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GIRO D'ITALIA. LA TRIPLA INSIDIA DEL MONTE RAGOGNA
di Giuseppe Figini | 20/10/2020 | 07:58

Dopo la grande vittoria del britannico Tao Geoghegan Hart a Piancavallo e la seconda giornata di riposo è ancora il territorio del Friuli alla ribalta esclusiva di questa 16a tappa con itinerario tutto in provincia di Udine e con due terzi del percorso che interessa le Prealpi Giulie.

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Udine, situata al centro della regione storica friulana, è in posizione strategica, all’intersezione con importanti direttrici di comunicazione in varie direzioni, si è proposta quale città più importante del territorio dopo i periodi di Aquileia e poi di Cividale, sviluppandosi in proprio nel 1400 e continuando la tendenza nella lunga epoca del governo della Repubblica Veneta e, dopo altre vicende, nel 1866 ci fu l’annessione al Regno d’Italia e poi i fatti dei due conflitti mondiali che, soprattutto nella Grande Guerra, la videro in pratica in prima linea.

Dal punto di vista urbanistico la città, con circa centomila abitanti, è sviluppata intorno al colle dello storico Castello che ospita i Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, conserva l’originaria impronta medievale. Le testimonianze di particolare pregio architettonico sono Piazza della Libertà, ai piedi del Castello, con armoniosi edifici di tipo veneziano, la Loggia di Lionello che è pure il palazzo comunale, elegante costruzione in gotico veneziano con molteplici motivi ornamentali, il Porticato di San Giovanni e molteplici altri. Il Duomo, di forme gotiche imponenti del 1300, contiene diverse opere fra le quali dipinti di Gianbattista Tiepolo, poi S. Maria del Castello, unitamente a numerose altre, sono le costruzioni religiose di rilievo. La città è comunque permeata da motivi e atmosfere peculiari in diversi settori, con abbondanza di verde pubblico e positivi indici per la qualità della vita. Di rilievo specifico è anche l’offerta eno-gastronomica. Le attività economiche si rivolgono ora soprattutto al settore el commercio e dei servizi.

Il Giro d’Italia ha qui proposto arrivi di tappa nel 1910 con successo di Ernesto Azzini, 1926 Pietro Bestetti, 1932 il tedesco Herman Bose, 1933 Ettore Meini, 1948 Oreste Conte, friulano (Martignacco 1919-Bergamo 1966), vincitore di tredici tappe al Giro, 1949 Adolfo Leoni, 1967 Dino Zandegù, 1983 Roberto Visentini – era la tappa finale, a cronometro -, nel 1990 Cesare Cipollini.

La tappa passa per Vergnacco, frazione di Reana del Rojale, Savorgnano del Torre, frazione di Povoletto e quindi Ronchi, seguita dal capoluogo comunale di Faedis e qui, passando per l’altra sua frazione di Canebola, inizia la salita al GPM di Madonnina del Domm, 2^ cat., a m. 949. Sono km. 11,900 d’ascesa con pendenza media 6,6% e punta massima all’11,4%, in verdissima ambientazione, “palestra” di cicloamatori. Si scende poi a Masarolis, frazione di Torreano, poi si passa per località Crosada e giungere quindi a Cividale del Friuli. E’ città di lunga e importante storia che, con altri siti, dal 2011, fa parte del patrimonio mondiale UNESCO per il periodo longobardo. E’ il centro di riferimento delle Valli del Natisone, fiume che in città è scavalcato dal notissimo “ponte del diavolo”. Di valore sono il Duomo con il Museo Cristiano e il Museo Archeologico Nazionale mentre l’ipogeo celtico, scavato nel sottosuolo e il Tempietto Longobardo, hanno valso il riconoscimento UNESCO. Tipici dei luoghi sono la gubana, sorta di ciambelline riccamente farcito e lo slivoviz, acquavite di prugne. Nativi di qui sono Paolo Diacono (720-Montecassino 799), monaco erudito in vari settori, Adelaide Ristori (1822-Roma 1906) grande attrice e Vittorio Podrecca, impresario e regista del teatro delle marionette. Nel 2016 qui è terminata la tappa con partenza dalla vicina Palmanova della corsa rosa con la vittoria dello spagnolo Mikel Nieve.

Si passa nella frazione di Ponte San Quirino e si giunge a Pulfero, sui primi contrafforti del monte Matajur, con la Grotta di San Giovanni d’Antro, poi San Pietro al Natisone, con la bella chiesa e le numerose frazioni, San Leonardo, comune sparso con sede municipale nella frazione di Merso di Sopra. Si presenta la salita verso il GPM di 3^ cat. di Monte Spig, a m. 612, dove sorge anche il Santuario di Castelmonte, il più antico del Friuli, in panoramica posizione, già nell’ambito comunale di Cividale.

Si scende a Carraria, frazione di Cividale del Friuli, ripassando per il capoluogo comunale dove è fissato un traguardo volante, quindi Moimaccco, Ziracco, frazione di Remanzacco e, dopo il rifornimento fisso, Campeglio, località di Faedis, poi Attimis con la villa Strasoldo e Nimis, tipiche località della pianura friulana. A Nimis è nato nel 1932 Giuseppe Cainero, buon professionista, vincitore del G.P. di Zurigo 1958. C’è un altro GPM di 3^ cat. situato ai m. 614 di Monteaperta, nel comune di Taipana, in un sereno panorama verde. E’ località nota anche per le “tigri di Monteaperta”, squadra femminile di tiro alla fune – attività assai diffusa nella zona – che ebbero specifica notorietà televisiva anche nella trasmissione “Portobello” di Enzo Tortora.  

Segue la discesa, passando da Villanova delle Grotte, località di Lusevera, comune sparso con sede nella frazione di Vedronza, e giungere a Tarcento. La cittadina, sulle pendici di piacevoli rilievi, fra l’alta Valle del Torre e la pedemontana delle Prealpi Giulie, propone tra le sue strade diverse ville liberty e altre tipiche costruzioni e, da qui proseguire per Buja, in continuità di paesaggio con vari motivi d’interesse, Majano, con sviluppate attività e lo storico castello seicentesco della sua frazione di Susans e altri interessanti edifici. E’ nato a Majano, nel 1929, Lorenzo Buffon, portiere d’importanti squadre della serie A e pure della Nazionale. Si prosegue per Muris, frazione di Ragogna, comune sparso con sede comunale nella frazione di San Giacomo, e iniziare quindi la salita al Monte di Ragogna, GPM di 3^ cat., a m. 494 con km. 2,800 di salita e pendenza media del 10,4% mentre la punta di massima è 16% a circa metà ascesa. Altre due volte l’itinerario proporrà il Monte di Ragogna, sempre GPM, poiché la tappa prevede due giri di un circuito finale assai impegnativo. Si continua in discesa passando per San Pietro, località di Ragogna dove su uno sperone di roccia, nei pressi del Tagliamento, è visibile la sagoma caratteristica del Castello recentemente restaurato. Nel territorio di Ragogna è notevole anche la pieve di San Pietro, il lago d’origine glaciale e i vari scorci di panorama in varie direzioni.

Si giunge così una prima volta nel territorio di San Daniele del Friuli, cittadina con ottomila abitanti circa, disposta su un colle – è, infatti, il centro principale della zona nota come Friuli Collinare - e offre ampia, piacevolissima, vista della pianura e delle colline circostanti. Gode fama e notorietà mondiali per la produzione dell’omonimo prosciutto crudo DOP, un’eccellenza assoluta italiana, gustata e assaporata in ogni dove. Da secoli è il volano dell’economia locale e le sue caratteristiche sono proprie del particolare ambiente geografico, del microclima del luogo e di vari fattori naturali e umani. E’ prodotto in trentuno aziende di San Daniele del Friuli, seguendo modalità definite dal relativo Disciplinare di produzione che ha valore di legge. I prosciutti certificati presentano, impresso a fuoco, il marchio del Consorzio di tutela del Prosciutto di San Daniele con il codice d’identificazione del produttore. Il ciclo produttivo dura almeno 13 mesi. Altra specialità culinaria del luogo è la trota affumicata.

Fra i luoghi d’interesse emergono la prestigiosa Biblioteca guarneriana, fondata nel 1466 da Guarnerio d’Artegna, anche con preziosi codici miniati, il Duomo settecentesco, la ex chiesa di S. Antonio Abate con affreschi rinascimentali e vari altri motivi ancora.

E’ nato qui nel 1986 Alessandro De Marchi, “il rosso di Buja”, località vicina, valente professionista di lungo corso.

In tema di due ruote la Coppa Città di San Daniele per dilettanti è corsa storica che proporrà nel 2020 la sua 83^ edizione. Altre volte si sono disputati vari campionati italiani di differenti categorie organizzati dall’Unione Ciclisti Sandanielesi.

Nel 1991 la città ha ospitato il campionato italiano professionisti su strada e fu Gianni Bugno, arrivando da solo, a rivestire il suo primo tricolore con Franco Chioccioli e Claudio Chiappucci, nell’ordine, sul podio. Nella tornata finale del circuito, al Castello di Susans, è piazzato il secondo traguardo volante.

Sarà prevedibilmente una giornata di grande ciclismo e di continuo spettacolo il finale di questa tappa friulana con conclusione a San Daniele del Friuli.

 

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