Specialized ha posizionato la Tarmac SL8 all’apice della sua collezione racing, una bici che a quasi un anno dal suo lancio nel giro di pochi giorni ha scortato Re Remco sul terzo gradino del podio del Tour de France e nella fantastica vittoria della corsa olimpica in linea. Una sola bici per vincere ovunque? Risposta affermativa, la Tarmac SLR è una bici da record.
Aerodinamica raffinata, linee minimali
Il ciclismo di oggi lo insegna, l’aerodinamica determina tutto e Specialized con la Tarmac SL8 fa una vera opera d’arte plasmando forme contenute e veloci. Il lavoro è stato lungo, circa due anni di test e prove nella galleria del vento per dare alla Tarmac i profili essenziali e vincenti che vedete.In particolare modo questa bici si distingue per un tubo sterzo particolarmente affilato e aerodinamico e un triangolo posteriore compatto ed elegante. Nel complesso il progetto ha poi seguito uno sviluppo che vedeva la leggerezza e la reattività come come due obiettivi essenziali da affiancare ad una guidabilità di livello superiore.
La bici fin dai primi prototipi è stata testata e confrontata con altre bici concorrenti dal team di Ride Science, arrivando simulazione dopo simulazione a quella che secondo gli sviluppatori è la bici da corsa più veloce mai realizzata fino ad oggi. Tarmac SL8 porta avanti l’aerodinamica raffinata della Venge e la leggerezza della Aethos e fa tutto con una dimestichezza davvero imbarazzante co pneumatici da 32mm.
Cockpit integrato, controlo e aerodinamictià
Il reparto frontale della Tarmac SL8 deve ridurre al massimo la resistenza aerodinamica limitando l’insorgenza di turbolenze. Detto questo, messo da parte il grande lavoro fatto con forcella e tubo sterzo, il manubrio integrato Rapide che vedete in foto ha il grande merito di rendere la bici più veloce favorendo un perfetto inserimento delle mani. A questo riguardo anche il reggisella, il più aerodinamico e stretto mai realizzato da Specialized, si conferma veloce e utile visto che riesce a ridurre le vibrazioni. 685 grammi rappresentano il peso di questo telaio, un valore di assoluta importanza che rende la Tarmac SL8 una bici dal cambio di passo repentino.
Il rapporto rigidità-peso è stato decisamente migliorato rispetto alla precedente versione SL7, un miglioramento del 33% che si rende palpabile in ogni situazione. Il telaio viene realizzato con il FACT 12r Carbon, stesso materiale utilizzato per la leggerissima forcella, ma quello che diventa determinante sono le forme dei tubi, sezioni magiche che permettono a Specialized di contenere pesi e volumi.
Non è una novità, ma è ancora una delle migliori al mondo
La Tarmac SL8 non è un modello appena uscito, questo è chiaro, ma è un modello vincente che non cede il passo alla concorrenza, anzi, ha a disposizione tutto quello che serve per diventare letale nelle mani di chi la utilizza. Come è possibile? Semplice, Specialized ha creato la ricetta perfetta anticipando tendenze ed esigenze di mercato. Una sola bici basta? Direi di si, almeno per vincere nelle più serrate competizioni mondiali. La vittoria di Evenepoel a Parigi ieri è una schiacciante dimostrazione di superiorità dal punto di vista atletico, ma è anche la dimostrazione che il binomio atleta/bici fa sempre la differenza.
Su strada è inebriante
La differenza tra la Tarmac SL8 e la sua predecessore versione SL7 è a io avviso netta, tutto ben percepibile quando si pesta forte sui pedali. I percorsi scelti per il test prevedevano qualche km pianeggiante e salite ripide o pedalabili. Infine, per mettere alla prova l’agilità della Tarmac SL8 ho affrontato le discese più veloci e tecniche della zona, tutto reso molto più gustoso visto l’asfalto appena rifatto. Solo dopo la prima uscita mi sono reso conto di quanto fosse dannatamente veloce, precisa, rigida, reattiva e leggera questa Tarmac SL8! L’avantreno è preciso e ampiamente comunicativo, un valore aggiunto in cui ogni comparto ( forcella, manubrio e telaio ) lavora nella massima sinergia con gli altri.
I cerchi in carbonio Roval Rapide CLX II a profilo differenziato scorrono precise e veloci, merito di una aerodinamicità notevole. I pneumatici S-Works Turbo Rapidair da 26mm sono velocissimi e fabbricano un rotolamento unico. Non serve esagerare con le pressioni, vi consiglio di far lavorare bene la carcassa in cotone per filtrare le vibrazioni derivanti dall’asfalto. Il manubrio integrato Rapide è uno dei migliori che io abbia mai utilizzato e offre una presa sicura e comoda, anche nella sua parte alta piatta. Qui una lavorazione “rugosa” del carbonio offre quel grip in più che non guasta mai.
La versione in foto monta il vecchio SRAM RED, ma questo non si è rivelato un problema. La bici in prova con un bike computer e i pedali LOOK Kéo Blade supera di poco i 7 kg ed è fulminea. La geometria è quella collaudata e accogliente della SL7, ovvero tutto quello che vi permette di sentirvi sicuri e pronti sul manubrio con il busto inclinato in avanti e una presa bassa tremendamente efficace. La Tarmac SL8 in prova mi ha stupito molto in salita e in discesa.
Su pendenze comprese tra il 3% e il 5-6% si conferma velocissima e certamente in contesti simili l’aerodinamica offre indiscussi vantaggi. Oltre il 9-10% è importante la rigidità e il modo in cui il telaio e il manubrio rispondono alle spinte delle gambe e delle braccia. Uno spettacolo. In discesa è una spada, massimo controllo e tanta prevedibilità, una delle mie preferite in assoluto. In pianura sembra sempre di potere pedalare con precisione senza disperdere nemmeno un Watt. Il colore Glass Red Sky è un vero spettacolo, una livrea che aggiunge profondità e carattere al design di questo telaio. Resta solo un grande problema, come farà Specialized a migliorarla?