C’è una strada che si aggira per l’Europa, che unisce Canterbury a Brindisi e Brindisi a Canterbury, dunque una strada verticale almeno sulla mappa, che abbraccia italiani e francesi, lussemburghesi e svizzeri, che attraversa la Manica e sfocia nell’Adriatico, che valica le Alpi e supera l’Appennino.
C’è una strada che non è sfiorata dalla Brexit, che non è interrotta da frontiere e dogane, che non è bersaglio di Tav e Suv, né vittima di Tir e pick-up, che non può essere confusa con eurobond ed eurobet, che non sarà oggetto di rivendicazioni separatistiche e secessionistiche.
Perché è una strada che è lunga 3900 km, che esisteva già più di mille anni fa, che allora era frequentata da pellegrini (e anche da qualche bandito), che adesso rispetto alla descrizione iniziale (quella di Sigerico il Serio, arcivescovo di Canterbury, nell’anno 990) privilegia Vallonia e Alsazia invece che Piccardia e Borgogna, che è contraddistinta da un bollo blu con 12 stelle gialle e il numero 5 bianco, e che è meta, base di partenza e punto di arrivo, ma anche punto di partenza e base di arrivo. Ed è una strada che si può percorrere solo in bicicletta.
Si chiama EuroVelo 5 ed è l’antica Via Romea Francigena (Romea deriva da Roma, Francigena da Francia). Pensata e progettata, sentita e voluta, in parte realizzata, autonoma, anche se con qualche tratto in comune, con il cammino a piedi. Come il tratto italiano, da Milano a Parma, curato da Verde Natura per una delle sue 200 proposte itineranti. Sei giorni, cinque notti, 170 km a pedali, pianura con modesti saliscendi, buona per city bike. La prima tappa a Milano: il Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele, la Scala, le vie della moda, il Castello Sforzesco e il Parco Sempione. La seconda tappa da Milano a Parma, 37 km: il Naviglio Grande e il Parco Agricolo Sud, la Certosa di Pavia, il Castello Visconteo e la Basilica. La terza tappa da Pavia a Orio Litta, 52 km: prima lungo il Ticino poi lungo il Po, fino alla Grangia Benedettina e la Villa Litta. La quarta tappa da Orio Litta a Fiorenzuola, 57 km: su sterrato al Guado di Corte Sant’Andrea, per San Rocco al Porto, fino a Piacenza, con la basilica di Sant’Antonino e la sua Porta del Paradiso, e ancora lungo la via Emilia, con il Castello di Paderna. La quinta tappa da Fiorenzuola a Parma, 54 km: l’Abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba, il Duomo romanico di San Donnino a Fidenza, il Parco del fiume Taro, quindi il gran finale a Parma con il Duomo e il Battistero, gli affreschi del Correggio e le opere del Parmigianino, e il Teatro Farnese. E il sesto giorno, liberi tutti. Prezzi: da 770 euro. Per informazioni: www.verde-natura.com e info@verde-natura.com.
Cicloturismo: lento e intelligente, culturale e gastronomico, fisico e mentale, sociale e stradale, silenzioso e pulito, sicuro e comodo. Alberghi e colazioni. Strade più asfaltate che sterrate. Per coppie, famiglie, gruppi, anche per ragazzini dai 13 anni in su. Trasporto bagagli e un’app che fa da guida (ma segnali e frecce non lasciano dubbi, e poi c’è comunque il “roadbook”). Un viaggiare che è anche un abitare, un respirare che è soprattutto un vivere, un visitare che è molto più che semplicemente un guardare e un vedere. Un modo di pensare che si traduce anche in un modo di esistere. E la convinzione che qualche “surplace” vale più di medie e volate, watt e vam.
Marco Pastonesi