La carovana del Giro Women non perde tempo e propone già nella seconda giornata di gara una tappa veramente interessante che chiamerà a raccolta tutte le pretendenti alla generale. La Clusone – Aprica di 92 km, con 1.400 metri di dislivello, è infatti frazione esigente.
per seguire in diretta il racconto dell'intera tappa a partire dalle 11.45 CLICCA QUI
Dopo la partenza in provincia di Bergamo in leggera discesa, il gruppo affronterà un tracciato mosso e nervoso che porterà le atlete ai piedi dell’unica salita di giornata, quella verso Aprica. La scalata verso il gpm di terza categoria è regolare e misura solo 4 km, un primo assaggio dei successivi giorni di corsa, ma sarà fondamentale farsi trovare pronte. E’ una tappa esplosiva di 92 chilometri, guai a distrarsi.
IL TERRITORIO. Già alla seconda giornata di gara il Giro Women riserva alle atlete un arrivo in salita. Sarà battaglia, dunque. Teatro della sfida saranno alcuni dei gioielli ambientali e storici della Lombardia, alcuni già famosi in tutto il mondo, altri che proprio la Corsa rosa darà l’occasione di scoprire.
Succede a Clusone, la località di partenza che già da tempo è inserita nel ristretto club dei Borghi più belli d’Italia. Passeggiare nel suo centro storico significa immergersi in un’atmosfera senza tempo, tra palazzi storici, chiese affrescate e scorci pittoreschi che raccontano secoli di storia: grazie a questo patrimonio, Clusone è stata soprannominata “Città dipinta”. Il luogo per iniziare al meglio la giornata è la scenografica Piazza dell’Orologio, dominata dall’orologio planetario Fanzago, un capolavoro realizzato nel 1583 e ancora perfettamente funzionante. Questo straordinario meccanismo che gira in senso antiorario segna non solo le ore, ma anche le fasi lunari e le posizioni dei pianeti con un’unica lancetta, rappresentando una delle attrazioni più iconiche della città. Merita una visita anche l’Oratorio dei Disciplini, che conserva uno degli affreschi più celebri di tutta la Lombardia: la Danza Macabra, un’opera misteriosa del XV secolo che racconta il tema dell’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla morte.
Il Lago d’Iseo accoglie la corsa mostrando le meraviglie dei suoi borghi affacciati all’estremità settentrionale dello specchio d’acqua: la romantica Lovere e quella Pisogne famosa, tra l’altro, per lo straordinario ciclo di affreschi sulla Passione di Cristo conservato nella Chiesa di Santa Maria della neve non a caso definita la “Cappella Sistina dei poveri“.
Ci si inoltra quindi in Val Camonica, per raggiungere dapprima Bienno, il paese degli artisti. In questo già magnifico borgo medievale vivono, o hanno lasciato le loro opere numerosi artisti contemporanei tanto che una visita al minuscolo centro del borgo si rivela un vero e proprio tuffo nell’arte. A breve distanza dal paese , il Bosco Quercus ospita numerose opere di land art da ammirare lungo un percorso facile e ben segnalato.
Poco più avanti Capo di Ponte racconta una storia scritta almeno 4.000 anni fa sui pendii a monte dell’abitato. Sono 104 le rocce incise in un periodo che va dal Neolitico all’Età del Ferro che, riportate alla luce, costituiscono il corpo centrale dello straordinario Parco Nazionale delle incisioni rupestri, che nel 1979 fu il primo sito italiano ad essere inserito nella Patrimonio dell’umanità Unesco.
Superata Edolo la strada sale dolcemente verso il traguardo dell’Aprica, rinomata località sciistica al confine tra il Bresciano e la Valtellina. Da vedere, qui, il Museo dello Sci e l’antico mulino dei Plaz. Ma a lasciare un ricordo indelebile è soprattutto la passeggiata nell’area dell’Osservatorio Eco-faunistico Alpino, al cui interno vivono cervi, stambecchi, rapaci e altri animali delle Alpi nel loro habitat naturale.