Si farà in due: atleta e allenatore. Anzi, in quattro: strada e mountain bike, Italia e Stati Uniti. Alfredo Balloni: quello che è campione italiano a cronometro fra gli allievi, e due volte fra gli juniores, quello che ai Mondiali dilettanti a cronometro è sesto, quello che passa professionista con la Lampre, quello che al Giro d’Italia 2012, seconda tappa, in Danimarca, pronti via fuga, passa per primo sul gran premio della montagna – quarta categoria – di Lemvig Osterjberg e conquista la maglia azzurra (la prima maglia azzurra nella storia del Giro: era verde) di leader. Quello che adesso, a 26 anni, si farà in due. Anzi, in quattro.
La bicicletta era di casa, di famiglia: «Il nonno Alfredo raccontava di avere corso anche con Fiorenzo Magni. Prigioniero in Inghilterra durante la Seconda guerra mondiale, proprio in Inghilterra vinse due o tre corse, forse da indipendente, una volta a Goodwood, qualche decennio prima del Mondiale di Saronni. Il babbo Romeo è stato dilettante».
Il ciclismo è diventato un lavoro, un mestiere: «Corse, appuntamenti, viaggi. Occasioni, anche infortuni, scelte non sempre rivelatesi giuste. Uscito dal grande giro, mi sono un po’ perso. Per certe squadre Continental il calendario è corto e scostante».
Finché bicicletta e ciclismo hanno richiesto avventura e coraggio: «Lo scorso anno, per tre mesi, ho gareggiato negli Stati Uniti con l’Amore&Vita-Usa Racing by Hincapie, basi a Charlotte, North Carolina, e a Greenville, South Carolina, e due vittorie, tutt’e due a cronmetro: una vicino al circuito automobilistico Nascar di Charlotte, l’altra in una breve corsa a tappe nel Tennessee. Bellissima esperienza: mentalità, cultura, tradizione. Stipendio modesto, ma premi ricchi».
Bicicletta e ciclismo saranno ancora più di casa e di famiglia: «Balloni Academy. L’idea mi è venuta strada facendo: la possibilità di valorizzare tutti gli insegnamenti ricevuti, dai consigli del nonno Alfredo e del babbo Romeo, ai principi di Primo Mori ed Emilio Puccetti, dalle motivazioni di Luca Scinto agli esempi di colleghi conosciuti da vicino, come Scarponi e Cunego, Petacchi e Manuele Mori. Finché dallo scorso ottobre, a Blera, non più solo casa, ma anche ufficio: un’open space, per cominciare ergometro, pc e schermo, test e programmi, raccolta e analisi dei dati. La zona di Viterbo è ricca di amatori e priva di un centro di preparazione. Io vengo dalla strada, ma sulla strada ho osservato e imparato tantissimo. La Balloni Academy si avvale anche della consulenza di Alessandro Proni per la biomeccanica e di Erica Lombardi per l’alimentazione. E nei miei progetti c’è anche quello di dare vita a una squadra giovanile».
Ma bicicletta e ciclismo saranno sempre una sfida: «Proverò la mountain bike, con il Team Bike Civitavecchia. Non ho esperienze agonistiche, ma voglia e curiosità, e sarà divertente. E poi tornerò negli Stati Uniti, con l’Amore&Vita. Mi aiuta a capire non solo come gira la ruota, ma il mondo».
Marco Pastonesi