno dei momenti che ricorderò con più piacere dell’edizione di quest’anno è Kuboki, atleta e ragazzo magnifico, che coinvolge e saluta il pubblico anche se non ha vinto. Questi sono gesti da rimarcare: si può anche perdere, ma l’importante è farlo con onore, rispettando gli altri. Credo sia un messaggio positivo che insegni molto, soprattutto ai ragazzi giovani che c’erano sulle gradinate» conclude Luca.
La chiacchierata con Colombo è proseguita e nei prossimi giorni su tuttobiciweb vi proporremo altri interessanti spunti di riflessione che il tecnico lombardo ci ha proposto, soprattutto relativamente al ciclismo giovanile.