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ASPETTANDO IL GIRO. LA VALTELLINA E IL CICLISMO, STORIE DI VETTE AQUILE E CAMPIONI - 1
di Giuseppe Figini | 15/05/2025 | 08:16

Una terra, quella di Valtellina, che ha ospitato storici momenti di ciclismo, legati soprattutto al Giro d'Italia. E proprio in attesa dell'ennesimo pèassaggio e arrivo di tappa della corsa rosa, vi proponiano un viaggio in quattro puntate alla scoperta della Valtellina, delle sue montagne, della sua natura e, naturalmente, delle sue storie di ciclismo.

È una storia, bella storia, sempre più ricca, corposa e articolata, testimoniata e certificata da numeri in esponenziale e continua crescita quella della bicicletta, in tutte le sue forme e declinazioni, che ha quale teatro di riferimento dell’attività i suggestivi paesaggi che, in profusione, offre la Valtellina con le sue montagne e i suoi passi con “salite sacre”, con relative discese per i passi entrati di diritto nella storia delle due ruote. Strade percorse da grandi campioni che appartengono, oltre che alla storia, alla leggenda e al mito del ciclismo, in particolare con il Giro d’Italia, proponendosi per vari motivi al vertice internazionale degli amanti di quello è definito e riconosciuto come ciclismo verticale, con il fascino coinvolgente che esercita sui protagonisti e sugli appassionati che li ammirano e li seguono con partecipazione ed affetto unici.

La Valtellina, situata a nord della Lombardia, che si estende nel bacino del fiume Adda, a monte del lago di Como, con la collegata Valchiavenna, e piccoli territori situati nella zona del Pian di Spagna, dove l’Adda entra nel lago di Como o Lario che dir si voglia, appartiene amministrativamente alle province di Como e Lecco, formano la provincia con Sondrio capoluogo. Molteplici sono le valli collaterali che si dipartono dalla Valtellina e, fra queste, si possono ricordare la Valmalenco, la Val Masino, la Valle del Bitto, la Val Grosina, la Valfurva, la Valchiavenna, la Valle del Braulio, la Valle di Fraele e quella di Livigno, quest’ultima geograficamente situata aldilà dello spartiacque alpino principale e che ricade invece in quello del fiume Inn.

Il nome Valtellina deriva dal latino “Vallis Tellina”, ossia valle di Teglio, antico centro abitato nella media valle. L’intera provincia di Sondrio conta circa 160.000 abitanti con attività economiche che si diramano in diversi settori fra i quali una curata e seguita attività in vari comparti del settore agricolo, della viticoltura, dell’allevamento e conseguente filiera di trasformazione con pregiati risultati nel settore vinicolo, caseario, produzioni di carni e insaccati tipici e specialità alimentari ricercate e apprezzate, frutto dell’attività contadina, nella migliore accezione del termine, coltura e abbinata cultura del territorio per preservare e migliorarne le specialità, nel solco della tradizione che, pur con l’ausilio di moderne tecnologie, richiedono abilità manuali e conoscenze specifiche, spesso, anzi quasi sempre, portate avanti con fatica e impegno personali specifici per l’ottenimento del migliore risultato. È un territorio generoso ma sovente aspro per conformazione morfologica impegnativa. I terrazzamenti, costruiti a mano con muretti a secco, antiche opere d’ingegneria rurale, realizzati a mano lungo declivi scoscesi, sono un esempio sempre attuale e curato per l’ottenimento di pregiatissimi vini che “ricamano” con suggestiva geometria, i fianchi dei rilievi montuosi.

La Valtellina è lunga 120 chilometri, con un ampio e solatio fondovalle morfologicamente definito a “U”, come si studiava in geografia, è contornata da suggestive e imponenti quinte di gruppi montuosi appartenenti alle Alpi Retiche occidentali da quelle sud-orientali con le Alpi e Prealpi Bergamasche e le collegate Alpi Orobie. L’altitudine varia dai 200 ai 4.021 metri s.l.m. della Punta Perrucchetti - massima altitudine della Lombardia - situata alla sommità del massiccio del Bernina con la vetta a m. 4.050 che rientra nel territorio elvetico per circa 200 metri. La ferrovia con il treno rosso con carrozze panoramiche, denominato Bernina Express, collega Tirano a Sankt Moritz. È una straordinaria opera d’ingegneria inclusa dal 2008 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità UNESCO. Propone visioni mozzafiato di grande impatto emozionale di scorci del Bernina lungo il tracciato che s’arrampica nel cuore dell’eccezionale paesaggio alpino.

Geograficamente la Valtellina tocca a est il Trentino-Alto Adige, a sud le province di Bergamo e Brescia, a settentrione le terre svizzere del Canton Grigioni e ad ovest ancora il territorio elvetico, sfiorando anche il Canton Ticino.

La Valtellina e la Valchiavenna che presenta, oltre al capoluogo Sondrio, centri di rilievo per diversi motivi storici, turistici, monumentali e di differenziata pratica di vacanze attive, quali Morbegno, Tirano con il noto santuario, Chiavenna, centro di riferimento dell’omonima valle con i caratteristici “crotti” che definiscono cantine naturali con sorgente d’aria che conservano salumi e vini e con tavoli rustici, preferibilmente di pietra, Livigno “zona franca” distesa nel suo caratteristico abitato, Teglio, la “capitale” dei famosi “pizzoccheri”, eccellenza culinaria della provincia, Grosio, Valdidentro e Bormio, notissimo centro di sport della montagna e della neve con lunga tradizione ed avvenimenti al vertice, pure a livello mondiale, soprattutto nello sci alpino. Notevoli sono pure le antiche terme.

I gruppi montuosi di rilievo sono il Piz Zupò, il Gran Zebrù nel gruppo Ortles-Cevedale e il Monte Disgrazia, a cavallo fra Val Masino e Valmalenco il Piz Scercen. La Punta Perrucchetti (m. 4.040), nel gruppo del Bernina, è la quota più alta della Lombardia.

I principali valichi stradali della Valtellina sono il “mitico” Stelvio, il più alto d’Italia e secondo in Europa, il passo di Gavia, il passo San Marco, il passo del Mortirolo, passo Spluga e Foscagno. E l’elenco potrebbe continuare con molti altri nomi di passi e salite.

Come sempre riferisce Gianluigi Negri ma per tutti “Gigi”, valtellinese DOC nato all’Aprica nel 1956, “i passi uniscono i territori e non li dividono”. E ‘da oltre un ventennio il dinamico e capace propulsore del turismo e della pratica ciclistica, amico già in gioventù di Angelo Zomegnan il cui nome non ha bisogno di specifiche. E Gigi Negri stimola l’uso di tutti i tipi di due ruote nella valle, e non solo.

L’attività turistica offre molteplici possibilità differenziate per accontentare le diverse propensioni personali in strutture ricettive attrezzate ed accoglienti nei vari ambiti. La gastronomia è sicuramente un punto di forza dell’offerta valtellinese in un quadro ricco di specialità quali i notissimi e apprezzatissimi pizzoccheri, sorta di tagliatelle di colore grigiastro con farina di grano saraceno coltivato nel territorio e altri sfarinati, abbondantemente conditi con filanti formaggi locali, patate, verze o bietole, aglio e, volendo, con aggiunta della “pesteda”, battuto con sale, pepe, e foglie di erbe aromatiche locali, per insaporire ulteriormente il tutto. Altre specialità sono la polenta taragna, la polenta cropa, gli “sciatt” (rospo nel dialetto lombardo), frittelle di grano saraceno, farina bianca e formaggio, i “taroz”, i “chiscioi” e la “bisciola” dolce tipico che si richiama al panettone ma con molti più ingredienti. Fra i salumi spiccano la bresaola, e la slinzega ottenute da carne di manzo salata e stagionata da consumare cruda, mentre fra gli apprezzati formaggi si propongono in prima evidenza il bitto e il casera.

Le pregiate vigne della media e bassa valle disposte sui caratteristici e ingegnosi terrazzamenti che originano soprattutto vini rossi, fruiscono della definizione DOCG e tra i più noti si propongono le etichette Inferno, Grumello, Sassella, Valgella, Maroggia e lo Sforzato ottenuto con uva passita.

L’artigianato valtellinese presenta i tradizionali “pezzotti”, tappeti coloratissimi fatti a mano e i “lavec”, soprattutto in Valmalenco, pentole e pure piastre di cottura in pietra ollare, realizzate a mano, che favoriscono apprezzate e peculiari qualità di cottura.

Gli sport della montagna, in tutte le versioni, dall’alpinismo allo sci, sia in chiave invernale, sia estiva, offrono ampissima possibilità di fruizione in molteplici e note località con variata gamma ma caratterizzate sempre dai fondamentali in tema d’ospitalità in strutture oltremodo accoglienti.

E la montagna caratterizza anche i personaggi dello sport valtellinese come l’alpinista Achille Compagnoni, la campionessa dello sci Deborah Compagnoni, (omonimi ma non parenti), lo sciatore Pietro Vitalini, lo scalatore Marco Confortola, Arianna Fontana, specialista del pattinaggio short track. Per il ciclismo su strada si propone Davide Gavazzi di Morbegno, professionista di lungo corso tuttora in attività come Andrea Bagioli della Valmalenco e pure, per origine della mamma, Ivan Basso, assai legato alla Valtellina. Altri corridori valtellinesi si sono cimentati pure loro con il professionismo con vari risultati.
Personaggio di peculiare rilievo è stato Mario Cotelli (1943-2019), commissario tecnico della Nazionale italiana di sci alpino dal 1969 al 1978, il creatore della “valanga azzurra” con straordinari sciatori, pure giornalista, imprenditore, sempre legato a doppio filo alla sua valle.
Personalità di varia estrazione e specifico valore nei settori d’attività hanno avuto, e hanno, origine in Valtellina.
La valle è caratterizzata da una lunga e articolata storia costituendo un territorio d’importanza strategica specifica per la sua posizione di collegamento fra il nord Italia, la pianura padana soprattutto, e i territori d’oltralpe di lingua tedesca. Una storia che ha lasciato anche diverse, pregevoli, testimonianze monumentali. E la Valtellina ha saputo riprendersi velocemente dalla disastrosa alluvione che l’ha colpita nel luglio 1987 causando 35 decessi, migliaia di sfollati ed ingentissimi danni.

Per coloro che volessero approfondire qualche argomento sopra accennato in sintesi si propone la rete internet che tratta ampiamente la Valtellina e la Valchiavenna.

Questo è possibile anche per quanto segue, ossia la fascinosa storia, necessariamente “in pillole”, del Giro d’Italia sulle montagne e passi della Valtellina che costituiscono un capitolo di rilevante, primaria, importanza della corsa rosa. Questo grazie anche alla precisa tabella riassuntiva del Giro d’Italia in provincia di Sondrio realizzata da Michele Merlino, il “mago” dei numeri e delle statistiche di ciclismo e F1.

Non è però solo la corsa rosa che ha calcato i teatri delle valli valtellinesi poiché, sempre pronube Gigi Negri e il credito conferitogli dal suo continuo e corretto rapporto con le istituzioni, pubbliche e private, confermata credibilità, accompagnata da passione per la sua valle e le due ruote, ha portato altre corse ciclistiche in Valtellina. E qui si possono ricordare il Giro d’Italia femminile, con l’amicizia che lo lega a Beppe Rivolta, vessillifero del ciclismo dell’altra metà del cielo, il Giro d’Italia dilettanti o giovani (Next Gen nell’ultima versione firmata da RCS Sport) che dir si voglia. gare che hanno frequentato con continuità le valli della provincia di Sondrio. Negli anni 1990 fu sede di prove della challenge “Trofeo dello Scalatore”, promossa da RCS Sport oltre alle prove del ciclismo giovanile del comitato locale della Federazione Ciclistica Italiana.

E non solo agonismo puro, definiamo così le gare a tappe, poiché la Valtellina riserva al ciclismo amatoriale, con o senza pedalata assistita, molteplici occasioni di pedalare, sia fuoristrada, sia in strada, favorendo l’attività con giornate che prevedono la chiusura stradale a tutti i veicoli a motore per garantire i più ampi margini di sicurezza agli sportivi amatoriali.

Iniziative che, anno dopo anno, riscuotono grande successo di partecipazione grazie alla sinergica sensibilità in materia degli enti pubblici che “fanno squadra” con i promotori degli eventi e con Gigi Negri nelle fasi di coordinamento e propulsione. E “Re Stelvio” è una veterana in materia con il supporto di Mapei e poi Santini.

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