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GIRO D'ITALIA 2021. IL GRAN GIORNO DEL KAISER
di Giuseppe Figini | 22/05/2021 | 08:01

Ancora nel Veneto è la partenza di questa 14a tappa che, dopo la tanta e sola pianura di quella di ieri, ritrova dopo la seconda parte, le montagne con traguardo su una salita di recente, ma subito consolidata, diffusa, evocatrice, notorietà internazionale per le sue valenze, del Monte Zoncolan, nel Friuli-Venezia Giulia.

La partenza è in zona di sempre grande e pure largamente “pedalata” passione ciclistica come Cittadella, nella pianura dell’alto padovano, sul Brenta, al confine con il trevigiano, con 20.000 abitanti, nella sua magnifica ambientazione, cinta da mura ben conservate, a forma ellittica, con camminamento di ronda ancora percorribile, che preservano la struttura costitutiva dell’abitato medievale, a scacchiera, tipico delle “stradelle” romane.  Oltre alla peculiare cinta muraria con il caratteristico abitato, la cittadina presenta una bella Parrocchiale neo-classica con dipinti di scuola veneta, l’interessante Teatro Sociale, varie ville di specifico pregio, il tutto condensato in un sereno e disteso stile di vita.

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L’economia è variata in molteplici attività manifatturiere di rilievo distribuite nel territorio che presenta pure una moderna agricoltura. Orgoglio cittadino è pure la squadra calcistica che milita con onore, da anni, nella serie B e che si prepara a giocarsi una storica promozione in A contro il Venezia.

Diversi sono i corridori professionisti, di varie epoche, nati nella zona, così come calciatori e altri sportivi. Il Grand Prix Città Murata, challenge che riunisce importanti corse del territorio, è un seguito evento.

Cittadella è stata il traguardo dove, nel 2020, Giacomo Nizzolo ha conquistato la maglia tricolore dei professionisti in una prova organizzata dagli ex corridori Filippo Pozzato e Jonny Moletta, quest'ultimo  nativo di Cittadella, con Gaetano Lunardon, il patron della Rosina, comitato che progetta di riproporre il glorioso Giro del Veneto e incrementare il bagaglio organizzativo ciclistico della regione anche con prove in nuovi settori. Il Giro d’Italia ha proposto nel 2008 la Modena-Cittadella con lo sprint vincente dell’inglese Mark Cavendish.

Dopo il via si prospetta subito Galliera Veneta, con la bella villa Cappello, detta “imperiale”, con vastissimo parco, ora pubblico, e passare subito in provincia di Treviso, per Castelfranco Veneto, città con circa 35.000 abitanti, in strategica posizione, con mura e con il suo noto Castello medievale, circondato da fossato, dove è racchiuso il nucleo storico con significativi elementi.

Il Duomo del 18° secolo, in forme palladiane, dentro le mura del castello, custodisce una famosa pala d’altare del Giorgione – grande pittore qui nato (1478 ca.-Venezia 1510).  Altri motivi di rilievo sono la Casa del Giorgione, il teatro accademico, il Palazzo Revedin-Bolasco con vasto parco e numerosi altri.
Fra i molteplici personaggi legati alla città, si ricordano, Tina Anselmi (1927-2016), la prima donna ministro della Repubblica Italiana nel 1976, la poetessa Patrizia Valduga (1953), che fu anche la compagna del critico letterario e poeta Giovanni Raboni, i cugini Giorgio Saviane (1916-Firenze 2000) scrittore e Sergio Saviane (1901-2001), scrittore, critico, giornalista e la cantautrice Donatella Rettore (1953). Anche Francesco Guidolin (1995), calciatore, allenatore e commentatore TV di successo, assiduo praticante e appassionato di ciclismo è qui nato. Nel territorio si è sviluppato un polo commerciale e industriale di notevole rilievo.

Il ciclismo è sport – e pure costume – molto sentito con un sempre prolifico vivaio e l’apporto della squadra Zalf Euromobil-Fior, prossima ai 40 anni d’attività, degli appassionati fratelli Lucchetta ed Egidio Fior, caso di scuola ciclistica di valore.

Una citazione relativa ai tanti corridori qui nati è per l’iridato di Varese 2008 Alessandro Ballan e Matteo Tosatto, con lunga carriera, ora impegnati in altri ruoli, che detiene il record di grandi giri portati a termine, ben 28.

Il Giro d’Italia ha posto per due volte un traguardo di tappa qui: nel 1991 sprint vincente di Silvio Martinello su Stefano Allocchio mentre nel 1999 Mario Cipollini precede Matteo Tosatto, proprio a casa sua. Si toccano gli ambiti territoriali di Riese Pio X, Altivole, Caerano di San Marco e giungere a Montebelluna, altro popoloso comune e industre centro, ai piedi del rilievi del Montello, centro noto per la diffusa attività calzaturiera, per modelli da montagna soprattutto, che l’hanno caratterizzata con un museo in tema. Il Duomo dell’Immacolata Concezione, la chiesa dei santi Lucia e Vittore, dove è conservato il primo affresco del Tiepolo, unitamente a diverse ville venete, sono d’interesse specifico.

Nel 2001 Montebelluna ha ospitato un arrivo del Giro d’Italia con il successo del (quasi) “enfant du pays”, Matteo Tosatto. E’ nato (1960) qui il bomber Aldo Serena, punta che ha militato in entrambe le squadre di Milano e Torino oltre che in Nazionale.

La corsa avanza passando per Venegazzù, frazione di Volpago del Montello, quindi Arcade, Spresiano, centri che alternano l’agricoltura a varie attività manifatturiere. Si giunge a Ponte della Priula, frazione di Susegana, punto nevralgico dei collegamenti stradali della zona con il ponte sul Piave oggetto di varie distruzioni e rifacimenti nel corso dei secoli e dove sorge un Tempio Votivo alla Fraternità Europea con le spoglie di soldati di tutte le nazioni che combatterono nella Grande Guerra quando il luogo fu al centro di durissimi scontri. E’ quindi la volta di Conegliano, importante città con oltre 35.000 abitanti, con il nucleo originale piacevolmente disteso sulle pendici di un rilievo, il colle Giano, dove sorgeva una rocca, nella spianata di Castelvecchio, ora con bel giardino all’italiana e con il complesso che ospita l’interessante Museo Civico del Castello. Il Duomo di San Leonardo, con l’alto campanile, custodisce una preziosa pala di Gian Battista Cima, qui nato (1459 ca.-1517), la cui casa, ora museo, è visitabile. Di specifico rilievo sono pure la Sala dei Battuti con pregevoli affreschi, la chiesa di S. Antonio di Padova e il Teatro Accademia. E’ centro vinicolo di primaria importanza, di diffusa e varia industria e commerci nella parte nuova, in pianura.

Sono stati gli arrivi di tappa del Giro d’Italia, oltre a varie partenze. Nel 1977 prevalse Piermattia Gavazzi mentre nel 2002 s’impose Mario Cipollini. E’ zona di sempre “alta intensità ciclistica” dove sono nati molti corridori. Era nativo della frazione di Scomigo Teofilo Sanson (1927-2014 Verona), imprenditore intraprendente con fervida passione, talvolta anche irruente, ciclistica. Il Gran Gala Ciclistico era una partecipata manifestazione qui organizzata dal 1985 al 2014.

L’itinerario sfiora gli abitati di San Vendemiano, San Fior e Godega di Sant’Urbano, prima di giungere a Orsago, alla destra del fiume Livenza, attivo centro industriale con diverse ville venete e, dopo il territorio di Cordignano, passare poi in Friuli-Venezia Giulia, provincia di Pordenone.

E’ Caneva il primo comune che si prospetta, con un museo del ciclismo nel centro, intitolato a Toni Pessot, testimonianza di diffusa passione locale per le due ruote, e affrontare il breve strappo che conduce ai m. 179 della località Castello, GPM di 4^ cat., in bella posizione e punto di passaggio “obbligato” per gli appassionati delle due ruote della zona. Qui è nato (1957) Vito Da Ros, argento nella cronosquadre nel 1977 in Venezuela con Mirko Bernardi, Mauro De Pellegrin e Dino Porrini, poi professionista per breve tempo. Si supera la frazione di Sarone, poi Dardago con la nota falesia d’arrampicata locale, nel territorio comunale di Budoia, per poi incontrare Aviano, centro di riferimento della zona e sede di una grande base militare con aeroporto dell’Aeronautica Militare Italiana e dove si appoggia anche quella statunitense. Il Duomo e la settecentesca Villa Menegozzi sono edifici di rilievo. Aviano comprende nel suo ambito anche Piancavallo con la salita che evoca varie valenze ciclistiche, anche recenti.

La città è sede del CRO (Centro di Riferimento Oncologico), importante struttura di livello avanzato per la prevenzione, diagnosi, cura e ricerca nello specifico settore. Passata la frazione Giais di Aviano, luogo di nascita (1928) di Pietro Paolo Perucchin, professionista naturalizzato francese con una quindicina di vittorie, così come già l’avianese Attilio Redolfi (1923-Draguignan 1997) nel 1949, buon professionista per una decina d’anni, si supera Grizzo, nel comune di Montereale Valcellina, sul torrente Cellina.

Maniago, è importante centro della zona, con i caratteristici fenomeni dei “magredi” che indicano terreni magri, aridi poveri d’acqua per la presenza dei sassi, fenomeno naturale di notevole, caratteristico, impatto visivo, proprio della zona del pordenonese.  E’ una piacevole cittadina che conserva tratti delle mura, i resti del castello medievale, la cappella di San Giacomo del 1200 e la loggia comunale.

E’ nota per l’antica e tradizionale arte fabbrile, in special modo, della coltelleria storica raccontata nello specifico Museo, ora accompagnata anche da diverse attività, industriali, commerciali e agricole. Nel 2014 è avvenuta qui la partenza della Maniago-Monte Zoncolan con il successo di Michael Rogers, australiano d’Italia, penultima tappa di quel Giro vinto da Nairo Quintana.

E’ quindi la volta di Fanna, conosciuto anche come “il paese delle mele antiche”, poi Meduno, primo traguardo volante, con agricoltura che produce cereali, ortaggi, e un diffuso allevamento con nuove e variate attività produttive. Nella frazione di Navarons il Museo Casa Andreuzzi documenta, con la storia friulana, i moti risorgimentali di Navarons del 1864.

Si entra quindi nel comune di Tramonti di Sopra con la diga di Ponte Racli sul Meduna e giungere in quello successivo di Tramonti di Sotto. La diga, del tipo a cupola, alta m. 50, forma l’invaso, chiamato anche lago di Redona, con acque smeraldine che, in periodo di secca, fanno affiorare i resti di un borgo sommerso. I due comuni sono costituiti da piacevoli abitazioni, dove sono pure sviluppati il turismo naturalistico e l’artigianato del legno con valida proposta gastronomica come la rinomata “pitina”, polpetta di carne di pecora o di camoscio.

Da qui inizia la salita ai m. 1060 della Forcella di Monte Rest – GPM 2^ cat. - che collega la Val Tramontina con la bassa Carnia, ricca di tornanti per entrambi i versanti in caratteristica ambientazione naturale.

Lo scollinamento conduce in provincia di Udine e, dopo il passaggio sul fiume Tagliamento, si raggiunge Forcella di Priuso e Priuso, con la chiesa di S. Giacomo, frazioni del comune sparso di Socchieve, quindi Enemonzo, alla confluenza del torrente Degano nel Tagliamento, fra le verdi colline della Carnia.  Segue poi Villa Santina, località conosciuta per la produzione di caratteristici tessuti in lino decorati con motivi floreali, tappeti e arazzi oltre che per il “frico”, piatto tipico carnico-friulano composto di patate, cipolle e formaggio Montasio fuso.

Si transita per la periferia di Tolmezzo, popoloso centro considerato il capoluogo della Carnia, caratterizzato dal piramidale monte Amariana, poi per la galleria di Casanova giungere a Zuglio, nella valle del But o Canale di San Pietro dove si trova l’omonima, antica Pieve e testimonianze della sua lunga storia.

Il secondo traguardo volante è ad Arta Terme, bella località con sorgenti d’acqua termale, note da molto tempo, con collegato sistema ricettivo del turismo, non solo termale-terapeutico. Qui sovente soggiornava Giosuè Carducci. E’ sviluppato anche il comparto manifatturiero, in varie direzioni.
Il Giro d’Italia ha posto qui il traguardo di due tappe, nel 1970 successo di Franco Bitossi mentre nel 1988 la vittoria fu di Stefano Giuliani.

Dopo avere marginalmente interessato il comune di Cercivento, si giunge a Sutrio, antico e piacevole borgo con tipiche abitazioni e la chiesa di Sant’Ulderico di fine 1700 con facciata asimmetrica che incorpora il campanile e una bassa torre. Conserva molteplici tradizioni e, accanto all’economia del legno e dell’allevamento, si colloca quella dell’artigianato del legno con uno sviluppato versante turistico favorito dalla vicinanza degli impianti sciistici dello Zoncolan.

Ecco, è l’ora dell’entrata in scena di sua maestà lo Zoncolan, l’imperatore, il kaiser delle salite. In quest’edizione della corsa rosa c’è una sorta di ritorno al passato poiché si percorre il versante in salita da Sutrio, quello che ha segnato la sua prima conoscenza del Giro, arrivo della 12a tappa di quell’edizione, la San Donà di Piave-Zoncolan, vinta da Gilberto Simoni, scalatore sempre in sintonia con questi luoghi. A onor del vero è da ricordare che la prima corsa giunta qui fu il Giro d’Italia Donne già nel 1997, dal versante di Sutrio, l’unico percorribile allora, con traguardo ai m. 1305 del Rifugio Moro, a circa km. 3,500 dallo scollinamento, con un assolo, nel suo stile, di Fabiana Luperini.

Sono quasi km. 14 di salita dura che porta da quota m. 538 di Sutrio ai m. 1730 del GPM di 1^ categoria, con arrivo in salita. La pendenza è meno arcigna di quella dal versante di Ovaro, la strada è mediamente più larga, con panorama maggiormente aperto, almeno fino ai m. 1350 del Rifugio Moro e con l’ultimo tratto fino al traguardo, ora completamente asfaltato rispetto al 2003 quando Gilberto Simoni, già in rosa, precedette Garzelli di 34” consolidando la sua posizione di capoclassifica che poi confermerà fino alla conclusione di Milano.

In cima si trova l’importante ed esteso polo sciistico, sia per discesa, sia per il fondo, con moderni impianti e una vista che abbraccia, in pratica, l’intera Carnia.

Non ci sarà più il momento del “pit stop” nei pressi di Ovaro con l’obbligo per tutte le vetture di cedere il passo alle due ruote motorizzate per assicurare la regolarità della corsa e la possibilità d’assistenza e controllo per i corridori, in base alle caratteristiche e agli ostacoli proposti da quel versante per le quattro ruote, ma non mancherà certamente lo spettacolo – sempre largamente apprezzato - del ciclismo verticale.

Ecco un brevissimo compendio dei vincitori quassù negli anni che propongono il ricordo delle emozioni sempre vissute intensamente per lo spettacolo offerto dai corridori, dal pubblico, dal paesaggio. 2003 Gilberto Simoni che si ripete nel 2007 dal versante di Ovaro e poi da Ivan Basso nel 2010, lo spagnolo Igor Anton 2011, l’australiano Michael Rogers 2014, l’impresa di Chris Froome nel 2018.

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