Sul roadbook ufficiale la Vezza d'Oglio-Trento (122 i chilometri da percorrere) è classificata come tappa per ruote veloci, ma potrebbe essere una giornata veramente imprevedibile.
per seguire il racconto in diretta dell'intera tappa a partire dalle 11.20 CLICCA QUI
Appena partiti, infatti, si affronterà il Passo del Tonale, salita di prima categoria che rischia di mettere fuori gioco le sprinter più pure: sono 11 km di scalata con 5,6% di media quelli che portano alla Cima Alfonsina Strada della corsa, e alcune squadre potrebbero cogliere l’occasione per per fare fuori le avversarie più temibili. Dalla cima del Passo Del Tonale mancheranno più di 100 km con una lunghissima discesa che attraversa la Val di Sole e dalla Val di Non. Dopo Mezzolombardo la corsa prosegue tra i vigneti con lievi ondulazioni fino all’attraversamento dell’Adige dove punta sull’arrivo di Trento: assisteremo veramente alla prima volata di questa edizione?
IL TERRITORIO. Al terzo giorno di gara il Giro Women saluta la Lombardia, che si accomiata dalla corsa regalando uno dei suoi scorci alpini più belli. L’Alta Valle Camonica si trova infatti tra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco dell’Adamello, una doppia garanzia di grande bellezza e rispetto per l’ambiente. La partenza da Vezza d’Oglio ispira gli amanti delle terre alte che possono spingersi, non solo con lo sguardo, verso le vette della Val Paghera e i pascoli in quota della Val Grande, nota per la grande quantità di cervi che la popolano. Da Vezza passa anche la ciclovia dell’Oglio che risale il corso del fiume Oglio fino alla sorgente al Passo del Tonale e che, nel 2019, è stata insignita del premio Italian Green Road Award come “ciclabile più bella d’Italia”.
Il tracciato di gara si snoda, naturalmente, lungo la statale, attraversando Temù e Ponte di Legno prima di affrontare i comodi tornati che conducono al Passo del Tonale. L’ampia spianata del valico porta al confine con il Trentino che si presenta alle atlete con il suo volto più dolce. Da qui fino all’arrivo si pedalerà quasi esclusivamente in discesa percorrendo tutta la Val di Sole. Attraversato Vermiglio, il borgo diventato celebre per il film con il suo stesso nome che è stato candidato all’Oscar nel 2025, ci si inoltra nella vallata intagliata dalle acque del fiume Noce, meta degli appassionati di rafting e canoa provenienti da tutto il mondo.
Tutto intorno sono borghi, castelli e monumenti al lavoro a caratterizzare la Val di Sole. Non passano certo inosservate le strutture di Castel Caldes e del Castello di Ossana, ma poi ci si lascia piacevolmente sorprendere dalle meridiane artistiche dipinte sulle pareti dei borghi di Pession e Monclassico: sono più di 50, tutte diverse tra loro dal punto di vita tecnico e artistico e tutte figlie di un progetto avviato nel 2002 per valorizzare l’antica tradizione locale. Raccontano storie di antica fatica (e perizia) i diversi piccoli musei dedicati ai lavori tradizionali, come le Segherie veneziane di Malè, Dimaro e Ortisè.
Cles, circondata dai meleti che hanno fatto la recente fortuna della Val di Non, si fa notare per gli eleganti edifici del suo centro storico che si sviluppa intorno alla Pieve dell'Assunta, oggi in stile gotico-rinascimentale ma già citata in un documento del 1188. Da non perdere, qui, anche la chiesa di San Vigilio (XII secolo) che si fa notare per l’importanza degli affreschi del XIV e XV secolo considerati tra i più interessanti del Gotico trentino.
Prima di raggiungere il traguardo sui attraversa la Piana Rotaliana con le sue colline ammantate di vigneti, da cui si producono alcuni dei migliori vini della provincia di Trento: primi tra tutti il Trento DOC, spumante simbolo di eccellenza e il Teroldego Rotaliano DOC, considerato il principe dei vini rossi trentini.
E’ piacevole in un simile contesto raggiungere Trento, che accoglie con la magnificenza del Duomo di San Vigilio e delle facciate affrescate dei palazzi cinquecenteschi, con le opere d’arte custodite al Castello del Buonconsiglio e il recente MUSE- Museo delle Scienze disegnato da Renzo Piano.