Un gruppo si aggira per l’Italia. E’ partito dal Molise, sta attraversando Abruzzo e Marche, arriverà in Emilia Romagna. Sessantuno ciclisti impegnati in 490 chilometri divisi in sette giorni, da domenica 11 a sabato 17 settembre, da Termoli a Rimini con tappe a San Vito Chietino, Giulianova, Ascoli Piceno, Fermo, Sirolo e Fano. E’ la sedicesima edizione della Bicistaffetta della Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta.
Pedalano per piacere: la strada e il vento, la geografia e l’avventura, la compagnia e la fatica. Pedalano per fede: la bici come stile e filosofia, come rimedio al traffico e come medicina contro l’inquinamento. Pedalano per abitudine: chi è ciclista urbano, chi cicloturista, chi ciclosalutista, almeno per alzare l’umore e forse anche abbassare la pressione. E stavolta pedalano soprattutto per mostrare, testimoniare, promuovere.
Il percorso è disegnato lungo la Ciclovia Adriatica, 1300 chilometri da Trieste a Santa Maria di Leuca (“Un grande corridoio ciclabile utilizzato anche per la mobilità quotidiana”), con l’obiettivo di farla inserire nel circuito EuroVelo (“E la Fiab è il centro di coordinamento del progetto in Italia”), sfruttando anche la vicinanza della ferrovia (“Per una perfetta integrazione bici + treno”). In particolare, a Pesaro si potrà provare la Bicipolitana (una rete ciclabile di 80 km), in Abruzzo la Via verde della Costa dei Trabocchi (40 km di ex tracciato ferroviario da convertire in ciclabile), a Fermo un incontro in collaborazione con Italia Nostra (sul recupero dell’ex ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola).
Il popolo del ciclismo è un arcipelago di gruppi, gruppetti e gruppettini, e troppo spesso sembra che ognuno vada, anche se sempre a pedali, per la propria strada. Il risultato è che invece di addizioni e moltiplicazioni, si finisca a sottrazioni e divisioni. La Bicistaffetta è un’iniziativa, una missione, un messaggio da sostenere, insieme. Anche a pensieri. Anche a parole. Anche così.
Marco Pastonesi