I PIU' LETTI
LA “CONCA” DELLE NOSTRE CONTRADDIZIONI
di Silvano Antonelli | 06/07/2025 | 08:40

Il recente campionato italiano élite sembra essere stata l’occasione per accorgersi che il nostro ciclismo nazionale è “nudo”. Ma la cosa ancora più grave è che se avesse vinto Ganna o Milan tutto questo putiferio di recriminazioni e denunce non sarebbe successo. E la ragione è semplice: stiamo perdendo la cultura della complessità e l’intelligenza etica di vedere le cose senza attendere che ne esplodano gli effetti peggiori. Ad esempio, serviva la vittoria di Conca per far emergere l’inedito contrasto tra FCI e Lega? Oppure, se la FCI è retta in modo inadeguato, come mai a gennaio è stata rinnovata la fiducia al presidente che l’aveva gestita nei quattro anni precedenti?

Basta questo per dire che la situazione ha radici molto più profonde. E certi commenti sarebbero molto più costruttivi se insieme alla libertà di esprimerli fossero pure accompagnati dal dovere di interrogare se stessi e quindi scoprire che cosa abbiamo fatto individualmente, con l’esempio più che con la parola, perché ciò non accadesse.

Molti commentatori, tecnici e semplici sportivi, hanno già scritto e detto sui limiti e gli errori  che il recente campionato italiano ha portato alla luce, ma se mi è concesso, una riflessione vorrei aggiungere: non credo che il volontariato vada accantonato come una cosa ormai superata, non più adeguato ad affrontare le sfide del tempo e quindi l’evoluzione del ciclismo. Un sistema perdente per mentalità perdenti, se non un mondo di vecchi per vecchie idee.

Non tutti la pensano così, e meno male, ma quando leggo le ricette per avere corridori competitivi e aggiornare il ciclismo nazionale ai tempi moderni, la sintesi prevalente che riesco a cogliere è che servirebbe innanzitutto la specializzazione di tutto su tutto, con la chiosa finale che per fare questo servono soldi, tanti soldi, che tanti invocano però senza dire come recuperarli.

Sono gli effetti della cultura “verticale”: si prende il segmento che personalmente interessa e su questo si carica la ricerca, la specializzazione e la realizzazione di tutto quanto sia possibile.

E’ la cultura di chi immagina i muri e i tetti senza aver pensato dove stanno le fondamenta, una realtà metafisica sempre più frequentata da soggetti disposti solo a raccoglierne i vantaggi economici di certe prestazioni o di certe professioni, come ad esempio i procuratori, che senza alcuna responsabilità personale capitalizzano per se stessi il patrimonio umano e tecnico costruito da altri, stravolgendo a volte il normale percorso di crescita che un giovane atleta dovrebbe avere. Sono gli "stakeholder" bellezza! I “portatori di interessi”, quelli loro ovviamente.

E’ la cultura, pertanto, di chi dimentica che non esisterebbero né corridori né organizzatori se prima non esistessero le società di base, quelle che raccolgono i bambini del paese, che vanno generosamente nelle scuole, per riuscire a mettere in sella i ciclisti del domani.

Ma delle società di base non se ne parla mai o quasi da parte degli intenditori dei massimi sistemi, perché è troppo difficile ammettere la verità più semplice: una società di base nasce per volontà di qualcuno, per volontà associativa di diversi che si mettono in gioco con spirito puramente volontaristico, dove non ci si guadagna niente ma si assumono responsabilità di ogni tipo, da quelle amministrative a quelle del portare per strada i figli degli altri, con la fatica aggiunta di dover trattare con famiglie per la metà separate.

Sono gli eroi della responsabilità, quelli a cui si dovrebbe fare un monumento per tutte le domeniche spese a portare a gareggiare i ragazzi sempre più lontano perché ci sono sempre meno corse, le mezze giornate fra settimana per gli allenamenti fatti con il cuore in gola per i rischi del traffico, per le tante serate spese ad organizzare trasferte ed attività, a gestire democraticamente la società, a spremersi le meningi e a metterci la faccia (a volte quasi umiliandosi) per trovare quattro soldi di sponsorizzazione. Presidenti, autentici innaffiatori del movimento ciclistico ai quali lo statuto federale in fase di revisione possa presto attribuire maggiore dignità riconoscendo loro la facoltà del voto diretto telematico, senza più lo sfregio degli intrighi delle deleghe e dei relativi capi-delega.  

Uomini e donne che si dedicano alla formazione dei giovani, che aiutano l’integrazione infantile, che si spendono perché convinti che una società può essere migliore se migliori sono i suoi cittadini. Luoghi in cui si combatte la violenza e la disparità di genere nonostante una riforma dello sport che affloscia lo sport per i suoi astrusi meccanismi, dirigenti umiliati dall’obbligo dello “Safeguarding”, della serie: non importa chi sei, importa che sei sospettabile. Una riforma dello sport che culturalmente, normativamente e strutturalmente, è contro il volontariato dei valori ancor prima che delle prestazioni.

Queste cose ormai fanno spavento, e tra gli “strateghi” del nuovo ciclismo sempre più difficile trovare chi voglia cimentarsi nella fondazione di una ASD, che voglia provare lui ad essere di esempio.

Per i gruppi sportivi che nascono unicamente per gestire corridori di una certa fascia, un certo movimento c’è ancora anche se meno di un tempo, ma nelle società di base le teste grigie prevalgono di gran lunga, e quando queste abbandonano spesso anche la società li segue.

Io sono convinto che, pur con tutto quello che serve per far vivere un movimento sportivo, sia fondamentale la promozione e quindi l’allargamento del numero dei praticanti perché è soprattutto nella quantità (senza trascurare i benefici sociali) che si hanno maggiori possibilità di potenziali campioni o professionisti di qualità, per uno sport non di élite. E’ soprattutto nella quantità che si ha maggiori possibilità di scoprire il talento. Quel talento che prima si scopre e poi lo si perfeziona, e che non può essere costruito in chi non ce l’ha.  Né tanto meno coltivarlo come fosse una pianta precocemente selezionata come nel 2011 pensò di poter fare il Coni con il “Progetto talento”, miseramente fallito.

Per il nostro ciclismo, più che indicare le stelle è tempo di guardare dove stiamo mettendo i piedi, perché gl’inciampi sono ovunque, a partire dalle nostre contraddizioni.

Serve una azione politica per dare alle società di base sistemi gestionali semplificati accompagnati da una politica fiscale di forte incoraggiamento per le aziende che vogliono sponsorizzare. Di quanti sponsorizzano non per avere più vendita dei propri prodotti, bensì solo per aiutare il territorio, come sta (almeno teoricamente) nel ruolo sociale dell’impresa.

Servono adeguate tutele per chi decide di prendersi le responsabilità non per se stessi ma per la propria società e per il bene comune. Ogni scuola dovrebbe avere l’opportunità di fare ciclismo e ogni comune disporre di spazi protetti, con assessorati alla sport dediti alla sviluppo delle discipline e non soltanto alla gestione degli impianti. Serve un codice della strada e una cultura civile che tuteli il ciclismo nelle sue varie forme. La mancanza di sicurezza negli allenamenti è l’orco del proselitismo giovanile e in molte zone del Paese è difficile capire come il ciclismo possa avere un futuro.

Serve cioè ciò che l’uomo e la donna possono realizzare mettendosi a disposizione, perché lo Stato, oltre ai suoi fondamentali servizi e regole di convivenza, per lo sport e per la qualità della vita ha bisogno della partecipazione attiva dei cittadini, ha bisogno della grande forza del volontariato, così come il Terzo Settore sta a dimostrare.    

Volontariato nelle sua diverse forme, da quelle elementari a quelle più professionali, come nel ciclismo possiamo mettere insieme gli accompagnatori con i tecnici più freschi di scuola o comunque tecnici ricchi di quella esperienza e saggezza indispensabile per educare alla pratica sportiva chi è ancora giovane e bambino. Chi deve crescere prima di vincere.

Darsi disponibili per fare queste cose, a partire da se stessi, significa incominciare il percorso per diventare classe dirigente. Si, classe dirigente. Quella materia di cui si parla poco pur essendo così essenziale e che la FCI dovrebbe incoraggiare in tutte le forme possibili, a partire da specifici  percorsi formativi, perché senza le società di base tutto il resto diventa fuffa.

Nel nostro Paese più volte abbiamo visto scattare la solidarietà per qualcosa di grave che è accaduto o sta accadendo, e quindi il proliferare di diverse iniziative di sostegno in particolare di ordine economico.

Anche il ciclismo su strada, a mio parere, è “qualcosa che sta accadendo” come fenomeno di progressivo impoverimento, e sempre più si dovrà pensare a qualcosa di straordinario per impedire che ciò accada.

Io propongo di partire dalla cosa più semplice: chiunque ami davvero il ciclismo vada alla società ciclistica più vicina e chieda di diventare socio. Per incoraggiare i suoi dirigenti a non mollare ed aiutarli se non altro con il modesto contributo della quota tessera.
E’ poco? I vecchi contadini di una volta, per tirare avanti e far quadrare i conti, avevano una filosofia finanziaria molto semplice: “tanti pochi fanno molti”.

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Dovete trasportare la vostra gravel in aereo e siete pieni di dubbi? Metteteli da parte e per farlo puntate sulla Aerocomfort 3.1 Gravel di Scicon Sports, la nuova borsa porta...

Vuoi sostenere pienamente la tua crescita muscolare ed il recupero dopo intensi workout in palestra? EthicSport ha appena lanciato un prodotto che potrebbe rivoluzionare tutto: ecco a voi Whey PRO+,...

La nuova sella Nago R4 PAS AGX, una sella semi-tonda caratterizzata da un evidente e caratteristico T-shape, è l’elemento con cui Prologo va a completare la linea di selle AGX, quella...

Oggi  Colnago torna ufficialmente nei velodromi con un modello pronto a fare storia, ovvero il nuovo T1RS. In questa modernissima bici da pista si concentra quanto di straordinario è stato...

"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito...

In ASSOS la definiscono senza mezzi termini il capo invernale per eccellenza, una giacca progettata per consentire prestazioni elevate anche quando il freddo è pungente. Il limite per diversi capi...

La novità era nell’aria e dopo le varie prove sul campo nelle più importanti manifestazioni gravel al mondo, arriva oggi con tutta la sua forza la nuova piattaforma Super Record...

Se i pedali Kéo prodotti da LOOK Cycle sono un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e affidabilità, arriva oggi quello che potremmo definire un vero potenziamento del prodotto, un potenziamento...

Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo...

Consideriamola l’età del cambio di ritmo, una sorta di giro di boa ed è così che una volta compiuti i cinquanta anni dovremmo prendere in esame alcuni aspetti che prima...

Cosa ci fa un CEO da miliardi di euro con un due volte vincitore del Giro d'Italia? Venerdì 3 ottobre atleti e staff della Polti VisitMalta hanno avuto l'occasione di...

Il nuovo configuratore “YOUR LOOK A la Carte” diventa il braccio armato della tua immaginazione, anzi, direi che è e sarà il traduttore universale che ti permetterà di progettare il...

Ritorno alle origini per la settima edizione della Napoli Obliqua, con un meraviglioso percorso tra l'area del centro città Patrimonio Unesco, quello dell’area del Parco delle Colline Metropolitane e quello...

Vi piace sentirvi veloci? Tranquilli, non siete i soli a desiderarlo mentre pedalate. Oggi Wilier con la nuova Filante SLR ID2 vi porta in una nuova dimensione della velocità e...

Q36.5 amplia la sua proposta footwear con due nuove scarpe da ciclismo pensate per offrire prestazioni elevate su ogni terreno: le Gregarius Road Shoes, ideali per le lunghe uscite su...

Quando le aziende collaborano con numerosi team professionistici da molte stagioni mettendo a punto prodotti di altissima qualità e altamente performanti, gli effetti per i consumatori finali sono decisamente vantaggiosi....

I ragazzi di Partington.cc, capitanati dal fondatore Jon Partington, hanno una sola ambizione, ovvero quella di rivoluzionare il mondo delle ruote da ciclismo. Dalle volontà alle azioni il passo è breve,...

Gregario, giovane marchio italiano di biciclette artigianali in fibra di carbonio, è stato premiato con il prestigioso titolo di “Best New Builder” durante la fiera Bespoked 2025, svoltasi dal 10...

È tempo di un nuovo inizio. Dal Medio Oriente, all’Asia, fino al Nord Europa: ogni tappa, ogni curva e ogni numero sul reggisella raccontano un viaggio, una storia, un pezzo...

Il motore Polini EP-3+ si presenta oggi come una vera certezza nel mondo della pedalata assistita, un traguardo raggiunto con un grande sviluppo di cui il progetto ha goduto fino...

Quelli che vi propongo oggi sono due prodotti davvero di alto livello realizzati da Salice, due occhiali dedicati a chi vive il ciclismo con passione e dedizione. L’occhiale 020 si...

La gamma gravel Bianchi cresce e si rinnova, offrendo soluzioni su misura per ogni ciclista, dagli amanti della competizione fino a chi cerca libertà e avventura. Un’evoluzione che conferma la...

La collezione UNICO è la ricetta giusta per affrontare l’autunno/inverno 2025, una linea pensata per le pari opportunità e destinata ad offrire performance elevate, protezione e comfort sotto la strettissima...

Intorno ai 35 anni raggiungiamo il nostro picco di crescita, a seguire nel nostro organismo si riduce la sintesi di alcuni ormoni. Un evento fisiologico che avviene sia negli uomini che...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui...
Vi piace sentirvi veloci? Tranquilli, non siete i soli a desiderarlo mentre pedalate. Oggi Wilier con la nuova Filante SLR...
Quando le aziende collaborano con numerosi team professionistici da molte stagioni mettendo a punto prodotti di altissima qualità e altamente...
di Giorgio Perugini
In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
di Giorgio Perugini
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
di Giorgio Perugini
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy