E’ il mio Panini: l’album delle figurine. E’ il mio Bolaffi: il catalogo dei francobolli. E’ il mio bigino: i riassunti di testi, materie, esami.
E’ il Vademecum dell’Accpi, l’Associazione corridori ciclisti professionisti italiani. Qui sono contemplati i professionisti e le elite, qui il calendario delle gare, qui le formazioni delle squadre Pro Teams (la serie A), Professional (la serie B) e Continental (la serie C), e quelle femminili. Qui ci sono anche gli enti organizzatori. Foto e fotine, cognomi e nomi, date di nascita, per le squadre anche indirizzi e email.
Il Vademecum è l’ideale per rinfrescare la memoria e riscaldare il cuore, improvvisare una sfida, progettare una fuga, programmare una vacanza, forse anche salvare un matrimonio. Lo si può portare in bici, in macchina, in valigia, volendo anche a letto. Un dubbio, un’incertezza, un vuoto, un lapsus, e il vademecum risolve la situazione.
Anche se qualche imprecisione c’è: Draperi Matteo figura tra i professionisti, anche se è in una Continental, che evidentemente vale come semiprofessionismo; Mosca Jacopo è segnalato come professionista dal 2017 (pagina 22) e neoprofessionista (pagina 111); Chirico Luca è dato professionista dal 2018, ma lo era già nel 2015. Dettagli da maniaco.
L’edizione 2018 ha due gemme: la prima è la copertina, dedicata a Michele Scarponi, in grande il suo occhiolino da attore, in piccolo la sua smorfia da vincitore (l’ultimo hurrah, al Tour of Alpes 2017, un anno fa); la seconda è la pagina 3, con una poesia di Nazim Hikmet e un ricordo di Marco Scarponi, il fratello di Michele. Nazim Hikmet: “La vita non è uno scherzo… Prendila sul serio / ma sul serio a tal punto / che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi / non perché restino ai tuoi figli / ma perché non crederai alla morte / pur temendola, / e la vita peserà di più sulla bilancia”.
Marco Scarponi: “Mio fratello ha sempre saputo, e lo diceva ridendo, che la vita non è uno scherzo. A un certo punto lo gridava persino, quando il suo mestiere lo metteva a nudo davanti al mondo lasciandolo solo, con le sue ultime forze, lassù nel profondo di una salita infinita. Spero l’abbiate sentito”.
Sì.
Marco Pastonesi