Come se Valentino Rossi, finiti i gran premi della MotoGp, salisse sulla sua Yamaha e se ne andasse a Capo Nord. Come se Nico Rosberg, esaurito il Mondiale della F.1, prendesse la sua Mercedes e attraversasse gli Stati Uniti coast-to-coast. Come se Daniel Oss, concluso il Giro d’Italia, non scendesse dalla sua bici e facesse un altro giro d’Italia, ma senza ordini e classifiche. Solo che, a differenza di Valentino e Nico, Daniel l’ha fatto veramente.
“Just Ride”, che è il prendi la bicicletta e vai di un secolo fa. Prendi la bicicletta e pedali, e viaggi, e scopri, e ricordi. Prendi la bicicletta e respiri, e abiti, e vivi. Prendi la bicicletta e cerchi, e trovi. Prendi la bicicletta e vai, e via, e vai via, e viavai. Oss ha preso la bicicletta per recuperare le sue radici rotonde, per ricaricare le pile, per riprendere confidenza con il pedalare anche dentro di sé, per sé, con sé. Ottocento chilometri in sei giorni e sei tappe, da Torbole a Lucca, incontrando Matteo Montaguti e Daniele Bennati, unendosi ai ragazzini della squadra in cui aveva cominciato Marco Pantani e di quella che aveva fatto esordire Gino Bartali, fra piadine e bicchieri di vino, su strade zitte e in centri storici. Una vacanza da cronometri, dorsali, ammiraglie. Una fuga da agonismo, competizioni, compiti.
Così è nata anche una serie di sei video – sei più uno, anzi un promo più sei puntate – che si possono godere su YouTube. Tre-quattro-cinque minuti di film “on the road”, di incontri artistici e vitali (la vita, amico - spiegava il poeta Vinicius de Moraes -, è l’arte dell’incontro), di bellezze italiche (da Ferrara e Siena a Massa Marittima), e di quel rock che da sempre batte in testa e nel cuore di Daniel (da Tempest a Portrayal, da Tame Impala a Pilooski). Casco e zaino, borraccia e telefonino, un operatore fisso e tanti compagni mobili, e un bel sorriso che abbraccia l’orizzonte.
Oss non è un corridore normale. E’ speciale. Quel genere di uomini che guardano diritto, che camminano verticali, che pedalano cercando un senso oltre che una direzione, che il vento ce l’hanno dentro anche in quelle rare giornate di calma piatta.
Marco Pastonesi
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