No thanks. Londra ha detto no al Tour de France. La metropoli più ciclistica al mondo non ospiterà la Grand Départ della Grande Boucle nel 2017, 10 anni dopo l’edizione scattata nel cuore della City con una cronometro. La proposta dell’Aso, la società che organizza e gestisce il Tour, è stata giudicata troppo onerosa: 35 milioni di sterline, cioè 50 milioni di euro, in parte versati direttamente, in parte coprendo i costi della pacifica invasione sportiva, spettacolare, commerciale e logistica.
No thanks. La decisione è stata presa da Boris Johnson, il sindaco (ciclista) di Londra. Che ha ammesso: “E’ stata una decisione dura e dolorosa”. Che ha dichiarato: “Me ne assumo la completa responsabilità”. Che ha confidato: “In un mondo ideale (Johnson è un conservatore, ndr), la mia politica è prendermi la torta e mangiarla”. E che ha spiegato: “Dovevo scegliere se spendere 35 milioni di sterline per un singolo evento oppure investire quei soldi in progetti a lungo termine. Quello che la gente vuole veramente sono piste ciclabili più sicure”. Ma c’è anche chi sostiene – come la direzione della TfL, l’azienda che gestisce i trasporti londinesi - che le ragioni del rifiuto stiano anche nell’impossibilità di reperire le indispensabili sponsorizzazioni.
No thanks al Tour, ma yes please alla metropoli ciclabile. Esiste un gigantesco piano, in cinque punti, per trasformare Londra, già rivoluzionata dalle biciclette, nella “city for cyclists”. Il primo: due superstrade, battezzate “crossrails for bikes”, separate dagli altri mezzi di trasporto (la convivenza e la coabitazione non sono affatto facili), la North-South Cycle Superhighway, già in costruzione fra Elephant and Castle e Stonecutter, e la East-West Cycle Superhighway da Lancaster Gate a Tower Hill (la fine dei lavori è prevista per l’estate 2016). Il secondo: una rete di “Quietways”, strade tranquille, con poco traffico automobilistico, a cominciare da sette a fare da pilota (entro i primi mesi del 2016). Il terzo: Superhighways e Quietways saranno collegate e formeranno una rete ciclistica integrata (entro la fine del 2016). Il quarto: allargare la ciclabilità ai dintorni di Londra, attraverso “greenways”, strade verdi, investendo 100 milioni di sterline, cioè 140 milioni di euro circa, da dividere fra Enfield, Kingston e Waltham Forest. Il quinto: il sistema di noleggio urbano delle bici, sponsorizzato dalla banca Santander, usufruisce di una nuova app, già attivo in 90 fermate della metropolitana, che guida i ciclisti alla più vicina stazione di parcheggio e che funziona con un codice attraverso il telefono.
Marco Pastonesi