I PIU' LETTI
WALTER BRUGNA, LA MAGLIA IRIDATA E QUELLA PROMESSA DI FANINI... GALLERY
di Valter Nieri | 27/11/2022 | 08:06

Ci sono ciclisti che corrono per inseguire il sogno di una vita, ed altri che corrono per portare a casa lo stipendio divertendosi nel praticare uno degli sport più faticosi. Walter Brugna amava la bicicletta fin da ragazzo, era veloce e vinceva molto nelle categorie dilettantistiche, poi a 22 anni decise che era arrivato il momento di portare a casa uno stipendio e mettere su famiglia con la sua Clara. Passare professionista e riscuotere uno stipendio era dura allora come oggi se non si è un fuoriclasse e lui ci riuscì grazie all'apparentamento della Remac di Mario Cioli con Fanini. Era il l 1987, Fanini lo accolse come fa un padre di famiglia con i suoi figli e gli consentì di vincere sia su strada che su pista

«Trovai a Lucca - dice l'ex campione di Rivolta d'Adda - l'ambiente giusto per sfondare. Ero veramente felice: vinsi 4 tappe al Sun Tour, 5 al Giro dell'Argentina ed una al Giro del Michigan. Una vera e propria esplosione. A quei tempi le squadre di Fanini erano le uniche in Italia che andavano a correre oltre Oceano».

Cominciò anche a guadagnare i primi stipendi...

«A quei tempi il minimo di stipendio era di 28 milioni di lire l'anno, un grande uomo come Ivano Faninime ne dava 36. Devo dire che rapportati a quanto guadagnano i corridori di oggi erano niente però a quei tempi era uno stipendio dignitoso. Vincevo tanto e provai fortunatamente la pista. Mi specializzai nel mezzofondo ed il primo grande risultato lo ottenni nel 1988, arrivando secondo ai campionati italiani dietro Giovanni Renosto».

A Gand la prima medaglia mondiale.

«Sì. Giunsi terzo e quel bronzo mi diede una dimensione internazionale. A vincere fu l'australiano Danny Clark, secondo il belga Constant Tourné e terzo io. La seconda medaglia la conquistai nell'89 a Lione, ancora secondo alle spalle di Renosto. Era il preludio ad una costante crescita di risultati che mi fecero appassionare enormemente alla specialità degli stayer. Diventai uno specialista curando ogni minimo particolare delle mie biciclette Fanini preparate meticolosamente dell'indimenticabile Michele, bici con la forcella al contrario io spingevo rapporti pazzeschi. A livello di meccanica studiavo la ruota anteriore che doveva essere più piccola per sfruttare meglio la scia della moto. Da ragazzo mai avrei pensato di ottenere grandi risultati in questa disciplina sportiva».

Con il pool del c.t. Mario Valentini, arriva nel 90 il suo grande momento...

«Stavo veramente bene. Speravo nel titolo ma la concorrenza era molto qualificata. Il c.t. era Mario Valentini ma io ero allenato da Taddeo Grifoni prematuramente scomparso qualche mese prima della finale mondiale di Maebashi. Allora Mario Valentini per allenarmi mi affidò a suo figlio Mauro: era più giovane di me ma riuscimmo a trovare un feeling fra moto e bicicletta e la nostra intesa si rivelò produttiva. Purtroppo anche lui è scomparso lo scorso anno nel mese di febbraio all'età di soli 50 anni. Arrivai in Giappone deciso a vincere quel titolo: dovevo farlo per ufficializzare il mio amore per Clara, la donna della mia vita, pensavo a lei e al nostro matrimonio. Per riuscirci avevo però bisogno di soldi perché ce ne vogliono tanti per sposarsi. Non ci crederete ma Ivano Fanini su un biglietto da visita della sua concessionaria mi scrisse qualche riga promettendomi 20 milioni di lire in caso di vittoria. Non era un contratto ma una promessa. Facendo qualche calcolo, fra il premio della Federazione che però andava diviso fra tutti i componenti la nazionale e la promessa di Fanini sarei riuscito a realizzare il mio sogno che era sicuramente più importante dello stesso titolo di campione del mondo. Rimasi colpito dal Velodromo, al chiuso, riscaldato, con aria condizionata ed una superficie scorrevole per medie molto alte. Nelle tre batterie in programma i primi tre di ognuna passavano in finale. Portai a termine un'ora di gara più cinque giri di pista alla media di 68 kmh, diventando campione del mondo: siamo partiti subito in testa e devo ringraziare la grande collaborazione di Renosto, colui che mi aveva sempre battuto nelle gare più importanti, e di Bielli che furono per me fondamentali. Un titolo che dedicai subito a Ivano Fanini ed alla mia futura moglie Clara».

I mondiali di mezzofondo su pista si sono svolti fino al 1994: dispiace che una disciplina antica come il Mezzofondo della pista non abbia più, per i costi ingenti del personale addetto, il campionato del mondo. Era un titolo storico, la prima edizione del mondiale si svolse nel 1895, molto prima dei mondiali su strada che ebbero origine nel 1927.

Ma Fanini la mantenne la promessa?

«Certo, altrimenti come mi sarei potuto sposare?  Ricordo come fosse ieri che ci ritrovammo nella sua villa di Lucca e mi diede tre assegni: grazie a quei soldi ed al premio della Federazione raggiunsi il mio scopo. Ivano Fanini è sempre stato un vulcano: ha ottenuto il massimo con piccole risorse economiche. E' uno che si è fatto da sé, arrivando a grandi livelli con la passione e la competenza oltre all'astuzia a livello commerciale».

All'indomani del titolo mondiale conquistato, al suo ritorno all'aeroporto di Linate Walter fu accolto in maniera trionfale. Un'auto scoperta lo attendeva per trasportarlo fino a Rivolta d'Adda, suo paese natio ed attuale dove risiede tuttora. In piazza Vittorio Emanuele fu allestito un ricevimento caloroso dai suoi numerosi concittadini e tifosi. Fu allestito un palco ed organizzata una festa con tanto di banda e majorette alla presenza delle principali autorità cittadine fra le quali il sindaco.

«Fra le majorette - ricorda con grande soddisfazione Brugna - c'era anche mia moglie Clara. A pensarci adesso mi viene ancora la pelle d'oca perché un'accoglienza così non me la sarei mai aspettata. I miei amici furono molto bravi a mantenere il segreto per farmi la sorpresa. Allora veramente pensai che avevo ottenuto un successo molto importante. Più in quel momento di quando tagliai vittorioso il traguardo».

Solitamente un neo professionista rimaneva con Fanini da uno a tre anni prima di spiccare il volo verso le più forti squadre. Invece Brugna è stato uno delle poche eccezioni rimanendo con il dirigente toscano per cinque stagioni, le sue uniche da professionista.

«Quando sono arrivati i risultati ho intensificato gli impegni con la pista anche se mi sono pure tolto qualche soddisfazione anche con la strada. Nella mia ultima stagione da professionista nel 1991 con Amore e Vita vinsi seconda, sesta e nona tappa al Giro dell'Argentina e a fine stagione attaccai la bicicletta al chiodo In pista non avevo più i migliori tempi e difficilmente mi sarei ripetuto a livello mondiale. Poi, una volta sposato, sentivo il desiderio di stare di più a casa. Fanini cercò di convincermi a correre almeno un altro anno, ma in me prevalse la scelta della famiglia e di una vita normale senza più le lunghe trasferte. Oggi a 57 anni vado verso la pensione. Io e Clara abbiamo due figli con Alessio che ha corso fino allo scorso anno indossando anche maglie importanti come quelle della Zalf Euromobil e della MG K Vis, ha vinto tre corse nelle ultime stagioni ma ha preferito anche lui attaccare la bicicletta al chiodo per inseguire uno stipendio. Io continuo a lavorare per un'azienda lombarda come autista. Sono felice così e non ho rimpianti. Il ciclismo e Fanini rimangono una parentesi molto positiva della mia vita».

da La Gazzetta di Lucca

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
Colnago, bici ufficiale de La Vuelta, presenta oggi la Colnago C68 Rossa, un capolavoro nato dall'incontro tra la rinomata creatività italiana e la grande tradizione - 70 anni celebrati nel...

Rapha svela oggi la nuova collezione in edizione limitata per celebrare il decennio del Rapha Cycling Club (RCC) e lo fa con una vera esclusiva, ovvero una collezione disponibile...

Viaggiate con la vostra bici al seguito in treno o in aereo? Perfetto, allora conoscete bene i rischi che corrono le nostre due ruote in questi momenti. Basta un colpo...

Il Tour de France dominato da Pogačar è stato l’ennesimo capitolo di una stagione corsa a tutta velocità dal Campione del Mondo, un successo che vale un grande riconoscimento anche...

Gestire la temperatura diventa essenziale quando si ricerca la prestazione ed il motivo è semplice, abbassare la temperatura corporea durante l’attività ci permette di spingere di più. M andiamo oltre,...

Silico Grip 3D è la proposta gravel di Nabico, un nastro manubrio di 3mm di spessore moderno e resistente, perfetto per affrontare con grande controllo anche le fasi più complicate...

In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di altissimo livello, una collezione in cui spicca il modello Pace...

Siamo diventati dipendenti da oggetti alimentati a batteria nel ciclismo? Direi di sì, basta pensare ai vari bike computer, fanalini, radar, misuratori di potenza e cambi elettronici di cui non...

Le sorprese sono vere sorprese se arrivano da De Rosa, un marchio che non delude mai le aspettative. Siamo alla pausa estiva ma a  Cusano Milanino non si tirano certo...

Quello che è un super classico della gamma MAXXIS torna ora più versatile e gustoso che mai, merito di un nuovo design e di aggiornamenti che ne migliorano il comportamento...

Quando si parla di bikepacking il discorso si può davvero fare ampio, ma ci sono prodotti come il Cycling Wallet Touring Case GT ed il borsello da telaio Trekking GT...

Sette vittorie di tappa. Tre maglie. Due podi. Numeri che raccontano molto, ma non tutto. Perché il Tour de France non è solo una questione di classifica: è un teatro...

Per il secondo anno consecutivo, FSA (Full Speed Ahead) sarà al fianco di Red Bull Cerro Abajo nell’unica tappa europea che si terrà a Genova, in qualità di partner tecnico,...

Per Guerciotti, il gravel non è mai stato una tendenza passeggera. È la naturale evoluzione di una vocazione nata nel ciclocross, che grazie all’esperienza maturata in condizioni estreme, tra fango,...

La stampa 3D per le cover segna un punto di non ritorno alle imbottiture tradizionali, almeno per le selle top di gamma. Questo è un percorso intuibile almeno  per quanto...

Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi e anche il fortissimo sole estivo potrebbe darvi meno noie...

In questi anni ho sfruttato per le prove davvero molte coperture gravel, ma PIKA di CST Tires mi ha davvero stupito per tutto quello che riesce ad offrire. Nella sua...

La nuova Domane+ ALR di Trek è appena arrivata, completando così la sua collezione di e-bike da strada con un modello leggero in alluminio che consente ai ciclisti di godere...

Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è netta ed sì. Tessuti leggeri, accorgimenti tecnici e colori idonei...

Difficilmente potremmo trovare un alleato più prezioso della Creatina anche in questo momento dell’anno, una parte della stagione in cui per un motivo o per l’altro pretendiamo davvero molto dal...

Trek lancia una nuova configurazione di Madone Gen 8, una speciale edizione che scende sotto ai limiti di peso minimo imposti dall’UCI e con soli 6, 40 kg, comprensivi di...

Un continuo cambiamento governa questa splendida De Rosa 70 Deva ed il motivo si trova tutto nella sua speciale colorazione, una tonalità glicine cangiante che si rinnova, muta, si evolve sotto la...

Garmin Ltd. (NYSE: GRMN) ha acquisito MYLAPS, azienda olandese leader nel settore del cronometraggio integrato, del live tracking e dell'analisi delle prestazioni che contribuisce a creare un'esperienza sportiva ottimale per...

Nel gruppo si riconosce benissimo, merito della sua eleganza e di un design che ne esalta le forme aerodinamiche. Vi sto parlando della Merida Reacto, un modello che può vantare...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy