Nel nome del Padre, del Figlio e della Santa Bicicletta. Li educa e li benedice così: nel nome del Padre, una specie di general manager, di patron, uno che prima pedalava, poi è salito in ammiraglia, e nonostante l’età continua a guidare la squadra; nel nome del Figlio, un capitano, un leader, un campione, uno da imprese miracolose ma anche da sacrifici estremi; e nel nome della Santa Bicicletta, un po’ per il suo Spirito, un po’ per la sua Provvidenza.
Don Agostino Frasson dirige ciclisticamente la Casa Don Guanella di Lecco: una comunità intesa come un gruppo variopinto, un percorso scandito come tappe di un grande giro, le letture pensate come mappe per ritrovarsi quando si rischia di perdersi, e la fatica quotidiana - per nobilitarsi e mobilitarsi - come allenamento, fra lavori e ripetute, come abitudine, come disciplina. E appena è possibile, tutti in bici: le salite servono a espiare, almeno i peccati di gola, le discese costringono a usare i freni, anche quelli inibitori, la pianura insegna a stare in fila, a tirare ognuno la sua parte, a darsi il cambio, a scambiarsi una borraccia. Il Don, quando gli girano, ne approfitta per far girare anche le gambe, e si fa il giro del Lago di Como, 144 chilometri.
E poi eventi e appuntamenti. Venerdì, ospite d’onore a cena al Don Guanella di Lecco, ci sarà Guido Bontempi, che nel ciclismo ha fatto di tutto, da velocista a gregario, da direttore sportivo a motociclista, “regulateur” direbbero i francesi. Sabato 18 marzo, la partenza programmata prima dell’alba e l’arrivo previsto prima dei professionisti, la Milano-Sanremo (anche se il via verrà dato a Mesero), e lo scorso anno c’erano anche quelle che Don Agostino chiama “le mie pecorelle smarrite”, Luca Paolini e Mauro Santambrogio (più Cadel Evans a distribuire caffè e tè). E per l’8 ottobre è stata fissata la Granfondo Don Guanella, da Lecco a Lecco passando per Bellagio, Ghisallo, Colma, ancora Bellagio, Colle Brianza e l’Alpino, totale 130 chilometri (e Cadel ha promesso di esserci e impegnarsi). L’obiettivo è raccogliere soldi per finanziare la sala-ristorante dell’agriturismo donguanelliano.
Don Agostino – gambe da passista, fiato da inseguitore, fede da scalatore – accoglie peccatori e pedalatori con identico spirito ciclocristiano. Se uno dei suoi gli dice che va da Dio, lui sa che si tratta di pedalata rotonda; e se qualcun altro dei suoi gli annuncia che va alla Madonna, lui sa che si tratta del Ghisallo. Don Agostino sa che il ciclismo è una missione.
Marco Pastonesi