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IL VIAGGIO DI GIANDO, UN MESSAGGIO PER IL MONDO. GALLERY
di Giorgia Monguzzi | 02/12/2021 | 07:30

La bicicletta è protagonista di vittorie, sconfitte, ma anche scelte di vita e avventure tutte particolari. Giandomenico Lorusso detto “Giando”, originario di Altamura, ha fatto della bici una vera e propria compagna di vita e simbolo della sua battaglia per il clima ed il benessere. Dopo una laurea in scienze psicologiche e molti progetti in giro per l’Europa, ha iniziato a lavorare come educatore portando ai più piccoli la passione per l’aria pulita ed una vita sana. «Nella mia idea la bici è il simbolo di una vita sana e naturale, una sfida costante per la salvaguardia del nostro pianeta e verso noi stessi- ci racconta Giandomenico- ogni giorno cerco di trasmettere questa idea a tutti i miei piccoli alunni coinvolgendoli in lavoratori sul riciclo e stimolandoli nell’attività fisica all’aperto». Per lui le due ruote hanno sostituito quasi completamente l’automobile, un modo per combattere il surriscaldamento climatico e dare prima di tutto il buon esempio.   

A fine dell’estate, armato di mountain bike, tenda e sacco a pelo, ha pedalato in solitaria da Tortoreto lido ad Altamura per tornare a casa dopo una lunga stagione come animatore in un famoso villaggio della riviera adriatica e lanciare un importante messaggio ambientale. Durante il viaggio ha attraversato Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata, un percorso in 8 tappe che ha intitolato “viaggio nelle terre di mezzo” perché l’intento non è arrivare il prima possibile, quanto esplorare i territori più sconosciuti; diventare un vero e  proprio “cane sciolto”, così come lo ha chiamato un signore incontrato lungo la strada.

Ognuna delle tappe è una parte speciale del viaggio, è la riuscita di un progetto tutto personale, un modo per portare un messaggio concreto in tutti i paesi che ha attraversato e alle persone con cui ha fatto conoscenza. Prima di partire aveva pianificato tutto quanto, ma spesso “Giando”, forte della sua passione per l’orienteering, ha deciso di cambiare qualcosa attratto da un cartello o da un particolare elemento del paesaggio, ha montato la tenda e si è accampato come il protagonista di un’avventura speciale. In alcune occasioni  ha anche sbagliato strada, ha percorso chilometri e faticato su lunghe salite per poi scoprire di dover tornare indietro, ma ogni errore ha racchiuso in sé un incontro speciale come a Giuliopoli con la signora Nadia, ex dirigente scolastica con cui presto farà un progetto con i bambini delle scuole.

«L’incontro più emozionante è però stato con un signore di Dusseldorf che ho incontrato in una delle prime tappe del viaggio- ci racconta Giandomenico- dopo un po’ ho deciso di superarlo perché era troppo lento promettendoci che ci saremmo incontrati di nuovo. Alcuni giorni dopo ad Agnone ci siamo trovati nello stesso ostello, è stato un vero e proprio caso perché entrambi pedalavamo su una via non tracciata ed era l’unica notte in cui non ho dormito in tenda. È il bello di queste avventure, il destino ci porta verso incontri straordinari».

Sono davvero tantissimi i paesi che ha attraversato, territori spesso abbandonati dai giovani, sono rimasti soltanto gli anziani a raccontare miti e leggende. Giandomenico ha avuto la possibilità di visitare luoghi straordinari come il lago di Bomba, Agnone, la citta delle campane, Melfi, Ortona, Pietragalla, Villa Santa Maria, la città dei cuochi. Il luogo più emozionante è stato senza dubbio il Vulture attraversato durante la sesta tappa, una zona di crocevia tra Molise, Basilicata e Puglia che un tempo era presidiata dai briganti e addirittura il giorno successivo su una stradina nascosta è stato anche attaccato da un cane gigantesco, per fortuna senza conseguenze.

Al suo arrivo ad Altamura è stato accolto da amici e parenti giunti in piazza per festeggiare la fine del suo viaggio. «L’ultima tappa è stata la più lenta, non volevo proprio arrivare, mi scorrevano in mente tutte le strade affrontate, i paesaggi e le cose più strane, tutti elementi di cui viaggiando in macchina non ci accorgiamo mai». È proprio racchiuso qui il messaggio che ha voluto portare Giandomenico, la magia di un viaggio in bicicletta, una sfida contro se stessi, ma anche la possibilità di fermarsi ovunque scoprendo luoghi dimenticati. Spesso corse di grande risalto come il Giro d’Italia mostrano al pubblico proprio questi paesaggi richiamando turisti e curiosi, «nella zona tra Villa Santa Maria e Rotello ci sono dei posti incredibili, non li ho mai visti in televisione e sarebbe bello che qualcuno li mostrasse, c’è anche una salita molto interessante, è lunga circa una decina di chilometri ed il paesaggio è mozzafiato, l’organizzazione della corsa rosa potrebbe farci un pensierino».

Giandomenico non è un atleta né tantomeno si definisce ciclista, non si allena per ottenere risultati, ma semplicemente pedala; è un appassionato che ha fatto della bicicletta uno stile di vita con cui cerca di sensibilizzare tutti quanti per la salvaguardia del pianeta. È l’esempio che chiunque, armato di passione, può mettersi in sella facendo della sana attività fisica e scoprire cose nuove. Il viaggio di “Giando” è esterno a tutto ciò che siamo soliti raccontare, nessuna corsa, nessuno sponsor, solo l’amore verso il mondo e il desiderio di scoprire cose nuove. «Ho già in testa un nuovo viaggio, questa volta però voglio puntare in grande, andare fino in Mongolia e forse anche in Cina, voglio lanciare ai miei bambini un messaggio ancora più forte sul mondo che cambia e che dobbiamo proteggere» ci dice prima di salutarci dandoci l’appuntamento a pandemia finita, intanto gira per le scuole raccontando il suo viaggio e spronando bambini e ragazzi a scegliere la bicicletta per passione e per il bene dell’ambiente.

Qui di seguito le tappe del viaggio di Giandomenico

1.    Tortoreto Lido- Ortona
2.    Ortona- Lago di Bomba
3.    Lago di Bomba- Agnone
4.    Agnone- Lago di Occhito
5.    Lago di Occhito- Biccari
6.    Biccari- Melfi
7.    Melfi-Pietragalla
8.    Pietragalla- Altamura

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