Un uomo, nella notte, in bicicletta. Porta il cappello, indossa una giacca, impugna il manubrio, spinge forte sui pedali. Il fanalino anteriore della bicicletta illumina la strada, leggermente in salita. Il cielo è buio, grigio, nuvoloso. Sullo sfondo, i grattacieli della città, Milano. In primo piano, il corpo di una donna, in una pozza di sangue.
E’ la copertina del libro “Venere privata”, un giallo di Giorgio Scerbanenco, il primo della serie dedicata all’investigatore Duca Lamberti. Pubblicato nel 1966, diventato anche un film (di Yves Boisset nel 1970), ristampato più volte. Con questa copertina di Franco Matticchio, nel 2001 da Garzanti.
“Venere privata” è una delle opere di “Cover Revolution!”, gli illustratori e il nuovo volto dell’editoria italiana, una mostra organizzata e ospitata prima all’Istituto italiano di cultura a New York, poi dal Laboratorio Formentini a Milano e adesso (fino al 29 gennaio) dall’Istituto italiano di cultura a Dublino nella sede di Fitzwilliam Square. Con i lavori di Matticchio (per Scerbanenco e Carlo Emilio Gadda), Lorenzo Mattotti (anche per Maurizio De Giovanni e Pier Paolo Pasolini), Emiliano Ponzi (per Charles Bukowski), Guido Scarabottolo (fra gli altri, per Nick Hornby e Roald Dahl), Gianluigi Toccafondo (anche per Alessandro Baricco) e Olimpia Zagnoli (per dirne due: Henry Miller e Pablo Neruda). Il catalogo è a cura di Melania Gazzotti (Corraini edizioni, 142 pagine, 15 euro).
La copertina è qualcosa in più: comincia prima della prima pagina e finisce (o ricomincia) dopo l’ultima, è riassunto e spunto, coerenza e interpretazione, disegno e voce, vetrina e bottega, immagine e concerto, originalità nella tradizione. Dalla copertina può dipendere il successo di un libro, la sua vitalità, la sua vita. Dalla copertina potrebbe, o dovrebbe, sbocciare un’attrazione fatale, nascere un amore a prima vista, generarsi un passaparola. E così una bicicletta che va, nella notte, in fuga o all’inseguimento, arrancando o sprintando, da sola o quasi, silenziosa e spaventosa, è già una storia da leggere.
Marco Pastonesi