Perché comprare una nuova bicicletta elettrica quando si può trasformare quella vecchia? È questa l’idea di base di Add-e, un progetto che sta cercando fondi su Indiegogo e che, verosimilmente, vedrà la luce del commercio fra pochi mesi. Come funziona? È un piccolo propulsore che si monta nella parte più inferiore del telaio, bello nascosto dalla corona. E da lì spinge deciso la ruota posteriore.
Il problema, se così si può chiamare, delle e-bike è il costo non così per tutte le tasche. Allo stesso tempo si è affezionati alla propria bici, che è leggera, bella da vedere e da utilizzare e magari non si è propensi a cambiarla. Questo accessorio risolve entrambe le questioni perché si monta direttamente sul mezzo di proprietà e non costa uno sfracello.
Add-e si monta piuttosto facilmente e si può agganciare a qualsiasi telaio grazie alla sua struttura standard. Non sarà necessario apportare modifiche alla bici, ma solo agire sui componenti che vengono forniti in confezione. Inoltre, una volta montato potrà passare in un lampo dalla modalità assistita alla modalità ruota libera. Il peso è di 800 grammi.
E com’è questa struttura? C’è il motorino al quale si aggancia la parte eletronica, due tipi di mount (il supporto da montaggio) a seconda della bici, eventuali adattatori, il connettore alla batteria e la batteria stessa che non è altro che una simil bottiglia che si può facilmente sistemare nel portaborracce. Il tappo è il regolatore dell’erogazione di potenza. Si può arrivare a 600 Watt e velocità massima di 50km/h.
C’è anche la possibilità di acquistare due mount su due bici diverse e così attaccare/staccare il propulsore e la batteria con un solo dispositivo. Davvero niente male, ecco la pagina ufficiale su Indiegogo, l’offerta speciale a 770€ è già andata esaurita, così ci si deve accontentare di quella da 940 euro (più 20€ di spedizione).
Sempre più piccoli, sempre più facili da montare (e smontare, soprattutto), questi propulsori accessori sono sicuramente interessanti, ma rischiano di diventare alleati perfetti per il problema delle biciclette dopate. L’ultimo caso alla Prato-Abetone parla da solo.
Diego Barbera