Le bici d’Irlanda corrono come il vento, piangono come la pioggia, s’illuminano come il sole del Nord, perché qui vento, pioggia e sole hanno effetti diversi, affilati, taglienti, lancinanti.
Le bici d’Irlanda sono mountain bike parafangate, bmx addomesticate, da corsa urbanizzate, da donna irrobustite, da studente affrettate, e se ne vedono di tutte le età, parlo delle bici, e anche di chi ci pedala su.
Le bici d’Irlanda fanno rima con Olanda e Islanda, alcune sono frizzanti come la bonarda, altre veloci come una spingarda, la maggior parte ha nomi da cavalieri medievali o da locandiere sentimentali, e poi c’è la Raleigh, di nascita inglese di Nottingham come Robin Hood ma di adozione olandese come Van Gogh, pittore, non gregario.
Le bici d’Irlanda trasportano lucchetti più grossi e pesanti delle bici, le bici d’Irlanda accendono le luci anche di giorno, le bici d’Irlanda quando sono parcheggiate in casa traslocano il cielo in una stanza, ho visto una bici d’Irlanda che aveva due canne, ma una era da pesca.
Certe bici d’Irlanda volano come un pallone da rugby, certe bici d’Irlanda viaggiano come un pallone da calcio, certe bici d’Irlanda sfrecciano come una pallina da hockey (su prato), certe bici d’Irlanda fuggono come le vele di un quattro e settanta.
Le bici d’Irlanda vantano anche ciclisti in maglia e pantaloncini da corridori, con uno zainetto che custodisce camicie e pantaloni da impiegati o da professoresse o da segretarie, una seconda vita più che una vita dissociata. Certe bici sanno di start up e altre di app, certe bici sanno di sprint e altre di sport. E certe bici a Dublino visitano la geografia e raccontano la storia della città. Chissà se Oscar Wilde, per esempio, andava in bici.
Le bici d’Irlanda sfidano una terra che sfida il mare che sfida il vento, dunque sfidano latitudini e longitudini, traiettorie e parabole, anche pedoni distratti e pullman aeroportuali.
Le bici d’Irlanda circolano a sinistra, ma parlano in chilometri, in chili, in euro, e si moltiplicano, in questo – nonostante la musicalità - più leprotti che panda.
Marco Pastonesi