Bianche, come quelle che nel 1869 aspettavano una ventina di velocipedisti per la prima gara italiana al Prato della Valle, a Padova, come quelle che nel 1909 accompagnarono i 127 corridori iscritti alla prima edizione del Giro d’Italia dal rondò di piazzale Loreto, a Milano, come quelle che sabato daranno nome e senso alla più originale, terrestre e seducente classica italiana, a Siena.
Bianche perché contadine e carrarecce, bianche perché toscane, anzi, senesi, bianche perché fatte di polvere o fango, di sassi e ghiaia, di schegge e briciole, bianche perché ricche di memoria e racconti, di giornalismo e letteratura, bianche perché appartenenti a diavoli rossi e maglie nere, bianche perché musicali e meteorologiche, pure e semplici, bianche perché eroiche.
Strade Bianche: sabato, da Siena a Siena, dalla Fortezza Medicea a Piazza del Campo attraverso 175 chilometri di cui 62 bianchi in 11 tratti, prima le donne, poi gli uomini, professionisti, e domenica, con la granfondo, sullo stesso percorso, per cinquemila. Le Strade Bianche stanno all’Italia come la Parigi-Roubaix alla Francia e il Giro delle Fiandre al Belgio: un marchio di fabbrica, una denominazione di origine controllata, un inno ciclopatriottico.
Le Strade Bianche sono nate nel 2007, prima come Montepaschi Eroica, poi come Montepaschi Strade Bianche. Con o senza la maiuscola, sono l’evoluzione agonistica – riservata ai professionisti - dell’Eroica, corsa amatoriale e passionale, appuntamento ormai ventennale (debuttò nel 1997 con 92 partenti), un’intuizione geniale di Giancarlo Brocci e del suo gruppo di amici a Gaiole in Chianti. E L’Eroica continua a essere valorizzazione del patrimonio culturale, salvaguardia del territorio senese, fenomeno del turismo ciclistico e del ciclismo turistico. Chi non c’è mai stato, non sa.
Le strade di Brocci e Rcs Sport si sono divise allontanandosi fino a incrociarsi scontrandosi, tra avvocati e tribunali. Ma le strade bianche, con o senza maiuscole, rimangono: silenziose, salutari, apparentemente povere e invece così ricche anche di sapori e odori, antiche eppure così all’avanguardia. Domani la corsa con Peter Sagan e Greg Van Avermaet, domenica 1° ottobre la pedalata con migliaia di eroici.
Marco Pastonesi