Al Tour de Langkawi molte delle cose sono calcolate al millimetro, in maniera praticamente del tutto maniacale. Forse la gara in sé non sarà di primissima categoria, ma state certi che l’attenzione per alcune cose va oltre il pensabile umano. Ad ogni partenza e ad ogni arrivo si può assistere ad un piccolo spettacolo di perfezione: una serie di mini van attentamente allineati l’uno accanto all’altro che creano un incredibile effetto in prospettiva, è praticamente impossibile uscire dalla linea. Dovete sapere che ogni squadra non è dotata di mezzi propri, ma è l’organizzazione a fornire le ammiraglie e dei piccoli furgoncini tutti uguali che servono da supporto. Alla guida di ciascuno c’è un autista malese che sembra essere uscito da un altro mondo, che prontamente parcheggia e mette in moto con aria sorridente e soddisfatta. Li potete riconoscere facilmente perché ognuno di loro è vestito con i colori della squadra di cui sente con orgoglio di fare parte. L’accessorio principale è il cappellino brandizzato, ma i più fortunati e lungimiranti possono vantare anche la maglietta che sfoggiano mostrandola a tutti gli altri.
Ogni autista ha il compito di portare la squadra alla partenza, poi i massaggiatori dalla partenza all’arrivo e infine all’hotel, una mansione che svolgono con orgoglio. In questi giorni di Tour de Langkawi abbiamo avuto modo di viaggiare insieme alla Drone Hopper Androni Giocattoli che per una manciata di ore alla giornata ci ha fatto sentire un po’ a casa tra qualche racconto e soprattutto tante risate. Una delle grandi anime della festa è sempre stato Mohd Azhar Othman, un ometto dall’età indefinita che è stato assegnato alla squadra per guidare il fantomatico pullmino. Sulla carta è un autista, ma lui ama definirsi come il componente aggiunto dell’unico team italiano della competizione perché, dopo tutto, un po’ italiano si sente veramente. Già il primo giorno aveva messo in chiaro le cose: voleva prendere quest’esperienza per imparare quanto più possibile sull’Italia e magari portare a casa alla famiglia qualche souvenir nostrano.
Appassionato di macchine e soprattutto di ciclismo, Azhar è un autentico fenomeno al volante e trasforma ogni giornata in una piccola avventura indimenticabile. Il trasferimento dalla partenza all’arrivo viene gestito direttamente dall’organizzazione che scorta, con l’aiuto della polizia, tutti i mini van fino al traguardo, il percorso è quello predefinito, ma il nostro amico malese ogni mattina fa la sua solenne promessa: vi farò arrivare prima degli altri. Infatti taglio dopo taglio eccoci arrivare per primi al traguardo dove lui prontamente scompare per andare a compiere i suoi due rituali fondamentali: mangiare e pregare.
In quanto al cibo dice con orgoglio di esserne un autentico ammiratore, in particolare di quello della nostra penisola che per lui rappresenta la terra dei sogni. «Ogni mattina con mia moglie ci prepariamo rigorosamente il cappuccino come fanno in Italia, poi mangio sempre la pizza e la pasta» ci ripete Azhar ogni mattina. Durante ogni tragitto pianifica la prossima cosa da comprare rigorosamente di origine italiana, i primi giorni era fissato con le automobili, ora sta progettando di acquistare la vera macchina del caffè anche se ammette che in Malesia il prezzo è un po’ troppo elevato.
Se gli altri autisti si limitano a portare il pulmino a destinazione, ecco che lui veramente vuole sentirsi parte della squadra e in prima persona si muove per spostare avanti e indietro le cose; mentre lo fa si sente fiero sfoggiando nei confronti dei colleghi un enorme sorriso. Guardando il modo di fare di Azhar si può notare la sua passione, è quella di un malese che sta facendo a sua parte in un evento incredibile per il suo Paese, ma soprattutto per un appassionato di ciclismo che finalmente può toccare con mano quel mondo che ha visto solo in televisione.
Azhar cerca di imparare tutto il possibile sull’Italia e i trasferimenti sono intercalati dalla sua sete di sapere. «In Italy…» basta questo per capire che sta per iniziare a porci una domanda con il suo inglese un po’ stravagante. Le richieste vanno dai prezzi dei beni di consumo alle nostre abitudini, tutte richieste che all’improvviso si trasformano in cose stravaganti a cui Andrea Zanardini, uno dei massaggiatori del team, risponde prontamente con un sorriso. Il primo giorno sognava di trasferirsi in Italia, poi però quando ha scoperto il problema delle tasse troppo alte ha capito che nonostante il buon cibo è meglio trasferirsi in un altro Paese o magari farà comunque un salto nel nostro giusto per farsi apportare il timbro sul passaporto.
«Quando il Tour de Langkawi finirà, mi mancherà tutto questo»: Azhar ce lo dice con il cuore in mano facendoci capire che definire autista il ruolo che copre è altamente riduttivo. In tutto quello che fa, nella sua stravaganza e nei suoi modi un po’ folli ci mette dedizione, ma soprattutto passione. È un mondo che non fa parte della sua normalità, ma è quell’universo magico che si immagina tutti i giorni quando parte in sella alla sua bicicletta. Ora grazie al Team Drone Hopper Androni ne sta assaggiando una parte e lui in cambio sta donando un’avventura un po’ folle che difficilmente staff e atleti riusciranno a dimenticare.