Le novità di Eurobike non sono tutte destinate a scrivere pagine importanti nel ciclismo, ma quanto visto con il nuovo sistema di Moeve-Bikes lascia davvero il segno. Sono anni che si insegue la miglior teoria possibile per rendere la pedalata più performante e redditizia, anni in cui abbiamo accolto le nuove corone ovali e pedivelle molto più lunghe del normale.
Detto questo, i ragazzi di Moeve-Bikes hanno quasi mescolato tutto questo e brevettato uno speciale comparto formato da ingranaggi, pedivelle e corone davvero fuori dal coro. Questo nuovo sistema si chiama Cyfly e promette di esprimere ben il 33% in più di coppia rispetto ad un sistema di pedalata tradizionale e l’intero sistema per funzionare ha bisogno di un telaio apposito in cui inserire questa tecnologia. Le pedivelle (hanno una forma ad Y) non agiscono direttamente sul perno ideale del movimento centrale, ma agiscono su due fulcri diversi, di cui uno capace di descrivere una rivoluzione circolare. In questo meccanismo, le due pedivelle (disponibili nelle lunghezze di 175mm e 182mm) variano la loro lunghezza a causa del percorso ellittico e nel punto più corto misurano 155mm rispetto ai 175mm del punto più alto.
Il sistema è ben sviluppato e si fonda su un sistema di pulegge inscatolate immerse in un bagno d’olio a base siliconica. Per ora tutto funziona con la corona singola, ma è possibile montare un deragliatore posteriore per avere a disposizione più rapporti.
Guardate questo video, una bella dimostrazione di quanto una bici allestita con sistema Cyfly possa essere veloce. 4 sono i brevetti che proteggono il sistema Cyfly, sistema che farà certamente parlare di sé in futuro visto che ora il progetto è nelle mani di un team che accelererà tutti i processi perfezionando meccanismi e design.
Fonti sicure mi raccontano che sia davvero speciale e che possa, con qualche miglioramento, divenire un sistema sfruttato e distribuito in larga scala. Una cosa è certa, la fase della pedalata viene in teoria resa più redditizia, smorzando di fatto le difficoltà che si incontrano nel temuto ed odiato punto morto. Per quanto mi riguarda, nutro una buona considerazione delle corone ovali ma vi assicuro che dopo un primo periodo di rodaggio tutto viene in maniera automatica. Inizialmente sembra di pedalare a scatti, ma un po’ alla volta l’azione diventa sempre più fluida e regolare.
Detto questo, il sistema sembra molto interessante e se volete seguire lo sviluppo da vicino potete farlo a questo link.
Giorgio Perugini