Fiorin è un nome che, da vari anni, evoca nel ciclismo una particolare attenzione verso i più giovani praticanti. Quasi un caso di scuola, come si suole dire, che vede il sodalizio operare soprattutto proprio nella scuola, nelle classi elementari, per reclutare sempre nuove e fresche leve da avvicinare, istruire e fare appassionare alla pratica della bicicletta. E’ questa, come del resto altre realtà simili in Italia, una società che con costanza, passione e sacrifici, sempre sottotraccia, non beneficiando delle luci della ribalta, svolge opera meritoria di proselitismo per avviare i più giovani alla pratica del ciclismo.
La storia inizia con Guido Fiorin, veneto, veneziano, di Musile di Piave che, all’età di sette anni (era il 1954) si trasferisce in Lombardia, a Seveso, frazione Baruccana, per la precisione, ora in provincia di Monza Brianza, quasi al limitare con quella di Como, lungo la direttrice della vecchia Strada Comasina che unisce Milano a Como. Com’era diffuso costume di quegli anni Guido Fiorin corre in bicicletta in squadre della zona ma un incidente stradale lo costringe, appena ventenne, a mettere fine all’attività agonistica vera e propria. Non smette comunque di praticare le due ruote anche se come amatore.
Nel 1977 è fra i fondatori dell’USC Baruccana, dove è il responsabile della categoria “giovanissimi”. Poteva forse essere altrimenti? Apre intanto un negozio di biciclette nella centrale via Trento e Trieste e Fiorin diviene anche sponsor della società oltre che il riferimento tecnico per le biciclette. Nel 1987 crea il sodalizio che porta il suo nome e del quale è ancora il presidente. Unico tesserato era Daniele Fiorin, il figlio. Nel breve volgere di un paio di mesi i giovani tesserati sono già oltre una ventina.
Da allora è sempre una costante nel panorama giovanile del ciclismo italiano con i suoi tesserati che originano un palmarès di grande rilievo con maglie iridate, tricolori, azzurre conquistate in tutte le specialità del ciclismo, dalla strada, alla pista, al ciclocross. E’ un sodalizio che opera su basi definibili familiari, privilegiando i valori ludici ma offrendo, nel contempo, validi supporti tecnici negli aspetti della preparazione per i più motivati a cimentarsi nell’agonismo. E in questo spunta l’imponente e aitante figura di Daniele Fiorin che avevamo lasciato quale giovane, primo e unico tesserato della neonata Cicli Fiorin. Lo ritroviamo poi, dopo la laurea ISEF, quale tecnico (ma non solo) della Cicli Fiorin per la quale rappresenta la moderna continuità basata, sempre e comunque, sui valori fondativi della società.
Una società che ha dovuto – e deve – fare i conti con le mutate realtà economiche di questi ultimi anni con i ridotti apporti finanziari sempre e comunque pareggiati dall’impegno personale che mai viene meno sia da parte dei collaboratori diretti della società, sia dalla cerchia dei famigliari dei giovani praticanti che qui trovano un ambiente e un clima che li mette a proprio agio. E questo non solo per la passione della bicicletta ma anche per le relazioni d’amicizia e di vivere e sentire comuni che sono un po’ il collante della Cicli Fiorin e del suo ambiente.
Daniele Fiorin è il riferimento di un numeroso e preparato “staff” di tecnici che si dedicano con continuità al loro ruolo nell’ambito societario. Più che tecnici e/o allenatori questi nascosti personaggi preferiscono indicarsi come “educatori”. E, detto per inciso, Daniele Fiorin è il Direttore Tecnico della Nazionale Giovanile della F.C.I. con la quale collabora in modo assiduo per il settore operando anche nell’iniziativa di Gazzetta Cycling Cup sulle strade del Giro d’Italia, sempre in visione di giovanissimi.
Volutamente non facciamo né nomi né cognomi di titolati/e della Cicli Fiorin. Oltre che a essere troppo lungo non rappresenterebbe lo spirito che anima la società sevesina e le altre realtà simili che, in Italia, operano con passione meritoria nell’ambito della promozione della bicicletta fra i più giovani, aldilà di tutte le numerose problematiche in materia.
Giuseppe Figini