È da circa un mese che stiamo lavorando su questi nuovi Michelin Power Competition, pneumatici destinati agli agonisti più spinti, quella particolare razza di ciclisti che non ama i compromessi e vuole sempre il meglio per sé e per la propria bici.
Se ci fosse un grado di parentela tra pneumatici, questi #powercompetition potrebbero essere i cugini di primo grado delle gomme usate in MotoGP da Valentino and company, parentela stretta ottenuta con merito e una bella serie di credenziali messe nero su bianco!
A parte le battute, Michelin punta forte su questi nuovissimi pneumatici, tanto da mettere in discussione anche i tubolari, da sempre considerati “pane” per i professionisti.
Diversi test comparativi eseguiti da una agenzia indipendente chiamata Wheelenergy (www.wheelenergy.com), sia con i diretti concorrenti che con tutta la famiglia di Pro4, il top di categoria fino a questo momento, confermano le mostruose performance dei Power Competition. Ad un ciclista di 70 kg circa servono esattamente 1 minuto e 25 secondi in meno per percorrere 40 km a 35 km/h costanti rispetto ai Pro4 Service Course, con una resistenza alle forature implementata del 20% grazie ad una nuova protezione interna in aramide. Più o meno sarebbe un equivalente di 10 watt e ci sono amatori che si venderebbero l’anima al diavolo per molto meno!
La nuova mescola Race Compound (un mix di caucciù, elastomeri di ultimissima generazione e silice) è davvero speciale e consente una velocità di percorrenza in curva molto alta. Rispetto ai Pro4, quello che cambia è anche la carcassa, ora da 180 TPI in Nylon e vi assicuro che il comportamento del pneumatico ora molto più prevedibile. Una carcassa più morbida e flessibile acconsente all’intera struttura di copiare meglio le asperità del terreno, filtrando tutti gli urti che vi farebbero disperdere energie. La scorrevolezza è da primato soprattutto se trovate il giusto compromesso per il gonfiaggio. Non è una buona idea gonfiare sempre al massimo concesso dalle istruzioni, potrebbe essere controproducente. Sul battistrada per la prima volta in casa Michelin compaiono due indicatori di usura chiamati TWI, un segnalatore importante per non spingersi mai troppo oltre nell’utilizzo. Il peso della versione in prova da 25mm è di 215 g e sono montati su una Carrera-Podium Erakle Air con cerchi in carbonio Vision Metron40.
Il confronto diretto con i Pro4 della stessa misura è netto, bastano pochissime pedalate per capire che quello dei Power è un nuovo mondo. Siamo arrivati a poco più di 1000 km, tutti corsi in condizioni estremamente variabili. La costante? Zero forature e una sensibilità a terra totale. Il grip in frenata è aumentato e forse il merito sta anche nel fatto che i Power sono i primi pneumatici Disc Ready, molto più pronti a modellarsi durante questa fase in cui il battistrada si deforma per aumentare la presa a terra. In questo momento abbiamo una coppia di Power Endurance da 28 montata su una bici con freni a disco e confermo che la risposta è ottima.
Scambiando due chiacchiere con Andrea Casamassima (responsabile settore Ciclo di Michelin Italia) siamo giunti a conclusione di quanto sia difficile creare un pneumatico che abbia una bassa resistenza al rotolamento, una forte aderenza al suolo e che fili anche veloce minimizzando gli attriti nel rotolamento. Il nuovo Power riesce ad eccellere in tutte queste caratteristiche presentandosi (sulla base dei test) come la soluzione più veloce sulla terra, anche più dei tubolari. Il grip laterale è bestiale, sensazione che si rende ancora più palpabile sul bagnato. È in queste circostanze che si fanno i risultati e Michelin porta a casa risultati eccellenti. La bici sotto la pioggia è molto stabile e cambia direzione con grande rapidità lasciandovi liberi di passare da una traiettoria all’altra senza sudare freddo. Per gli amanti del Tubeless però non ci sono buone notizie, infatti, questi nuovi pneumatici non sono compatibili con questo sistema. Penso che i Power Competition siano tra i migliori tre pneumatici sul mercato, non ho dubbi. Un consiglio? Provateli.
Giorgio Perugini