Bambini mamme vigili giornalisti uomini fotografi ambientalisti curiosi carabinieri nullafacenti presenzialisti sponsor. Cicloturisti cicloamatori ciclourbani ciclo viaggiatori ciclopici. Ciclopride criticalmass criticalsquare salvaciclisti turbolenti brontolobike touringclubitaliano upcycle fiab ciclobby. Massimo Cirri e Sara Zambotti di “Caterpillar” in diretta Radio2. La banda degli ottoni che scoppiano, che dà fiato ai vecchi strumenti e ne cerca di nuovi. E poi lei: Paola Gianotti.
I primi trentasette dei duemilacento chilometri da Milano a Oslo, in bicicletta, li ho pedalati anch’io. Corso Sempione, via Losanna, piazza Diocleziano, via Cenisio, via Luigi Nono, il Monumentale, il ponte Farini, via Farini, piazzale Maciachini, via Imbonati, poi sempre diritto, Affori, Varedo, Barlassina, Lentate sul Seveso, Seveso, Cermenate, Cantù, poi sempre direzione nord, Svizzera, fino alla Norvegia. A quel punto, mentre la Gianotti e i suoi accompagnatori a due e quattro ruote proseguivano per Airolo, arrivo della prima delle undici tappe, io e Jacopo Zurlo (Tci) tornavamo alla partenza. E con la tramontana finalmente alle spalle, volavamo.
Freddo sole asfalto rotonde controviali piste furgonati autoarticolati tubi di scappamento. Chi pedala a ginocchia larghe chi a spalle strette chi con lo zaino chi con il passamontagna chi con il cestino della spesa. Sorrisi saluti auguri battute presentazioni selfie chiacchiere interviste confidenze dichiarazioni. Chi riconosce chi si ferma chi studia chi suona chi punta il dito medio (non esattamente un’indicazione stradale). Traffico semafori fotografie incitamenti proteste clacson. Chi dice ci vediamo a Oslo chi ci vediamo alla radio chi ci vediamo alla prossima.
Chiamatela follia o mania, consideratelo idealismo o romanticismo, giudicatelo velleitario o minoritario, ma “Bike The Nobel” – candidiamo la bicicletta a Premio Nobel per la pace 2016 – è un sogno che si sta facendo strada. E almeno da Milano a Cantù, anche noi siamo andati su.
Marco Pastonesi