E’ un tandem: due bici in una. E’ un tandem particolare: i due manubri sono quasi sovrapposti, normale per chi sta davanti, lungo per chi sta dietro. E’ un tandem etico: creato per chi, da solo, avrebbe problemi a mantenersi in equilibrio, ma a suo agio quando viene accompagnato.
Si chiama hugbike: letteralmente, significa la bicicletta dell’abbraccio, proprio perché chi sta dietro sembra avvolgere e proteggere, insomma, abbracciare chi sta davanti. Ed è la bicicletta ideale per pedalare non solo con bambini autistici, ma anche con non vedenti, ipovedenti, soggetti con la sindrome di Down. E il bello è che, con la hugbike, i disabili non sono relegati sulla sella posteriore, ma su quella anteriore, gratificati dall’impressione di guidare il tandem e dalle emozioni di stare al vento.
Trenta coppie (genitori e figli, accompagnatori e ragazzi) parteciperanno su trenta hugbike alla Maratona di Treviso, domenica 5 marzo: 42 km e 195 metri per i corridori a piedi, e anche stavolta (succede dal 2014) per i corridori a pedali. L‘iniziativa è dell’XI di Marca di Marco Varisco e della Fondazione Oltre il Labirinto Onlus, presieduta da Alberto Cais e diretta da Mario Paganessi. Gli hugbikers arriveranno da Toscana, Puglia, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Correranno accompagnatori e ragazzi da Istituto Costante Gris, La Nostra Famiglia, CFP Don Luigi Monza di Conegliano, associazione Run4Mike, comuni di Spresiano e Roncade, associazione Punto Genitori e Figli FVG di Trieste, Centro Gymnsasium di Pordenone, Angsa Treviso e associazione Ifun Foggia.
Pedalare insieme significa stare, andare, viaggiare insieme, significa coinvolgere, condividere, collaborare, significa accettare ed essere accettati, significa aprirsi per gli autistici e vedere per i non e gli ipovedenti, e significa capire e comprendere per tutti gli altri. Una bici che aiuta tutti a imparare a stare al mondo. Tant’è che in quattro anni sono state prodotte 180 hugbike – la prima era stata donata a Papa Francesco già nel 2014 -, con richieste da Europa, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Marco Pastonesi