Era nato il giorno di Natale. Doppia fregatura, ci teneva a spiegare: la prima fregatura, che nel confronto con Gesù ovviamente scompariva, e la seconda fregatura, che inevitabilmente scomparivano anche i regali di una delle due feste.
Ubaldo Pugnaloni, data di nascita 25 dicembre 1924, luogo di nascita Ancona, aveva il dono della leggerezza, dell’ironia e anche dell’autoironia. Amava raccontarmi di quella volta che Indro Montanelli, principe del giornalismo che era stato anche al seguito di corse e corridori per il “Corriere della Sera”, scrisse che “tanti anni orsono un ciclista, certo Pugnaloni, si mise in buona luce in una gara sportiva”, e che lui gli rispose ringraziando di aver trascurato il nome, Ubaldo, che avrebbe potuto peggiorare le cose, ma aggiungendo che anche Indro, come nome, all’anagrafe addirittura Cilindro, non era un granché.
A Ubaldo Pugnaloni, effettivamente, non corrispondevano né il nome teutonico (significa audace) né il cognome maggiorativo (suona cruento). Era un uomo mite, elegante, gentile, modesto. Forse anche un po’ sfortunato. Il giorno in cui vinse il titolo italiano dei giovani fascisti, cadde il fascismo: era il 25 luglio 1943. Professionista dal 1945 al 1949, Ubaldo corse perfino nella Bianchi, gregario di Fausto Coppi, poi e per sempre suo amico, di quelli veri, a prescindere, così amico da accoglierlo, ospitarlo, proteggerlo nella propria casa quando scoppiò lo scandalo, l’adulterio, l’esilio, la clandestinità. “Fausto – raccontava Ubaldo – mi aiuti?, gli chiesi, c’era un traguardo volante ad Ancona, io ci tenevo a vincerlo, lui mi mise a disposizione tutta la squadra, e io vinsi in carrozza”. “Fausto – raccontava Ubaldo –, quando io guidavo la macchina, si fidava così tanto di me da addormentarsi”. “Fausto – raccontava Ubaldo - rideva di cuore quando gli dicevo ‘adesso arrotiamo le lamette’ e facevamo il pelo alle altre macchine”. “Fausto – raccontava Ubaldo -, come sudava, era estate, faceva caldo, ma avevamo il riscaldamento acceso e non sapevamo come spegnerlo, era un’Aurelia nuova di Zecca, comprata tramite il Vaticano per pagarla di meno, e non sapevamo come fosse fatta, così viaggiavamo con i finestrini aperti e la testa di fuori”.
Sarà stata una doppia fregatura nascere proprio il 25 dicembre. Ma la concomitanza con il Nazzareno, aiuta a ricordare anche l’Anconetano. Oggi ne avresti fatti centouno, Ubaldo Pugnaloni – lasciamelo dire – meravigliosi nome e cognome. Auguri. Tanti. E grazie. Tante.