Nella quarta giornata di gara la carovana rosa attraverserà le provincie di Belluno e di Treviso per una tappa - la Castello Tesino - Pianezze di 142 km - che si prospetta essere veramente scoppiettante ed imprevedibile.
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Dopo la partenza di Castello Tesino non ci sarà un attimo di respiro, poi per le atlete sarà un continuo sali e scendi, ma le salite ufficiali sono solo 4: la salita di Vena d’oro, il celeberrimo Muro di Ca’ del Poggio, Santo Stefano e la salita finale. Dopo tanti chilometri di fatica nelle gambe il gruppo affronterà gli 11,4 chilometri che portano a Pianezze, la media è del 7,2% e ci sono punte addirittura del 11%. Si tratta del secondo arrivo in salita del Giro Women 2025 e questo potrebbe generare un vero e proprio stravolgimento della classifica.
IL TERRITORIO. Sarà il Grifone del Tesino ad abbassare idealmente la bandierina dello start della quarta tappa del Giro Women. L’opera di Land Art realizzata dall’artista Marco Martalar con radici e legname della tempesta Vaia che colpì l’altopiano nell’ottobre 2018 domina l’altopiano del Tesino all’estremo lembo orientale del Trentino. Appena dopo il via da Castello Tesino si entra infatti in Veneto sulle cui strade si vivrà una giornata speciale, per la varietà degli ambienti attraversati prima del prevedibile duello all’arma bianca sulla salita finale.
Prima sosta d’obbligo a Feltre, in realtà appena sfiorata dalla corsa, La città francobollo, storico crocevia dei traffici tra le Venezie e il Trentino che ha coltivato nei secoli il culto della bellezza. Così, diventate finalmente inutili le mura difensive che cingono l’altura su cui sorge il centro storico cittadino, si può passeggiare tra palazzi storici, chiese e monumenti di grande valore. Via Mezzaterra è il cuore rinascimentale della città, quello più seducente: va percorsa tutta fino a Piazza Maggiore.
A tre chilometri da Feltre si rientra sul percorso della tappa a Pedavena con le sue fastose ville signorili che tra il XVII e il XVIII secolo ospitarono gran parte della nobiltà veneta. Da qui si risale la valle del Piave mantenendosi a mezzacosta a ridosso delle ultime propaggini dolomitiche fino a raggiungere Cesiomaggiore sede dell’interessante Museo storico della Bicicletta Toni Bevilacqua al cui interno si ammirano decine di bici storiche e cimeli appartenuti a grandi campioni del pedale. Oltrepassata quindi la Certosa di Vedana, grandioso complesso monastico del XV secolo oggi abitato da suore di clausura dell’Ordine di San Brunone si arriva a Belluno. Se il tempo a disposizione scarseggia vale la pena iniziare a conoscere la tranquilla città veneta dalle sue piazze: piazza Duomo con la Cattedrale, palazzo dei Rettori memoria della dominazione veneziana e Palazzo dei Vescovi; Piazza dei Martiri (o Piazza Campedel) il salotto cittadino; e la caratteristica piazza delle Erbe dove ancora oggi si svolge un piccolo mercato della frutta e della verdura.
Si fa un tuffo nel passato a anche a Cugnan, famosa già in tempi lontani per le sorgenti benefiche della Vena d’Oro intorno alle quali fu creata una storica località termale con palazzi e giardini ancora di grande suggestione.
A Vittorio Veneto si entra nello straordinario mondo dei vigneti del Prosecco che accompagnerà fino al traguardo di giornata. Filari e colline, cantine e mescite: il filo conduttore di questi ultimi chilometri lascia però spazio a qualche distrazione. Tra questi i due incantevoli laghi di Revine, il cinquecentesco Molinetto della Croda a Refrontolo, lo strappo di Ca’ del Poggio, luogo ormai di culto per i ciclisti veneti, la villa dei Cedri e la chiesa di San Floriano a Valdobbiadene. Dalla cittadina considerata – con la vicina Conegliano – la capitale del prosecco ci si arrampica sulle pendici del Monte Cesen fino a Pianezze dove è collocato lo striscione del traguardo.
Proprio qui è stato allestito in una ex postazione bellica, il Tempio Internazionale del Donatore, che ha fatto diventare il sito un simbolo di pace e solidarietà.