Sullo Stelvio con una bici pieghevole. Come doppiare Capo Horn su un canotto gonfiabile, come arrampicarsi sull’Everest con le scarpe da ginnastica, come affrontare gli All Blacks con una squadra di minirugby. O quasi.
Eppure succederà venerdì: il ritrovo a Bormio, la partenza alle 8, poi 21,5 km, 36 tornanti, 1550 metri di dislivello, pendenza media del 7,1 per cento e massima del 14, l’arrivo sul valico più alto d’Italia a quota 2757 metri. Su una Brompton.
Concepite per abitare in città (il primo modello risale al 1975), nate per essere piegate, ridotte e trasportate (peso 11 kg), le Brompton hanno il dono della sintesi (lo spazio occupato da una macchina equivale a quello di 42 bici piegate), la garanzia dell’ecologia (per produrre una bici invece che un’auto si risparmiano oltre 6 tonnellate di anidride carbonica) e un mercato mondiale (Italia compresa). E per proporsi, e anche per imporsi, non si pongono limiti: la prima scalata dello Stelvio è stata fatta un anno fa da 15 pionieri, stavolta (iscrizioni su brompton.it e soccorsoclown.it) il gruppo potrebbe decollare, almeno numericamente.
La bici è quell’animale che al mattino ha quattro ruote, a mezzogiorno due e la sera tre. E’ liberale e democratica, è felice e contenta, è spensierata e a volte spregiudicata. E soprattutto quando è così breve e bassa, minima comune multipla, è - ancora e sempre e sempre di più - la “petit reine”, la piccola regina.
La pedalata sullo Stelvio è riservata ai soli bromptoniani, reduci da un’altra manifestazione – più piatta – a Venezia, il Brompton World Championship, in giacca, cravatta e casco. Certo, c’è stato lo Stelvio di Fausto Coppi, anche quello di Aurelio Del Rio davanti a Charly Gaul fra muri di neve alti come palazzi e quello di Fausto Bertoglio dietro a Francisco Galdos al traguardo ma davanti allo spagnolo nella generale finale. Oggi c’è lo Stelvio dei granfondisti e dei cicloamatori. Così nessuno scandalo, ma anzi ammirazione per lo Stelvio fatto con le biciclettine per andare in ufficio o all’università. Tanto più che il ricavato sarà devoluto per sostenere Soccorso Clown, la onlus che fornisce pagliacci volontari negli ospedali per i bambini.
Marco Pastonesi