Fausto Coppi è tornato a Castellania. Una scultura, in bronzo, opera di Volterrano Volterrani (Carrara 1891-Roma 1963), esposta nel 1958 al Velodromo di Roma, poi sepolta per 50 anni nei magazzini del Coni a Roma, ritrovata, rispolverata, restaurata dalle ossidazioni e dalle striature, e restituita – per competenza, per passione, per cittadinanza – a quel villaggio tortonese che sta fra le vigne e il cielo, fra la memoria e la leggenda, fra il ciclismo e la storia.
Fausto Coppi è tornato a Castellania, domenica scorsa, e adesso abita nel piazzale intitolato a suo fratello Serse, accanto al piazzale dedicato a Candido Cannavò, vicino di casa dei cugini Sergio (con famiglia) e Piero, a due passi dal mausoleo suo e di Serse e dalla chiesetta gremita di fedeli cattolici e coppiani. C’erano i figli Marina (con marito) e Faustino Coppi (con famiglia), c’era il sindaco Sergio Vallonzona, c’erano quelli della corsa d’epoca battezzata Mitica, c’erano anche Giancarlo Ferretti e Gino Cavalcanti, pronipoti di Coppi nella Bianchi, c’era Gianni Meazzo che da corridore e poi da meccanico-artigiano e adesso da collezionista abita nel grande ciclismo, c’era Claudio Pesci che presiede l’Associazione Fausto e Serse Coppi, c’era Vincenzo Basilio, responsabile del laboratorio di restauro a Tortona, c’era la Banda di Quarna, il paese natale del Verbano da dove venivano i Coppi, e c’era il popolo dei Coppi.
E’ un Coppi a piedi, con la mano destra saluta la gente, con la sinistra tiene il caschetto, forse reduce da una riunione in pista. La bici – una Bianchi, ovviamente - non c’è, non si vede, però la si immagina, la si sottintende appoggiata o affidata. Coppi sorride: sembra, finalmente, sereno.
Discorsi, scopertura, applausi e foto. Sotto la pioggia, nella nebbia: il bianco e nero degli anni del ciclismo romantico, il bianco e nero anche dei ricordi e della nostalgia. C’è chi (il sindaco Vallonzona) cita quell’intervista di Coppi a Rino Negri in cui il Campionissimo spiegava come, “a Castellania, non basta venire una sola volta per poter respirare la semplicità e la genuinità del luogo e della gente”. E c’è chi (Ferretti) torna ai giorni in cui Louison Bobet, “a una cena in albergo della Bianchi, chiese chi fosse il direttore sportivo, gli risposi che ero io, lui mi guardò e poi mi disse: ‘Sai chi aveva questa maglia?’, e senza aspettare risposta, peraltro scontata, aggiunse: ‘Allora cerca di sbagliare il meno possibile’.
Poi ci si dà appuntamento, sempre lì, a lunedì 21 settembre, quando il monumento a Fausto Coppi sarà ufficialmente inaugurato da Giovanni Malagò, presidente del Coni.
Quindi focaccia e vino, insieme, una comunità e una comunione, nel municipio. Il bello di Castellania è che è tutto lì, che tutto è lì.
Marco Pastonesi